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Come poté la vista sopportare l'uccisione di esseri che venivano sgozzati e fatti a pezzi?

Tu vuoi sapere secondo quale criterio Pitagora si astenesse dal mangiar carne, mentre io mi domando con stupore in quale circostanza e con quale disposizione spirituale l’uomo toccò per la prima volta con la bocca il sangue e sfiorò con le labbra la carne di un animale morto; e imbandendo mense di corpi morti e corrotti, diede altresì il nome di manicaretti e di delicatezze a quelle membra che poco prima muggivano e gridavano, si muovevano e vivevano.

Pacifismo o viltà?

Ogni pacifismo che trova appoggio soltanto nella paura della morte è un fermento di decomposizione che usurpa un immeritato prestigio. La paura di versare sangue non è il rispetto alla vita altrui. Questo orrore del sangue è oggi generico negli uomini che non temono nè di anemizzare il sangue vivo nè di intossicarlo nè di infettarlo nel corso dei giorni e le notti. Questa anzi è una delle ipocrisie che segnano la nostra epoca.Certi tipi più virili appoggiavano la morale sulle due colonne della Forza e della Prudenza. Temere di morire di una piccola morte senza una ragione sufficiente o di uccidere ingiustamente è un effetto della prudenza. Ma temere senza altra precisazione di morire o di uccidere è un sintomo di debolezza. Mounier,Trattato sul carattere

Il riso e il gioco sono virtuosi

Come l‘uomo ha bisogno del riposo fisico per ritemprare il corpo, il quale non può lavorare di continuo per la limitazione delle sue energie, così ne ha bisogno anche dalla parte dell‘anima, le cui forze sono adeguate solo per determinate attività. Perciò quando l‘anima si occupa oltre misura in qualche lavoro, sente lo sforzo e la fatica: specialmente perché nelle attività dell‘anima collabora anche il corpo, dato che anche l‘anima intellettiva si serve di facoltà che agiscono mediante organi corporei. Ora, i beni connaturali all‘uomo sono quelli sensibili. E così quando l‘anima, occupata in attività di ordine razionale, sia in campo pratico che speculativo, si eleva al disopra delle realtà sensibili, sente una certa fatica. Soprattutto però se attende all‘attività contemplativa, perché allora si eleva maggiormente sui sensi; sebbene forse la fatica del corpo in certe attività della ragione pratica sia maggiore. Tuttavia, sia nel primo che nel secondo caso, tanto più uno si affati

La cristianità è morta

Si può confutare,condannare, estirpare un errore o un'eresia. Non si confuta un dramma; e la cristianità nella sua pace di superficie affronta oggi il più terribile dei drammi in cui finora sia stata impegnata. Il cristianesimo non è minacciato d'eresia: non appassiona più abbastanza perchè ciò possa avvenire. E' minacciato da una silenziosa apostasia provocata dall'indifferenza che lo circonda e dalla sua propria distrazione. Questi segni non ingannavano: la morte si avvicina.

Il problema dell'occupazione

In questa giornata di festa del lavoro  (per la società civile) e di celebrazioni per San Giuseppe Lavoratore (per la Chiesa Cattolica) desideriamo porre l'accento sul problema della mancanza di occupazione. Tema quest'ultimo che sta falcidiando l'intera società italiana e in particolare il Mezzogiorno e le giovani generazioni. Lo facciamo con queste parole di Giovanni Paolo II tratte dall'enciclica Laborem Exercens del 1981. di Giovanni Paolo II Dall’enciclica “Laborem Exercens”, 1981 Considerando i diritti degli uomini del lavoro proprio in relazione a questo «datore di lavoro  indiretto», cioè all'insieme delle istanze a livello nazionale ed internazionale che sono responsabili di tutto l'orientamento della politica del lavoro, si deve prima di tutto rivolgere l'attenzione ad un problema fondamentale. Si tratta del problema di avere un lavoro , cioè, in altre parole, del problema di un'occupazione adatta per tutti i soggetti che ne

Davide e Golia

di Lorenzo Banducci L’immagine con cui il nuovo Presidente del Consiglio Enrico Letta ha concluso il suo lungo discorso alla Camera per ottenere la fiducia del Parlamento al suo Governo da poco formato riassume con la semplicità leggera e pedagogica delle storie bibliche le difficoltà che incontrerà questo nuovo esecutivo nel cammino che sta iniziando ad intraprendere.

