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Il papato, otto anni dopo


di Philippe Clanché

in “www.temoignagechretien.fr” del 28 febbraio 2013 (traduzione: www.finesettimana.org)


I tempi cambiano, anche per un'istituzione bimillenaria che si vanta di non seguire i ritmi del mondo. Il mondo e la Chiesa con cui avrà a che fare il nuovo pontefice non sono più quelli dell'elezione di Joseph Ratzinger.

Questi otto anni scarsi hanno confermato il fallimento delle grandi potenze di ieri. Gli Stati Uniti riconoscono di non essere più i soli gendarmi del mondo, dopo il fallimento della loro pretesa di sradicare il pericolo islamista a colpi di migliaia di soldati e di droni. Siamo lontani dagli “anni Bush”. Aggiungiamo un certo discredito dell'ONU e dell'UE nella ridistribuzione delle carte strategiche, a favore dei nuovi grandi (India, Brasile, Corea del Sud).

La crisi del 2008, che perdura, ha anche mostrato l'impotenza degli Stati di fronte ai giganti transnazionali della finanza e di internet. In quanto potenza mondiale, neanche la Chiesa cattolica è sfuggita a questa tendenza. Ha fallito, nei paesi tradizionalmente cristiani, nel tentativo di impedire certi cambiamenti richiesti da società postmoderne, in cui l'individuo non sopporta più le norme.

Pensiamo al matrimonio gay in Spagna (2005) e in Francia (2013), ma anche all'autorizzazione dell'eutanasia in Belgio (2002). Perfino l'America Latina, con i suoi numerosi governi di sinistra, è toccata dall'ondata della modernità, fino a ieri contenuta da episcopati influenti.

Nel 2013, l'importanza diplomatica della Santa Sede è diminuita, rispetto agli anni di Giovanni Paolo II e alle missioni del suo inviato speciale Roger Etchegaray. Il papa polacco aveva l'ambizione di parlare al mondo, mentre il suo successore dedicava la sua missione totalmente a sostenere le sue truppe. Il dialogo interreligioso, inspiegabilmente messo da parte all'inizio del pontificato, ha ritrovato slancio grazie al lavoro del cardinale francese Jean-Louis Tauran (1) che ha saputo convincere il papa a mantenere il legame con il mondo islamico.

 

L’ irreversibile evoluzione

La demografia cattolica ha proseguito la sua evoluzione. Lo sbriciolamento del centro europeo è in parte compensato dai dinamismi africani e asiatici, dove le vocazioni sacerdotali sono in forte crescita.

Molti preti, venuti dall'Africa, dall'Asia o dalla Polonia, per un periodo o stabilmente, sono
indispensabili alle diocesi francesi. E il discorso sulla ricchezza dello scambio interculturale o il rivolgimento storico degli anni missionari non nasconde la realtà numerica. Nel 2013 molti nostri presbiteri sono internazionali, e anche le comunità religiose.

A livello intra-ecclesiale, la linea di severità nei confronti degli ecclesiastici pedofili è ormai
irreversibile. Come il suo corollario: la maggiore severità nella selezione dei candidati al
sacerdozio. Le ripetute rivelazioni di scandali sessuali sono stati il vero incubo della Santa Sede sotto Benedetto XVI, più dello scandalo Vatileaks, che ha eccitato soprattutto la stampa.

 

Campagna elettorale

La comunicazione, uno ricorrenti dei punti deboli del Vaticano, è stata migliorata con l'arrivo di un vero professionista alla Segreteria di Stato. Un cambiamento che va al di là degli effetti mediatici, come i tweet del papa. Le mura del Vaticano non proteggono più la Santa Sede dall'intrusione mediatica, il futuro capo dovrà proseguire questa trasformazione.

L'ultima innovazione di questo conclave, oltre al fatto che si svolgerà mentre il papa è ancora in vita, consiste in un'inedita campagna elettorale. I cardinali dispongono di un mese intero prima di rinchiudersi per il voto, mentre fino a ieri avevano solo due settimane, ampiamente occupate a pregare per l'anima del pontefice precedente.

 

(1) Già il giorno successivo alla rinuncia papale, il quotidiano italiano la Repubblica poneva il prelato della Gironda al centro del polo progressista della Santa Sede.

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