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Meravigliosa grazia!



Amazing grace! (how sweet the sound)
That sav'd a wretch like me!
I once was lost, but now am found,
Was blind, but now I see.

'Twas grace that taught my heart to fear,
And grace my fears reliev'd;
How precious did that grace appear
The hour I first believ'd!

Thro' many dangers, toils, and snares,
I have already come;
'Tis grace hath brought me safe thus far,
And grace will lead me home.

The Lord has promis'd good to me,
His word my hope secures;
He will my shield and portion be
As long as life endures.

Yes, when this flesh and heart shall fail,
And mortal life shall cease;
I shall possess, within the veil,
A life of joy and peace.

The earth shall soon dissolve like snow,
The sun forbear to shine;
But God, who call'd me here below,
Will be forever mine. 

 

Amazing Grace fu uno degli inni più amati dai neri, nonostante fosse stato composto proprio da un ex mercante di schiavi.
Trattandosi di un testo scritto appositamente, non sussistono dubbi o diverse interpretazioni sui versi.
Pur non trattandosi propriamente di uno spiritual, bensì di un inno, la sua fama lo ha portato ad essere interpretato da numerosi cori e solisti gospel e a diventare uno dei più celebri canti popolari del mondo.
Gli studiosi affermano unanimamente che Amazing Grace è il canto più amato e più cantato nelle assemblee liturgiche delle chiese afro-americane.
Il testo si ispira ai seguenti passi biblici:
"Per questa grazia, infatti, siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi ma è dono di Dio; nè viene dalle opere, perchè nessuno possa vantarsene" (Efesini 2,8-9);
"Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è la mia casa perché tu mi abbia condotto fin qui? E quasi fosse poco ciò per i tuoi occhi, o Dio, ora parli della casa del tuo servo nel lontano avvenire; mi hai fatto contemplare come una successione di uomini in ascesa, Signore Dio!".
La melodia sembra essere di origine scozzese o irlandese ed è attestata come canto popolare americano per la prima volta nella raccolta"Virginia Harmony" di Carrell e Clayton (1831).
L'autore
John Newton (1725 - 1807), ministro della chiesa d'Inghilterra, scrisse questo semplice inno, probabilmente sulle note di una tradizionale ballata irlandese, per i lavoratori di Olney, un piccolo villaggio nella contea di Buckingamshire abitato soprattutto da ricamatrici.
Amazing Grace riflette la storia della sua vita: sua madre morì quando John aveva sei anni; dopo qualche anno di studi classici, già a undici anni egli si trovò sul mare con il padre marinaio. A diciassette entrò come soldato nella Marina Britannica. Frustato e messo ai ferri per cattiva condotta, venne venduto ad un colono della Sierra Leone.
Abbandonata la pratica religiosa, divenne ateo e godeva nello scandalizzare la gente con atteggiamenti dissacratori.
Sfuggì alla schiavitù imbarcandosi su una nave di passaggio e, da marinaio semplice, divenne capitano di una imbarcazione. Fra il 1750 e il 1756 avrebbe intrapreso tre viaggi su piccole navi che esercitavano la tratta.
Più tardi, di se stesso scrisse:
"Durante il tempo in cui ero occupato nel commercio degli schiavi, io non ebbi mai il minimo scrupolo in quanto alla legittimità di tale traffico. In generale io ne ero soddisfatto, come di una cosa che la Provvidenza stessa mi aveva destinato, sebbene per molti riguardi era lungi dall'essere di mia scelta…Io considerai me stesso come una specie di carceriere o di guardiano e alle volte ero disgustato di un impiego dove non si trattava d'altro che di ceppi, catene e ferri. Considerando questo, io avevo spesso pregato il Signore che egli, a suo proprio tempo, si compiacesse di situarmi in situazione più umana…" .
Innamoratosi di Mary Catlett, che più tardi divenne sua moglie, iniziò poco a poco a riavvicinarsi alla fede dedicando un'ora ogni sera alla preghiera e obbligando i suoi marinai, la domenica, a pregare insieme. Pare che la conversione fosse dovuta alla lettura del libroL'imitazione di Cristo, opera medievale attribuita al monaco Tommaso di Kempis e ad una grazia ricevuta il 10 marzo 1748 quando, a causa di una tempesta, rischiò di naufragare.
Nel tentativo di conciliare la sua attività di mercante di schiavi con l'adesione alla fede cristiana, John Newton si sforzò di rendere meno drammatiche le condizioni di vita dei poveri uomini trasportati sulla sua nave, ma infine si rese pienamente conto dell'impossibilità di conciliare le due cose e rinunciò alla tratta.
Per motivi di salute fu costretto a ritirarsi dal servizio in mare e divenne "sorvegliante della marea" al porto di Liverpool. Il suo lavoro consisteva nell'ispezionare le navi che entravano nel porto.
In quegli anni John Newton sviluppò un profondo interesse per le cose spirituali e sentì la vocazione al servizio pastorale. Non possedendo un titolo di studio adeguato, per diventare pastore dovette superare l'opposizione dei vescovi della Chiesa d'Inghilterra, e fu solo grazie all'intervento di un amico influente che ottenne di guidare la parrocchia di Olney.
Naturalmente non perse mai i suoi bruschi modi marinareschi, ma la sua cordialità e la franchezza nel predicare gli guadagnarono molti amici e lo fecero stimare dai parrocchiani. Pubblicò vari opuscoli, fra cui nel 1788 i Pensieri sulla tratta degli schiavi africani, in cui confutava la argomentazioni dei negrieri, e scrisse i testi di diversi inni che poi raccolse nel volume Olney Hymns, uno dei più importanti contributi all'innodia evangelica.