I rabdomanti della politica

di Bruno Forte da “Il Sole 24 Ore” del 28 aprile 2013 Era il 28 aprile 1973, esattamente come oggi, quarant'anni fa. A Tolosa, in una delle baracche abitate allora dai Piccoli Fratelli di Gesù, cui aveva voluto unirsi dopo la morte dell'amatissima moglie Raïssa, Jacques Maritain - pensatore di fama mondiale - morirà povero, come aveva scelto di essere nel desiderio di imitare il più possibile il Signor Gesù, da lui seguito con intensissimo amore dal giorno del suo ingresso da adulto nella Chiesa cattolica.

Ascetismo come esplorazione di tutte le possibilità della carne

L'ascetismo medievale non va visto come radicato nel dualismo ,ossia nella percezione di contrapposizione radicale tra lo spirito e il corpo che,contrapponendosi al primo,lo imprigiona. Le stravaganti pratiche penitenziali fra il Due e il Quattrocento ,la ricerca del dolore e della pazienza,la pratica letterale dell'imitatio crucis sono innanzitutto tutt'altro che un tentativo di fuggire il corpo,non sono i prodotti di una epistemologia ,di una psicologia o di una teologia che ravvisi un'anima in lotta con il proprio principio opposto. Né si tratta,contrariamente a quanto spesso gli storici hanno sostenuto di una risposta fatta di negazione del mondo ,autofustigazione e decadenza espressa da una società devastata da pestilenze,carestie,eresie ,guerre e corruzione ecclesiastica.

Dall'amore romantico all'amore umano

La verità è questa, secondo me: anzitutto l’amore come desiderio o passione, e l’amore romantico — o quanto meno un elemento di esso — dovrebbero, per quanto possibile, essere presenti nel matrimonio come un primo incentivo, come punto d’avvio.… In secondo luogo, il matrimonio, lungi dall’avere come suo scopo precipuo quello di portare al compimento perfetto l’amore romantico, ha da compiere nei cuori umani ben altra opera: un’infinitamente più profonda e più misteriosa operazione di alchimia: voglio dire che ha da trasformare l’amore romantico, o quanto di esso esisteva all’inizio, in un vero e proprio amore umano, reale ed indistruttibile, in un amore veramente disinteressato, che non esclude il sesso, si capisce, ma che diviene sempre più indipendente dal sesso, e può persino essere, nelle sue forme più elevate, completamente libero dal desiderio e dall'interferenza sessuale, in quanto di natura essenzialmente spirituale: una completa ed irrevocabile donazione dell’

Splendente come un'ostia..

Il filosofo Emmanuel Mounier, in molte lettere e passaggi del suo diario, racconta il dramma della malattia della figlia, vissuto con la moglie Paulette. La piccola Françoise infatti all’età di due anni entrò in uno stato di coma vegetativo a causa di un’encefalite progressiva. Presenza di Françoise. Storia della nostra piccola Françoise, che sembra continuare la sua esistenza con dei giorni privi di storia. Il primo sforzo è stato quello di superare la psicologia della sventura. Questo  miracolo che un giorno si è spezzato, questa promessa su cui si è richiusa la lieve porta di un sorriso cancellato, di uno sguardo assente, di una mano senza progetti, no, non è possibile che ciò sia casuale, accidentale. “È toccata loro una grande disgrazia”. Invece non si tratta di una grande disgrazia: siamo stati visitati daqualcuno molto grande. Così non ci siamo fatti delle prediche. Non restava che fare silenzio dinanzi a questo nuovo mistero, che poco a poco ci ha pervaso della sua gioia

