di Giovanni Vannucci
Leggiamo
attentamente la pagina del Vangelo di questa domenica della Risurrezione (Gv
20, 1-9).
Maria
di Magdala andò di buon mattino al sepolcro, trovò la pietra tombale ribaltata
e la tomba vuota. Costernata corse da Simon Pietro e da Giovanni dicendo:
«Hanno portato via il Signore dal sepolcro!». I due discepoli di corsa andarono
al sepolcro. Giovanni arrivò per primo, ma non vi entrò; Pietro, giunto dopo,
entrò e vide le bende e il sudario deposti per terra. Allora entrò anche
Giovanni e vide e credette.
Perché
questa constatazione è fatta al singolare ed è riferita a Giovanni? Questa
domanda non è una sottigliezza: trattandosi di un testo ispirato, nessun
particolare è privo di significato, tanto più se si tiene presente che nel
quarto Vangelo le narrazioni sono trasfigurate in simboli della vita e delle
vicende della Chiesa.
La
visione realistica che il Vangelo ha della natura umana non esclude la
possibilità di una fede legata al compromesso; in due figure di apostoli ha
tratteggiato due immagini: quella del discepolo che, pur sentendo il fascino di
Cristo, è attratto dalle vedute umane, e quella del discepolo che non viene mai
meno nella sua fedeltà all’amore: Pietro e Giovanni. Esse indicano le due
costanti della storia della Chiesa.
Pietro
è chiamato, come Giovanni, ad amare e a perdere la propria anima, ma non sempre
riesce a liberarsi dai ragionamenti e a gettarsi allo sbaraglio della fede.
«Pietro discese dalla barca e cominciò a camminare sulle acque. Davanti alla
violenza del vento ebbe paura e principiando ad affondare gridò: “Signore,
salvami!”. Gesù lo prese per mano e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai
dubitato?”» (Mt 14, 29-31).
Due
sono i poli che determinano la storia del singolo e di conseguenza di tutta
l’umanità: l’uomo e Dio, il visibile e l’invisibile.
L’individuo
che si orienta verso il polo-uomo, pone se stesso come centro dell’universo,
padrone e ordinatore della storia. La sua azione tende a dominare la natura e
la vita, escludendo ogni imponderabile che contrasti col principio della
causalità razionale. E viene a trovarsi come Pietro sulla superficie delle
acque, vive nel miracolo e lo scopre impossibile razionalmente, preso dal
panico tenta di liberarsene costringendo l’orizzonte sconfinato della vita nel
breve ambito delle formulazioni scientifiche o moralistiche.
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