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Elezione del Papa: lettera ai cardinali


di Bureau de la fédération “Réseaux du Parvis”


in “www.reseaux-parvis.fr” del 4 marzo 2013 (traduzione: www.finesettimana.org)

 
Signor Cardinale,

 
I cattolici, ma non solo loro, si chiedono chi sarà il nuovo Papa e quale sarà il volto della Chiesa che risulterà da questa elezione. Ognuno immagina la somma delle pressioni di tutti i tipi e dei punti di vista contraddittori che Lei deve gestire per prendere la sua decisione.

In “Chrétiens des Parvis”, riuniamo nella nostra Federazione donne e uomini preoccupati di vivere il Vangelo nel mondo di oggi, e desideriamo condividere con Lei le nostre preoccupazioni e le nostre speranze.

 
Un modo di vivere più semplice

 
Innanzitutto, non bisognerebbe che il Papa viva in maniera più semplice, più vicina alla vera vita delle persone? Infatti, è importante che “cessi quel grande apparato, quella vita di sontuosità, di scandali a causa della sua ricchezza esteriore. Bisogna che il papa abbia una vita di semplicità”(1) come chiede Fratel Henri Burin des Roziers, che valuta certamente quanto gli ori del Vaticano siano un insulto ai poveri di tutti i paesi. Questo implica rapporti semplici e amichevoli con gli uomini e le donne a lui vicini, con i visitatori, senza anello da baciare né protocollo severo.

 
Uno sguardo positivo sul mondo d'oggi...

 
Abbiamo spesso constatato, nei discorsi dei Papi, un reale impegno per la pace e la solidarietà nel mondo, ma anche una visione di questo mondo impregnata di pessimismo, e ben poca speranza in fin dei conti. Il futuro Papa avrà uno sguardo più aperto sulle evoluzioni sociali, tecnologiche, scientifiche, senza atteggiamenti aprioristici negativi? Accetterà di vedere che i cambiamenti, e anche gli sconvolgimenti, delle nostre società possono essere nuove fonti di umanizzazione e di liberazione, e che anche lì il Regno di Dio vi si costruisce?


… e in particolare sulla metà femminile dell'umanità

 
Una delle evoluzioni maggiori della società attuale è evidentemente quella del posto delle donne che, in tutti i continenti, accedono progressivamente, e talvolta a prezzo di prove molto dure, all'uguaglianza con gli uomini. L'istituzione cattolica continuerà a lungo, in nome della differenza biologica e di argomenti teologici di un'altra epoca, a rifiutare alle donne il loro giusto spazio? Le competenze e i carismi degli uni/delle une e degli altri/delle altre saranno finalmente riconosciuti e valorizzati? Le donne saranno ancora a lungo umiliate mentre fanno vivere la Chiesa da secoli? Ci aspettiamo dal futuro Papa una parola e delle azioni forti in questo ambito.

 
Non rinchiudere Dio nella religione cattolica

 
Una delle grandi sfide del nostro tempo è tenere in debito conto la diversità e l'uguale dignità delle religioni e delle spiritualità. A questo riguardo, possiamo citare ancora Henri Burin des Roziers, che ritiene importante che il Papa “sia aperto al dialogo con il mondo esterno, che non affermi che solo la Chiesa detiene la verità assoluta e che riconosca delle manifestazioni di Dio in altre religioni, e che Dio è presente nella storia degli uomini”.

 
Un governo che tenga conto delle aspirazioni dei battezzati

 
Il cattolicesimo è vissuto in maniera estremamente diversa a seconda dei continenti, dei paesi, delle culture e in questo contesto non può essere esercitato validamente alcun potere centralizzato. Questa diversità è una grande ricchezza e prenderla in considerazione presuppone una maggiore decentralizzazione della Chiesa cattolica, una maggiore fiducia nella capacità di decisione e di gestione dei soggetti delle Chiese locali, in particolare delle numerose comunità ed équipe a cui i vescovi affidano la responsabilità di annunciare il Vangelo vicino alla gente.

L'attenzione per l'unità della Chiesa sarà certamente una preoccupazione fondamentale del futuro Papa, come dei suoi predecessori. Questa aspirazione non dovrebbe tuttavia confondere il messaggio evangelico fondamentale che la Chiesa deve testimoniare, e nessun compromesso può essere trovato con coloro che sostengono il disprezzo di tutto ciò che non è in linea con il loro pensiero e vogliono l'unità solo con il loro dominio.

 
Il Papa resta un essere umano

 
Più in generale, non pensiamo che il compito del Papa esiga da lui di essere un superuomo. Non può e non deve occuparsi di tutto! Dovrà essere innanzitutto un uomo di convinzione evangelica, un uomo libero che non sia ostaggio di giochi di potere dei prelati che formano la sua “corte” e che faccia in modo di poter dialogare senza filtri con le donne e gli uomini che incontrerà.
Potremmo formulare ancora molti altri desideri, ma ci basterà riassumere il nostro scritto
affermando che, più il Papa sarà umano, pienamente e profondamente umano, più sarà degno di essere il “successore di Pietro”.
Vogliamo credere che ognuno dei cardinali in conclave si determinerà ispirato dallo Spirito e dalle attese di tutti, donne e uomini di orizzonti diversi, che, nell'ascolto del Vangelo, sono impegnati nella costruzione di un mondo più giusto e più fraterno.
Le assicuriamo il nostro incoraggiamento rispettoso in questo periodo di decisione così importante.

 
L'Ufficio della Federazione “Réseaux du Parvis”

Jean-Pierre Schmitz, presidente (Hauts de Seine) Marie-Paule Aude-Drouin (Ille et Vilaine), Denyse Boyer (Paris), Maurice Elain (Loiret), Réjane Harmand (Maine et Loire), Georges Heichelbech (Moselle), Marie-Anne Jehl (Bas-Rhin), Jean- Marie Kohler (Haut-Rhin), Jean-Pierre Macrez (Nord), Claude Naud (Val d’Oise), Bernadette Tronchon (Bouches du Rhone)

 

(1) La Croix, 15 febbraio 2013

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