Adittapariyaya sutta - Il sermone del fuoco

Così ho sentito. Una volta il Beato( Buddha) soggiornava presso Gaya, sul colle Gayasisa, insieme a mille monaci. Ivi rivolgendosi ai monaci disse: “ Monaci, tutto brucia! E cosa brucia, o monaci? La vista brucia, o monaci, le forme ed i colori bruciano, la coscienza visiva brucia, il contatto visivo brucia, e qualsiasi sensazione sorga in dipendenza dal contatto dell’occhio con i suoi oggetti – sia essa percepita come piacevole, spiacevole o neutra – anche questa brucia. Mediante cosa brucia? Brucia mediante il fuoco dell’attaccamento, il fuoco dell’avversione, il fuoco della confusione. Brucia, vi dico, a causa della nascita, della vecchiezza e della morte, della pena, del lamento, del disagio, dell’angoscia e dello scoramento.

Didaché

La Didaché o Dottrina dei dodici apostoli è un testo cristiano di autore sconosciuto, rinvenuto nel 1873 in un manoscritto gerosolimitano, il Codex Hierosolymitanus. Probabilmente scritto in Siria nel I secolo, il testo sarebbe contemporaneo ai libri del Nuovo Testamento. Testo didascalico, la Didaché contiene una catechesi della "via della morte" e della "via della vita", con indicazioni di morale per lacomunità, inclusa una lista di vizi e virtù, e testi liturgici sul battesimo e sull'eucaristia. È divisa in tre sezioni principali: una che riguarda dottrine Cristiane, una riguardante riti come il battesimo e l'eucarestia, e l'organizzazione della Chiesa. Venne persino considerata come parte del Nuovo Testamento da alcuni Padri della Chiesa anche se la maggioranza lo considerò apocrifo; per questo non fu accettato nel canone del Nuovo Testamento eccetto che dalla Chiesa ortodossa etiope. La Chiesa cattolica lo inserisce nella letteratura suba

Riflessioni sull’utilità degli studi scolastici al fine dell’amore di Dio

La chiave di una concezione cristiana degli studi è che la preghiera esige attenzione, esige che venga orien­tata verso Dio tutta l’attenzione di cui l’anima è capace. La qualità dell’attenzione è strettamente collegata alla qua­lità della preghiera. Il calore del sentimento non può sup­plire. Soltanto la parte più elevata dell’attenzione entra in contatto con Dio, quando la preghiera è sufficientemente intensa e pura perché si possa stabilire un simile contat­to; ma tutta l’attenzione è rivolta a Dio. Gli esercizi scolastici sviluppano, certo, una parte meno elevata dell’attenzione, tuttavia essi hanno una loro efficacia per accrescere quel potere dell’attenzione che sa­rà disponibile al momento della preghiera; però devono essere eseguiti a questo scopo e soltanto a questo scopo.

A lezione di politica

di Giorgio Napolitano Oggi come blog desideriamo proporvi il testo integrale del discorso di insediamento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una semplice ed efficace lezione di politica per ciascuno di noi!

Le responsabilità di un "sì"

di Lorenzo Banducci E’ molto facile a volte dire di “no”. Facilissimo quando l’incarico si fa pesante e il fardello è troppo grande da portare. Il “no” ti scarica dalle responsabilità e ti consente di rifugiarti nella serenità e nei tuoi interessi.

