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La scelta della sinistra

 




di Lorenzo Banducci

Ci siamo. Dopo l’approvazione delle regole delle primarie avvenuta sabato scorso durante l’assemblea nazionale del PD è lanciata la sfida delle idee per far ripartire il Paese da sinistra.



Riguardo alle regole non mi dilungherò a parlare. Basti sapere che vi sarà il doppio turno, nel caso nessuno dei candidati raggiunga il 50% +1 dei consensi, e che per votare sarà necessario dichiarare, tramite firma, di essere un elettore del centrosinistra (verrà reso pubblico un albo con i nomi e cognomi di coloro che hanno votato).

Lo studio di regole così ferree e cervellotiche non frenerà, ne sono sicuro, la partecipazione attiva della gente che sarà capace, come sempre, di mettere al centro della proposta politica idee e valori per il bene dell’Italia.

Dopo questa breve premessa vorrei parlarvi di quelle che, a mio avviso, sono le differenze e le analogie principali fra i 3 candidati di spicco di queste elezioni primarie. Mi riferisco ovviamente a Bersani, Renzi e Vendola.

Le differenze principali fra i 3 contendenti le troviamo senza dubbio in politica economica.

 

Per quanto riguarda l’aspetto della “rigidità dei conti pubblici” stando a quanto dice Bersani l’equilibrio dei conti non deve diventare un dogma, pur essendo di fondamentale importanza. Saranno comunque necessarie risposte in tema di occupazione, ricerca, formazione. Una posizione mediana, quella tenuta dall’attuale segretario del PD che ha sostenuto con tenacia il governo Monti e che non può dunque prendere troppo le distanze dal nuovo stile introdotto dall’attuale esecutivo in carica. Renzi d’altro canto propone una ricetta in questo ambito più liberista rilanciando l’idea di ridurre il debito con un’attenta politica di dismissioni del patrimonio pubblico. Il sindaco di Firenze poi sposa in pieno il Fiscal Compact voluto dall’UE e approvato a tempo di record dall’Italia che ha imposto l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione. Vendola infine ci dice che l’agenda Monti rappresenta il passato e invita a superare il rigore (capace di condurre solo alla depressione) liberando gli investimenti dai vincoli del Patto di stabilità.

 

Passando al tema delle tasse Bersani propone un cambiamento completo del carico prevedendo un alleggerimento su lavoro e impresa e, di conseguenza, una tassazione della ricchezza patrimoniale e finanziaria.  Renzi invece rilancia una lotta senza quartiere all’evazione fiscale con l’obiettivo di utilizzare una quota delle risorse per abbassare le aliquote Irpef. Per Vendola è invece necessario tassare con serietà la rendita e i grandi patrimoni per ridurre le imposte su impresa e lavoro.

 

In che modo si rilancia la crescita? Per Bersani è necessario dare forza al tessuto italiano di piccole e medie imprese sostenendo la capitalizzazione e l’accesso alla ricerca. Renzi invece propone una redistribuzione dei fondi UE, puntando sulla banda larga, sulla smart mobility e aprendo l’Italia agli investimenti esteri. Secondo Vendola occorre rispondere alla crisi proteggendo la qualità e i diritti storici del lavoro. La crescita si baserà sul rilancio della green economy.

 

Altro tema caldo è quello del welfare. Bersani mette al centro del programma l’aiuto alla famiglia promuovendo anche un piano straordinario per la diffusione degli asili nido. Quest’ultima idea viene riproposta anche da Renzi (causando reazioni forti nei suoi confronti) che propone anche di dare cento euro al mese in più (tramite detrazioni) per chi ne guadagna meno di duemila. Vendola sul welfare è il più ampio di tutti con la proposta di un reddito di cittadinanza, con la tutela della solidarietà e dell’inclusione sociale, con un’istruzione accessibile a tutti tramite sconti, defiscalizzazioni e incentivi. Da dove li prenderà i soldi il leader di Sel?

 

Anche il progetto di un’Europa diversa  è centrale nei programmi dei 3 candidati. Bersani rilancia l’unione fiscale oltre alla tobin tax (la tassa sulle transazioni finanziarie) e agli euro bond (per le infrastrutture). Renzi invece propone un rafforzamento dell’integrazione dei bilanci pubblici e una maggior incisività dell’FSE. Vendola boccia il Fiscal Compact che impone politiche rigide esponendo ad assalti speculativi dei mercati finanziari.

 

Diversità fra i 3 le troviamo anche in tema dei diritti civili. Se da un lato tutti e 3 propongono di dare la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in italia, dall’altro ci si divide sui diritti per le coppie omosessuali. Bersani e Renzi propongono le unioni civili, Vendola è a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso.

 

Sul tema del rinnovamento della classe politica e dirigente e delle istituzioni a farla da padrone è Renzi che propone tre soli mandati per i parlamentari e poi la non rieleggibilità degli stessi, l’abolizione delle province, la riduzione degli stipendi di dirigenti pubblici e politici, il taglio nel numero dei parlamentari con una revisione delle funzioni di Camera e Senato in direzione di un ammodernamento delle istituzioni del nostro Paese.

 

Cari elettori, ora tocca a noi/voi scegliere chi ci convince di più, sicuri però di una grande certezza. Nella politica italiana non è poi così vero che siano tutti uguali come vorrebbero farci credere. C’è ancora la possibilità (almeno da una parte) di discutere di idee e di futuro trovando alla fine una sintesi fra varie posizioni distinte. E’ questa la politica che ci piace, una politica che mette al centro di tutto la partecipazione elettorale di ciascuna persona.
 
(Lorenzo Banducci)
 
P.s. Lo so benissimo che ci sono altri candidati  "minori" alle elezioni primarie (Laura Puppato, Sandro Gozi, Bruno Tabacci ecc.), ma per semplicità non ho voluto scrivere un poema epico cavalleresco comprendendo tutti loro. Chi volesse dunque aggiungere qualcosa su questi candidati è liberissimo di farlo!! Noi Nipoti di Maritain lo pubblicheremo volentieri!!

Commenti

Francesco Bernardini ha detto…
Da Wikipedia su Voltaire : Emblematici, tra i passi di certa attribuzione, alcune righe del Saggio sui costumi, in cui considera gli africani inferiori intellettualmente, motivo per cui sono ridotti "per natura" in schiavitù, e l'intero primo capitolo del Trattato di Metafisica (1734), in cui chiaramente esprime la sua tesi sull'inferiorità della razza "negra", che avrebbe avuto origine da amplessi tra uomini e scimmie, rispetto a scimmie, leoni, elefanti oltre che agli uomini bianchi. Alcuni brani del Dizionario filosofico non sono affatto teneri contro gli Ebrei, bersaglio di ironia anche nel Candido, e non da meno il parigino si espresse sui cristiani e sugli arabi musulmani, fatto che ha portato alcuni ad accusare Voltaire di antisemitismo e razzismo. Sarà stato anche tollerante ma forse solo con i suoi ...
Francesco Bernardini ha detto…
... e se non sbaglio aveva investito anche capitali ingenti nella tratta degli schiavi ... mi sembra che portarlo a modello non sia una buona scelta
Nipoti di Maritain ha detto…
Il tema della tolleranza civile mi pare sia centrale nell'idea di stato liberale proposta da Voltaire (idea che peraltro sta alla base di tutte le Nazioni e delle loro Costituzioni moderne). Detto questo Voltaire non è un santo ed è un figlio del suo tempo. Noi (e Maritain a cui appartiene tale citazione) non lo prendiamo a modello su tutto...

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