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Che cosa possiamo fare per la Chiesa?


di Lorenzo Banducci

 

“Che cosa puoi fare tu per la Chiesa?” Questa frase, con la quale il Cardinal Martini concluse la sua ultima intervista pubblicata dal Corriere della Sera sette giorni fa, rimbalza in maniera incredibile nella mia mente da una settimana.

 

Una Chiesa, definita dal Cardinale, indietro di 200 anni, una Chiesa che necessita di conversione e di riscoprire la Parola.

 

Non mi ero mai posto tale domanda in tutta la mia vita e ancora una volta il Cardinal Martini è riuscito a centrare una problematica di fondamentale importanza. Troppo spesso ci perdiamo (soprattutto quelli che come me hanno incarichi di responsabilità in associazioni laicali) in estenuanti riunioni e dibattiti che non portano a nulla di concreto per le nostre comunità e per le nostre Diocesi. In questo periodo della mia vita mi sto occupando di parecchie cose, ma quello che stiamo facendo su "Nipoti di Maritain" ormai da più di 2 mesi è ciò che mi avvicina più che mai al dare una risposta quantomeno diversa e innovativa al defunto Cardinale. Discutere di tematiche calde, difficili ma troppo importanti per essere ancora ignorate. Far questo sempre nello stile fecondo della mediazione culturale. Avvicinare la Chiesa al Mondo e nel contempo avvicinare il Mondo alla Chiesa. E’ questo il nostro non facile obiettivo e la nostra speranza.

 

Obiettivo e speranza che hanno sempre contraddistinto la vita del Cardinal Martini. Il suo dialogo costante con tutti: cattolici, atei, o appartenenti ad altre religioni è stato centrale nella Pastorale dell’Arcivescovo di Milano. Mi permetto di dire che se davvero alle esequie di Martini, come ha scritto Krancic in una delle sue vignette anticlericali (ma apprezzate dagli “amici della tradizione”), vi fossero stati “100.000 laici agnostici progressisti e non credenti, 30.000 buddisti, animisti, ebrei, induisti e maomettani 10.000 atei, 9.000 massoni, 900 leonkavallini e 100 cattolici capitati in Duomo per caso” sarebbe stato un vero miracolo. Il segno (l’ennesimo peraltro) che per convertire e avvicinare le persone a Cristo servono, più di ogni altra cosa, l’esempio e il dialogo.

 

La conversione basata sulla relazione. E’ questo che ci insegna anche il Concilio con la sua costituzione dogmatica Dei Verbum: Dio parla agli uomini come ad amici nella sua divina Rivelazione; altrettanto dovremo far noi nei confronti di chi non crede. Parlare a TUTTI gli uomini come ad amici ecco qui una brevissima sintesi del messaggio di Martini per la Chiesa del futuro. Non è una missione facile (di certo non è facile come l’arroccarsi su posizioni di difesa, dettate dalla paura  nei confronti del “diverso”), ma si tratta di ciò di cui questa nostra Chiesa ha bisogno per ringiovanire di 200 anni e per far sì che il testamento del Cardinal Martini non cada nel vuoto.
 
(Lorenzo Banducci)

Commenti

Anonimo ha detto…
La Dominus Iesus (al numero 22) non dice esattamente questo: il dialogo e l'esempio sono casomai funzionali all'evangelizzazione, che è uno dei compiti della Chiesa...
Nipoti di Maritain ha detto…
Quanto ho detto io non esclude quello che dice lei. Il dialogo e l'esempio, anche per la Dominus Iesus, sono considerate basi importanti (anche se non le uniche) per mettersi in relazione con l'altro e far conoscere all'altro la persona che è Gesù.

Lorenzo
Anonimo ha detto…
Certo!Meglio l'evangelizzazione che la discussione/dialogo! Non mi sembrava così chiaro, tutto qua! ;)
Nipoti di Maritain ha detto…
Ma evangelizzare con la discussione/dialogo è così impossibile? Ci vuole per forza la "spada"?

Lorenzo
Anonimo ha detto…
Chi era esattamente Maritain? lo so, potrei cercare su google, ma mi piace sentire voi. Grazie
Anonimo ha detto…
Nessuno ha parlato di spada, e c'è una bella differenza fra l'approccio "spada", quello dialogico e l'evangelizzazione... Buona continuazione
Nipoti di Maritain ha detto…
E' stato uno dei più grandi e fra i più aperti e dialoganti con la contemporaneità neotomisti del 900 nonché maestro di Paolo VI.

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