Rapporti fra cattolici e non cattolici in campo economico-sociale-politico

da "Pacem in terris", Giovanni XXIII 82. Le linee dottrinali tracciate nel presente documento scaturiscono o sono suggerite da esigenze insite nella stessa natura umana, e rientrano, per lo più, nella sfera del diritto naturale. Offrono quindi ai cattolici un vasto campo di incontri e di intese tanto con i cristiani separati da questa Sede apostolica quanto con esseri umani non illuminati dalla fede in Gesù Cristo, nei quali però è presente la luce della ragione ed è pure presente ed operante l’onestà naturale. "In tali rapporti i nostri figli siano vigilanti per essere sempre coerenti con se stessi, per non venire mai a compromessi riguardo alla religione e alla morale. Ma nello stesso tempo siano e si mostrino animati da spirito di comprensione, disinteressati e disposti ad operare lealmente nell’attuazione di oggetti che siano di loro natura buoni o riducibili al bene"   .

Atene, Sparta, la Persia e il futuro del PD

di Lorenzo Banducci La crisi all’interno del Partito Democratico è figlia della profonda crisi istituzionale che si vive all’interno del Paese. In un’Italia dove tutti i partiti sono ancora “personali” il PD rappresenta una specie di “sperimentazione” fuori dalla norma direi quasi anacronistica. Il frutto di un sogno così difficile da realizzare: rendere l’Italia un paese “normale” rispetto agli standard democratici europei ed occidentali. Un partito all’interno del quale le posizioni sono diversificate, le opinioni sono varie, ma alla fine dopo attente discussioni si arriva ad una sintesi intorno alla quale tutte le componenti fanno quadrato.

Pacem in terris

di Christine Pedotti   in “www.temoignagechretien.fr” dell'11 aprile 2013 (traduzione: www.finesettimana.org )   L'11 aprile 1963, esattamente cinquant'anni fa, Papa Giovanni XXIII pubblicava l'enciclica Pacem in Terris, che era scaturita da due urgenze.

Femminismo e Chiesa

Finché si continuerà ad impedire alle donne [...] di decidere sul loro benessere spirituale e sul loro impegno, la chiesa come discepolato di uguali non sarà realizzata e la potenza dell'evangelo sarà fortemente sminuita.[...] Una spiritualità cristiana femminista ci chiama perciò a convocare la "ekklesìa delle donne" che, con la forza adirata dello Spirito, sono mandate all'esterno a nutrire, guarire e liberare il nostro popolo, cioè le donne; essa smaschera il peccato strutturale e l'alienazione del sessismo e ce ne libera, ci spinge a diventare figlie e portavoci di Dio; respinge l'adorazione idolatrica della maschilità ed esprime l'immagine divina in esistenza e linguaggio umani femminili; ci libera dall'interiorizzazione del falso altruismo e del falso sacrificio di sé, che si preoccupa innanzitutto del benessere e del lavoro degli uomini a danno del benessere e della vocazione nostri e delle altre donne; ci mette in grado di vivere 'l&#

Vangelo e mito

La raffigurazione mitica del mondo e l’evento mitico di salvezza nel Nuovo Testamento. La raffigurazione neotestamentaria dell’universo è mitica. Si  considera il mondo articolato in tre piani. Al centro si trova la terra, sopra di essa il cielo, e sotto gli inferi. Il cielo è l’abitazione di Dio e delle figure celesti, gli angeli; il mondo sotterraneo è l’inferno, il luogo dei tormenti. Ma non perciò la terra è unicamente il luogo dell’avvenimento naturale-quotidiano, delle sollecitudini, cioè, e del lavoro, dove regnino l’ordine e la regola: è anche il teatro d’azione delle potenze soprannaturali, di Dio e dei suoi angeli, di Satana e dei suoi demoni. Le forze soprannaturali agiscono sugli avvenimenti naturali, sul pensiero, sulla volontà e sull’operare dell’uomo; i miracoli non hanno nulla d’insolito.[...]