Dopo diciassette anni di servizio ad Olney, divenne pastore della chiesa londinese di St.Mary Woolnoth, dove rimase ventisette anni, fino alla morte.
E' interessante notare che il 1807, anno della morte di Newton, fu lo stesso in cui il Parlamento britannico votò l'abolizione della schiavitù in tutti i domini inglesi.
Sulla tomba di Newton sono incise le seguenti parole, da lui stesso dettate poco prima di morire:
"John Newton, ecclesiastico, un tempo un infedele e un libertino, servo degli schiavisti in Africa, fu, per grazia del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, conservato, redento, perdonato e inviato a predicare quella Fede che aveva cercato di distruggere".
Risonanze
Amazing Grace appartiene alla ricchissima collezione degli inni religiosi scritti per il culto delle chiese evangeliche. Fra i numerosi innari il più celebre resterà quello di Isaac Watts, Hymns and spiritual songs, pubblicato in tre volumi a Londra nel 1707.
Il canto corale assunse una funzione importantissima nella liturgia delle diverse confessioni cristiane, soprattutto a partire dalla riforma luterana .
Lutero (1483-1546), ottimo conoscitore di musica, suonatore di liuto e flauto traverso, compositore, riteneva che il canto in lingua nazionale fosse uno dei modi più utili per favorire la partecipazione attiva al culto religioso. Poiché né il canto gregoriano, né la polifonia erano alla portata del popolo, ispirandosi al Lied monodico, al corale hussita, ai canti popolari, come pure al gregoriano, Lutero creò il corale,
"un tipo di canto semplice ma ben calibrato, di carattere largo e un po' austero, capace comunque di espressività elementare e suggestiva, da eseguirsi stroficamente e all'unisono da tutto il popolo. In seguito, cedendo un po' alla tendenza polifonica, sarà armonizzato ed eseguito a 4 voci senza tuttavia perdere mai il suo carattere di semplicità e di omofonia" .
Con l'introduzione del corale Lutero ottenne anche l'importante risultato pedagogico di dare una educazione musicale comune e di favorire la coesione linguistica, sia attraverso la comune pratica del culto, sia attraverso la creazione dei Cantorati, veri e propri centri di educazione musicale.
Nel 1524 appaiono le prime due raccolte di corali, una monofonica, l'altra polifonica, fissando un repertorio religioso con salde radici nel canto nazionale popolare che costituirà un serbatoio di grande importanza anche nel futuro.
Scrive Lutero, nella prefazione all'innario polifonico Geistliches Gesangbòchlein:
"Nessun cristiano ignora, io credo, che il cantar inni spirituali è cosa buona e gradita al Signore; giacchè a ciascuno è noto non solamente l'esempio dei profeti e dei re dell'Antico Testamento (i quali glorificavano Dio cantando e sonando, con inni e col suono d'ogni sorte di strumenti a corde), ma anche quella usanza particolare della generalità dei cristiani, fin dagli inizi, d'intonar salmi. Anzi, anche S.Paolo lo conferma, 1 Corinzi 14, e raccomanda ai Colossesi di cantare di cuore salmi e cantici spirituali al Signore, al fine che la parola di Dio e l'insegnamento del Cristo possano essere diffusi e praticati in tutti i modi".
La chiesa calvinista e quella anglicana, pur con modalità diverse, rivalutarono la funzione aggregante ed educativa del canto corale in lingua nazionale. Al contrario, la chiesa cattolica, affidando con decreto del Concilio di Trento l'esercizio della musica in chiesa ad artisti professionisti, sancì l'allontanarsi del popolo dalla pratica del canto, con conseguenze percepibili anche oggi.
Sul modello di Lutero fiorirono gli innari, fra cui quello già citato del Watts. È probabile che proprio le musiche e i testi contenuti negli innari delle diverse confessioni protestanti fossero le prime forme di musica europea che ai neri toccò di ascoltare in America.
Alle forme più semplici di armonizzazione polifonica si ispirarono i più antichi cori di neri che si esibirono nei teatri, primi fra tutti iJubilee Singers dell'Università di Fisk nel 1871 .
Il testo dell'inno fa implicito riferimento a numerosi passi biblici, fra cui spiccano la parabola del padre misericordioso (Lc 15,11-32); la guarigione del cieco nato (Gv 9); il Salmo 23 (Il Signore è il mio pastore).
Era uso comune che i testi biblici venissero modificati sia per adeguarsi alla misura musicale, sia per adeguarne il significato alla situazione presente. John Newton riconobbe sempre il suo profondo stupore nell'essere divenuto strumento nelle mani di Dio e diventò un predicatore ammirato proprio per la sua capacità di individuare nella Bibbia le orme della volontà di Dio che così evidentemente si era manifestata nella sua vita. Poco prima di morire, di fronte al consiglio di ritirarsi dal servizio per motivi di salute e perchè ormai colpito da semicecità e perdite di memoria, Newton disse:
"Come potrebbe un vecchio persecutore dell'Africa smettere di parlare fino a che può farlo?".
In un'altra occasione, durante un sermone, proclamò:
"La mia memoria se ne è quasi del tutto andata, ma ricordo due cose: che io sono un grande peccatore e che Cristo è un grande salvatore".

http://www.animula.it/menu/commentoaibrani/amazingrace.htm

Commenti

Mauro ha detto…
Davvero un ottimo articolo!!

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