Non
sono riuscito a trovare ancora, nella dottrina, delle ragioni
persuasive per cui le donne debbano essere escluse dal sacerdozio
(...). Non ho trovato ragioni scritturali (...). L’argomento
simbolico non mi soddisfa. Nè mi soddisfa l'argomento arcaico per
cui la donna in certi momenti della sua vita secerne impurità (...)
Quando mi trovo così smarrito su questioni di dottrina io
ricorro all'unica persona di cui mi fido, che è Tommaso d'Aquino. Or
a Tommaso, che prima di essere dottore angelico era un uomo di
straordinario buon senso, a più riprese si trova ad affrontare il
problema se il sacerdozio sia solo prerogativa maschile. Per
limitarci alla Summa Theologiae, se lo chiede in II, 11, 2, e si
trova di fronte all'affermazione paolina ( nemmeno i santi sono
perfetti) per cui le donne nell'assemblea ecclesiale debbono tacere,
nè possono insegnare. Ma Tommaso trova nei Proverbi che “Unigenitus
fui coram matrem meam, ea docebat me”.Come ne esce ? Accettando
l' antropologia del suo tempo ( e che doveva fare ? ) : il sesso
femminile deve essere sottomesso a quello maschile, e le femmine non
sono perfette in sapienza.
In
III, 31, 4, Tommaso si chiede se la materia del corpo di Cristo
potesse essere assunta da un corpo femminile ( sappiamo che
circolavano teorie gnostiche per cui Cristo era passato attraverso il
corpo di Maria come l'acqua attraverso un tubo, come attraverso un
veicolo casuale, senza esserne toccato, senza essere inquinato da
alcuna immunditia legata alla fisiologia del parto).Tommaso
ricorda che se Cristo doveva essere un essere
umano “convenientissimum tamen fuit ut de foemina carnem
acceperet” perchè, teste Agostino, " la liberazione
dell'uomo deve apparire in entrambi i sessi" . E però non
riesce a liberarsi dall'antropologia del suo tempo, e continua ad
ammettere che Cristo doveva essere uomo perchè il sesso maschile è
più nobile.
Ma
Tommaso sa andare al di là dell'inevitabile antropologia dei tempi
suoi. Non può negare che i maschi siano superiori e più atti alla
sapienza delle femmine, ma si arrabatta a più riprese per decidere
come mai alle femmine sia stato concesso il dono della profezia, e
alle abbadesse la direzione d'anime e l'insegnamento, e ne esce con
cavilli eleganti e sensati. Però non pare convinto e, con l'astuzia
che gli è propria, risponde indirettamente, ovvero fa finta di non
ricordarsi che aveva risposto in anticipo, in I, pp,2: se il sesso
maschile è il migliore, perchè nello stato primigenio, prima del
peccato originale , Dio ha permesso che nascessero le femmine ? E
risponde che era giusto che nello stato primigenio apparissero e
uomini e femmine. Non per garantire la continuità della specie ,
dato che gli uomini erano immortali e non era necessario introdurre
la bisessualità come condizione di sopravvivenza della specie. E'
perchè (cf. Supplementum 39,1, che non è di mano sua , ma a questa
opinione Tommaso ricorre anche altrove “il sesso non sta nell'anima
”; e infatti per Tommaso il sesso era un accidente che sopravveniva
a uno stato avanzato della gestazione . Era necessario e giusto
creare i due sessi perchè (e questo è chiarito in III, 4,
respondeo) c'è una combinatoria esemplare nella generazione
degli umani : il primo uomo fu concepito senza nè maschio nè
femmina, Eva nasce dal maschio senza l'apporto della femmina, da una
femmina senza l'apporto del maschio, ma tutti gli altri uomini
nascono da un maschio e da una femmina. E, tranne quelle tre mirabili
eccezioni, la regola è questa, e questo è il piano divino.
In
III, 67, 4, Tommaso si chiede se la donna possa battezzare , e
liquida facilmente le obiezioni che la tradizione gli propone: E'
Cristo colui che battezza, ma siccome“in Christo non est
masculus neque foemina” (Tommaso si ispira a
Paolo Colossesi 3, 11, ma in effetti è detto più
chiaramente in Galati 3, 28), se un uomo può battezzare, così può
battezzare una femmina.
Poi
( potenza delle opinioni correnti !) , concede che, siccome “caput
mulieris est vir”, se vi sono maschi presenti la donna non deve
battezzare. Ma, in ad primum, distingue molto chiaramente tra
ciò che ad una donna 'non è permesso ' (in linea di consuetudine) e
ciò che essa 'può' però fare (in linea di diritto). E in ad
tertium, chiarisce che, se è vero che nell'ordine del carnale
la donna è principio passivo e solo il maschio è principio attivo
nell'ordine spirituale, in quanto sia uomo che donna agiscono per
virtù di Cristo, questa distinzione gerarchica non vale.