Il Gesù storico è il Gesù halakhico

A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, studiosi come Geza Vermes, James H. Charlesworth, E.P. Sanders e Jacob Neusner hanno fatto capire bene l’importanza cruciale di vedere Gesù all’interno e come parte del mondo vivo e vitale del giudaismo palestinese del I secolo. Sfortunatamente, la reazione di troppi accademici americani è stata un’adesione puramente formale. È sufficiente sfogliare le pagine dei molti libri su Gesù che racchiudono nel titolo la parola “ebreo” o la strombazzano nelle loro prefazioni per cogliere il divario fra la retorica e la realtà. Naturalmente, molti libri americani sul Gesù storico evitano ora le denigranti parodie della Torah o dei Farisei incorporate nei più vecchi tomi tedeschi. Al posto di tali parodie, si incontra uno spostamento d’accento politicamente corretto, dal Gesù che attacca la Legge, perlomeno nella sua interpretazione farisaica, al Gesù che attacca la gerarchia, il sacerdozio e il tempio – che ricevono il ruolo dei cattivi nella

Quando udiamo i comandamenti [...] siamo presi da meraviglia per il loro carattere impossibile nel mondo.

Quando Gesù dice ciò che l'uomo deve fare, non si tratta di un'etica autosufficiente per la realizzazione dell'uomo nell'edificio e nell'ordine dell'esserci mondano. Al contrario, ogni moralità non si giustifica piuttosto che come volontà di Dio, come esser pronti per la fine del mondo e come segno del regno di Dio. Nulla di mondano può avere la minima importanza per se stesso. .Questo mondo è solo un ponte; attraversalo ma non edificarvi la tua dimora» (Hennecke, Gli apocrifi, 35). Il mondo è certo creazione di Dio e come tale non è condannabile. L'amore per la natura è proprio di Gesù, come lo sarà in seguito di Francesco d'Assisi. Egli non viola gli ordinamenti umani, ma ne accentua il valore. Per esempio il matrimonio è indissolubile. «Ciò che Dio ha unito l'uomo non deve dissolvere».

La fede è possibile a tutti perché è a tutti ugualmente impossibile.

La giustizia di Dio si rivela " per mezzo della sua fedeltà in Gesù Cristo." La fedeltà di Dio è la divina pazienza in virtù della quale in molti punti sparsi della storia si danno sempre di nuovo possibilità, occasioni, attestazioni per la conoscenza della sua giustizia. Gesù di Nazareth è, tra questi molti punti, quello in cui gli altri sono riconosciuti nel loro significato complessivo come linea, come il vero e proprio filo rosso della storia. Cristo è il contenuto di questa conoscenza: la giustizia stessa di Dio. La fedeltà di Dio, Gesù Cristo, devono verificarsi reciprocamente.  La fedeltà di Dio si dimostra in questo, che in Gesù, il Cristo ci incontra. Se nonostante ogni insufficienza umana, nelle sparse indicazioni storiche di Dio noi possiamo vedere reali possibilità per Dio, se nelle orme terrene dell'annunzio divino noi possiamo trovare qualche cosa di più che fatti casuali di questo mondo, se rimanendo al nostro posto nel tempo, possiamo ricevere il co

Cattolici, non adeguatevi!

Brani tratti da una tavola rotonda che Giancarlo Zizola organizzò nella sede romana de 'Il Giorno' nel dicembre 1969 in cui Pasolini propone un ideale di spiritualità che rivaluta la tradizione e la bellezza "popolari" della fede e chiede di non conformarsi alla modernità. Pasolini:  "La domanda è questa: se quello che si esprime at­traverso la liturgia è il popolo che voi dite come soggetto, mi pare non arriviamo a una distinzione classista in senso, diciamo, ormai or­todosso e convenzionale della paro­la. Cioè, quando voi parlate di popo­lo e borghesia fate una distinzione ancora psicologica o sociologica, ma non sociale e non classista ancora. Ora, quando voi criticate il borghese, come sarei io ad esempio, che richie­derebbe alla messa - almeno in linea teorica perché in effetti io non vado a messa - il suo mistero, il suo mo­mento estatico, il silenzio o il mistero di una lingua incomprensibile, voi fate un rimprovero massimalistico al borghese;

