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Davide e Golia


di Lorenzo Banducci

L’immagine con cui il nuovo Presidente del Consiglio Enrico Letta ha concluso il suo lungo discorso alla Camera per ottenere la fiducia del Parlamento al suo Governo da poco formato riassume con la semplicità leggera e pedagogica delle storie bibliche le difficoltà che incontrerà questo nuovo esecutivo nel cammino che sta iniziando ad intraprendere.


Un governo battezzato dagli spari di un disgraziato, disperato e senza lavoro contro quei carabinieri richiamati a dare maggiore sorveglianza ai palazzi del potere in questa ultima domenica di Aprile. Due feriti (di cui uno ancora grave e con il rischio concreto di una paralisi alle gambe), tanta paura nella capitale, molto rumore e il sangue in terra. Quel rosso sulla strada che contrastava in maniera accesa rispetto allo sfarzo e alla luminosità della sala del Quirinale dove in contemporanea i ministri ed Enrico Letta stavano giurando sulla nostra Costituzione.

Chissà quanto avranno tremato le mani al nostro Davide fin da domenica con il peso terribile di portare sul collo anche questa tragica notizia. Chissà quanto ancora dovrà soffrire Enrico Letta per amalgamare una compagine di governo tanto differenziata, ma che ha il pregio di rimarcare un taglio netto con il passato, con gli ultimi vent’anni fatti di divisione e scontro. Un gruppo di quarantenni cresciuti e formati in modo totalmente differente si appresta a provare a condurre il nostro Paese oltre la crisi. Come non sottolineare la convivenza della laica e laicista Emma Bonino - il ministro degli Esteri che è riuscito sulla sua immagine già a dividere le opinioni dei Cattolici, ma anche a dare riconoscimento e forza internazionale al nuovo esecutivo (è stato l’unico ministro ad essere nominato dai media stranieri) – con due ministri di Comunione e Liberazione quali Maurizio Lupi (alle Infrastrutture) e Mario Mauro (alla Difesa). Come non rimarcare la differenza di stile, di provenienza e di storia personale che c’è fra le varie figure femminili di questo esecutivo: dalle Berlusconiane d.o.c. Nunzia De Girolamo (alle Politiche Agricole) e Beatrice Lorenzin (alla Salute) fino ad arrivare a Cecile Kyenge (ministro dell’Integrazione) passando per la bionda sportiva Josefa Idem (alle Pari Opportunità) e la sopravvissuta dal governo precedente Anna Maria Cancellieri (alla Giustizia). Le parole violente dei leghisti e di Magdi Allam sul ministro Kyenge non possono far altro che confermare la bontà di questa decisione da parte di Letta.
Da amalgamare anche figure politiche di partito come Andrea Orlando (all’Ambiente) o Angelino Alfano (Vice-Presidente del Consiglio e ministro degli Interni) con figure di tecnici come Maurizio Saccomanni (all’Economia) e Enrico Giovannini (al Lavoro).

Oltre alle persone sarà difficile far coincidere le idee delle forze politiche che sostengono il governo Letta. Abbiamo già udito la levata di scudi di Berlusconi e dei suoi sull’IMU e sull’IVA, mentre Letta ha provato a spostare la priorità di questo esecutivo sulle tematiche del lavoro e dell’occupazione oltre che sulle riforme istituzionali, dei partiti e sull’Europeismo convinto. Non ci resta che attendere il governo alla prova dei fatti, per vedere se e come riuscirà a conciliare queste spinte differenti.

Al di là di questo resta molta speranza in questo esecutivo. Siamo tutti ben consapevoli delle difficoltà qua sopra enunciate, ma dobbiamo riporre la fiducia in questi uomini e donne affinchè  sappiano mettere da parte gli interessi personali e partitici per condurre il Paese verso una maggiore modernità e stabilità per le generazioni future, mantenendo un occhio attento ai temi della solidarietà sociale, all’aiuto delle fasce più deboli e verso una maggiore integrazione fra i paesi dell’Unione Europea. Le famiglie e i giovani hanno bisogno di sperare nel cambiamento, di sognare un’Italia diversa e di vedere davanti ai loro occhi come rappresentanti delle istituzioni degli esempi di virtù, di generosità e di moralità senza eguali. 

I veri Golia da abbattere sono la sfiducia nel futuro e nelle istituzioni, la veduta corta di certi uomini di partito (sia del PD che del PdL oltre che delle forze che staranno all’opposizione che non sono in grado di vedere la grande opportunità che hanno in mano per cambiare tutti insieme le sorti del nostro Paese), gli interessi di nicchia che non sono più difendibili in questo periodo storico e le rigidità degli intransigenti sempre pronti ad alzare i loro vessilli e i loro steccati contro ogni forma di dialogo. Se Letta riuscirà in questa impresa avrà fatto già molto aprendo l’Italia ad una fase nuova e ad un nuovo cammino.

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