Pur
tuttavia , in Supplementum 39, 1 (ma ricordo che non è di
sua mano ) , ponendosi direttamente la questione se la donna possa
ricevere gli ordini sacerdotali, risponde ricorrendo ancora una volta
all'argomento simbolico: il sacramento è anche un segno, e per la la
sua validità non si richiede solo la 'cosa' ma anche il ' segno
della cosa ': e siccome nel sesso femminile non viene significata
alcuna eminenza , poichè la donna vive in stato di soggezione , non
si possono conferire gli ordini a una donna.
E
vero che, in una questione che non ricordo, Tommaso usa anche
l’argomento propter libidinem: in altri termini, che se
il sacerdote fosse donna i fedeli (maschi!) si ecciterebbero
vedendola. Ma siccome i fedeli sono anche femmine, che dire delle
fanciulle che potrebbero eccitarsi alla vista di un ‘prete bello’
(Le ricordo le pagine di Stendhal nella Chartreuse sui
fenomeni di incontinenza passionale suscitati dalle prediche di
Fabrizio del Dongo)? La storia dell’ateneo bolognese riporta di una
Novella d’Andrea, che avrebbe tenuto cattedra nel XIV secolo,
obbligata a insegnare dietro a un velo per non distrarre gli studenti
con la sua bellezza. Mi permetta di ritenere che la Novella non fosse
di insostenibile venustà, ma che fossero gli studenti a essere
propensi a una certa goliardica indisciplina. Quindi si trattava dì
educare gli studenti, o si tratta di educare i fedeli, non di
escludere le donne dalla gratia sermonis.
Insomma,
la mia impressione è che neppure Tommaso sapesse dire con esattezza
perché il sacerdozio dovesse essere prerogativa maschile, salvo
assumere (come lui faceva, e non poteva non fare, secondo le idee del
suo tempo) che gli uomini fossero superiori per intelligenza e
dignità. Ma non mi pare che questa sia la posizione attuale della
Chiesa. Mi pare piuttosto la posizione della società cinese che, lo
abbiamo appreso di recente, e con orrore, tende a eliminare le
neonate femmine per mantenere in vita i neonati maschi.
Ecco
le mie perplessità. Quali sono le ragioni dottrinali per interdire
il sacerdozio alle donne? Se vi fossero semplici ragioni storiche, di
opportunità simbolica, perché i fedeli sono ancora assuefatti
all’immagine di un sacerdote maschio, non ci sarebbero ragioni di
mettere fretta alla Chiesa, che ha tempi lunghi (anche se mi
piacerebbe conoscere una data, prima della Resurrezione della Carne).
Ma
il problema evidentemente non è mio. Io sono solo un curioso. C’è
però l’altra metà del Cielo (come dicono i cinesi) che forse è
più ansiosa.
Commenti
Inoltre mi chiedo: come mai oggi si insiste tanto e giustamente) sul "pensiero della differenza", sul fatto che a donna non è omologabile al pensiero maschile ma esprime una voce diversa e di pari dignità, e poi si vuole a tutti i costi che faccia le stesse cose del maschio? Vedo in questo una contraddizione. O la differenza sessuale è un fatto accidentale, meramente biologico, oppure ha una valenza forte, ed esprime il fatto che l'essere umano si esprime in due modi diversi e complementari, di uguale dignità ma non omologabili. Ed allora perché non cercare modalità diverse per valorizzare la presenza femminile ed i carismi femminili nella Chiesa, senza ripercorrere il modello maschile? Uno spunto può venire dalla riflessione del teologo Balthasar sul rapporto tra "principio mariano" e "principio petrino". Maria è più importante degli apostoli ma non è apostola in senso tecnico... Una Caterina da Siena o una madre Teresa sono state più importanti di tanti vescovi e cardinali... Non mi sembra che figure del genere abbiano bisogno di un "timbro" come l'ordinazione ministeriale... E poi certamente dobbiamo valorizzare tutte le potenzialità della Tradizione sinora rimaste aI margini: come il diaconato femminile, attestato nei primi secoli (anche se si tratta di capire bene cosa significasse) o varie figure di "profetesse"... C'erano nel Medioevo badesse che svolgevano funzioni rilevanti. Cerchiamo di recuperare e valorizzare tutto questo, senza puntare all'omologazione.