Temi di morale sessuale, in dialogo con Giannino Piana

Pubblichiamo oggi il dialogo fra il nostro Niccolò Bonetti  ed il teologo Giannino Piana avvenuto a Firenze a margine dell'incontro organizzato dal "gruppo Gionata" di Firenze dal titolo "Omosessualità. Una proposta etica" . Nato nel 1939, Giannino Piana ha insegnato etica cristiana presso la Libera Università di Urbino e etica ed economia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Torino. È stato presidente dell'Associazione Italiana dei Teologi Moralisti. Fa parte delle redazioni delle riviste Hermeneutica , Credere oggi , Rivista di teologia morale e Servitium ; collabora al mensile Jesus con la rubrica "Morale e coscienza" e al quindicinale Rocca con la rubrica "Etica Scienza Società".

Il Cristo vivente, siamo noi

di Raymond Gravel in “www.lesreflexionsderaymondgravel.org” del 6 aprile 2013 (traduzione: www.finesettimana.org )   I brani del vangelo del tempo pasquale sono tradizionalmente tratti da Giovanni. Con la scoperta della tomba vuota da parte di Maria Maddalena la mattina di Pasqua, di Pietro e del discepolo che Gesù amava, il giorno stesso, la sera di Pasqua, san Giovanni ci racconta l'apparizione del Risorto ai discepoli rinchiusi nella paura, ma riuniti, per affidare loro la missione di liberare la gente: «A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,23). Poiché i verbi sono al passivo, significa che è Dio che libera, ma allo stesso tempo ha bisogno di noi per farlo. È una grande responsabilità, non riservata solo agli Undici, dato che tutti i discepoli riuniti ricevono questa missione. Ma perché questo racconto pasquale? Quali messaggi ci trasmette?

Le pietre del tuo anello avrebbero potuto salvare le vite di un intero popolo.

La storia di Nabot è accaduta molto tempo fa, ma si rinnova tutti i giorni. Qual è il ricco che non ambisce di continuo alle cose altrui? Qual è il ricco che non aspira a strappare al povero il suo piccolo possesso e a invadere i confini dell'eredità dei suoi antenati? Chi si contenta di ciò che ha? Chi non viene eccitato nella propria cupidigia dal possesso del vicino? Non c'è stato solo un Acab; tutti i giorni Acab nasce di nuovo, e mai si estingue il suo seme in questo mondo... Ah, ricchi! Fino a dove aspirate a portare la vostra insensata cupidigia? Siete forse gli unici abitanti della terra? Per quale ragione voi espellete dai loro possessi quelli che hanno la vostra stessa natura, e rivendicate per voi soli il possesso di tutta la terra? La terra è stata creata in comune per tutti, ricchi e poveri: perché dunque vi arrogate il diritto esclusivo del suolo? Nessuno è ricco per natura, dal momento che questa tutti li genera egualmente poveri; veniamo al mondo nudi e se

Che dunque è questa fede! È luce oscura, è cecità che vede

Ecco ciò che vedo e ciò che mi turba. Guardo da ogni parte e dovunque non vedo che oscurità. La natura non mi offre niente che non sia occasione di dubbio e d'inquietudine. Se non vedessi niente con il segno della divinità, mi ridurrei a negare; se vedessi dovunque i segni di un creatore, riposerei nella quiete della fede. Ma, vedendo troppo per negare e troppo poco per essere tranquillo, mi trovo in una condizione miserevole, in cui ho desiderato cento volte che, se un Dio la permette, essa lo riveli senza equivoci; e che se i segni che essa ci dà sono ingannevoli, li sopprima del tutto; che essa dica tutto o niente, affinché io veda la strada da seguire. Al contrario, nella condizione in cui mi trovo, ignorando ciò che sono e ciò che devo fare, io non conosco né la mia condizione né il mio dovere. Il mio cuore anela con tutto se stesso a conoscere dove si trova il vero bene per seguirlo; nessun prezzo sarebbe troppo caro per l'eternità. Invidio coloro che vivono nella

Vita civile e associazioni: un legame possibile

di Pierfrancesco Sesto Rubino “Del resto , noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno”   Rm 8,28 E’ con queste parole che S.Paolo chiama i suoi confratelli della comunità di Roma a confidare nell’amore di Dio che si esprime attraverso l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita e quindi a contribuire all’edificazione del Regno. Tutto concorre, anche i piccoli gesti.

Ma dove andranno i "saggi"?

di Lorenzo Banducci   Difficile poter stare tranquilli in questa fase politica così ingarbugliata per il nostro paese. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo vari giri di consultazioni (le prime avevano portato all’incarico a Pierluigi Bersani) ha deciso di affidare le sorti del Paese a un gruppo di “saggi” bipartisan con il compito di costruire un programma di riforme economiche ed istituzionali intorno alle quali far convergere i partiti.

Le due Chiese nel Vangelo di Pasqua

di Giovanni Vannucci   Leggiamo attentamente la pagina del Vangelo di questa domenica della Risurrezione (Gv 20, 1-9).

In verità, ti dico, oggi tu sarai con me in paradiso

Tu sei in agonia, e tuttavia nel tuo cuore traboccante di dolore c'è ancora posto per la sofferenza altrui. Stai per morire, e ti preoccupi di un criminale il quale, pure nei tormenti, deve riconoscere che il suo martirio infernale non è una pena immeritata nei confronti della sua vita malvagia. Vedi tua Madre, e ti rivolgi anzitutto al figlio prodigo. L'abbandono di Dio ti stringe la gola, e tu parli di Paradiso.

L’Eucarestia in san Giustino martire

A nessun altro è lecito partecipare all’Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato. Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l’intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo. 

Magdi se ne va

di Mirella Camera in “a latere...” (http://alatere.myblog.it) del 25 marzo 2013   Magdi Cristiano Allam ha deciso di lasciare la Chiesa cattolica . Sbattendo pure la porta e rinfacciando alla Chiesa “debolezza” nei confronti dlel’Islam, che per lui, musulmano convertito e per questo col dente particolarmente avvelenato nei confronti degli ex fratelli, è un peccato mortale. Ma non solo. A Magdi, della Chiesa cattolica, ripugnano anche altre cose: il relativismo che, a dispetto di BenedettoXVI, non solo la abita ma addirittura la costituisce; il globalismo , che pretende addirittura la fratellanza di tutti gli uomini (scandalo!), il buonismo che mette allo stesso livello del proprio bene anche quello del prossimo (doppio scandalo!) e che la spinge ad accogliere gli immigrati invece di tutelare il bene “nazionale” (triplo scandalo!).

L'obbedienza non è sempre una virtù

L’opinione pubblica attribuisce ai cattolici di destra lo strano privilegio d’apparire quelli che viaggiano sul sicuro, saldamente agganciati alla roccia della Chiesa. Voi invece quelli della zona pericolosa sull’orlo del precipizio. Le cose non sono così semplici. La via che conduce alla Verità è stretta e ha da ambo i lati precipizi. Esistono eresie di sinistra ed eresie di destra. Il fatto che qualche importante cardinale penda verso le eresie di destra non dà a esse patente di ortodossia. Siamo nella Chiesa apposta per sentirci serrare dalle sue rotaie che ci impediscano di deviare tanto in fuori che in dentro. Queste rotaie non sono costituite dalle interviste del cardinale Ruffini sul giornale della Fiat. Sono invece nel Catechismo diocesano e per portarsele in casa bastano 75 lire. Dopo di che sai preciso cosa puoi dire e cosa no. Tutto quel che non è proibito è permesso e credimi che non è poco.

L'Eucaristia come memoria sovversiva

La Chiesa deve comprendersi e dimostrarsi co­me la testimone pubblica e la trasmettitrice di una memoria sovversiva di libertà in mezzo ai "sistemi" della nostra società protesa verso l'emancipazione. Questa tesi si fonda sulla memo­ria come forma fondamentale di espressione del­la fede cristiana e sulla portata centrale e peculia­re che in essa detiene la libertà. Nella fede noi cristiani attuiamo la memoria passionis, mortis et resurrectionis Jesu Christi; credendo che ci ricor­diamo del testamento del suo amore, nel quale il Regno di Dio appare in mezzo agli uomini pro­prio per il fatto che i potenti hanno incominciato ad essere abbattuti, che Gesù ha aderito al parti­to di coloro che non si mettono in vista, sono ra­diati ed oppressi proclamando così questo Regno di Dio che viene come potenza liberatrice di un amore assoluto. Questa memoria Jesu Christi non è un ricordo che dispensi illusoriamente dal­le audacie del futuro. Non è come una specie di controfigur

Nella costituzione di Giovanni Paolo II la possibilità delle dimissioni Il ministero petrino come garante dell’unità della fede

di Luigi Mariano Guzzo Le dimissioni di Papa Benedetto XVI dall’esercizio del ministero petrino per alcuni sono apparse in linea di discontinuità con la scelta di Giovanni Paolo II a rimanere sul soglio pontificio fino allo stremo delle energie fisiche. D’altronde, si è detto pure, ogni Papa è diverso da suoi predecessori, così come anche ogni esercizio di santità è intessuto di vissuto, di esperienza, di consapevolezza che lo rende altamente personale. Da un lato lo slancio eroico, tipica della spiritualità slava, di Wojtyla; dall’altro la razionalità teologica, propria della mentalità tedesca, di Ratzinger: entrambi, però, insegnano di una Chiesa che trova fondamento nel mistero incarnato della Parola di Dio e che è guidata da forze che travalicano quelle umane.

Una giornata particolare

di Lorenzo Banducci Il suono, sempre terribile, della sveglia ha spento il mio torpore in una tiepida mattina di metà marzo. Ho avuto appena il tempo di stropicciarmi gli occhi e aprire la finestra per vedere fuori. Erano le 6 del mattino di un 13 marzo particolare, ma io ancora non lo sapevo.

No al clericalismo e alla borghesia dello spirito

di Jorge Mario Bergoglio     Omelia del 2 settembre 2012 a Buenos Aires.   L ’ascolto della Parola mi ha fatto sentire tre cose: vicinanza, ipocrisia e mondanità. La prima lettura dice: «Per caso esiste una nazione così grande da avere i propri déi vicini quanto lo è il Signore nostro Dio a noi?». Il nostro Dio è un Dio che si avvicina. È un Dio che si fa vicino. Un Dio che ha iniziato a camminare con il suo popolo e dopo si è fatto uno di loro come Gesù Cristo, per esserci più vicino. Ma non con una vicinanza metafisica, ma con quella vicinanza che descrive Luca quando Gesù va a curare la figlia di Jairo, con la gente che lo spintona fino a soffocarlo mentre un’anziana tenta di toccargli il mantello. Con questa vicinanza della moltitudine che voleva azzittire il cieco che con le grida voleva farsi sentire all’entrata a Gerico. Con questa vicinanza che ha dato animo a quei dieci lebbrosi per chiedergli di lavarli. Gesù è qui. Nessuno voleva perdersi questa vicinanza, p

Il centro di gravità del cattolicesimo si è spostato

di Henri Tincq   in “www.slate.fr” del 15 marzo 2013 (traduzione: www.finesettimana.org )   L'Europa non è più il centro della Chiesa. Giovanni Paolo II era venuto dall'Est, papa Francesco viene dal Sud. Il centro di gravità del mondo cattolico si è spostato. Il suo orizzonte si è ampliato, mondializzato. Un orizzonte che non è più, per il nuovo papa, quello delle guerre europee che avevano così dolorosamente segnato degli uomini come il polacco Karol Wojtyla e il tedesco Jospeh Ratzinger.

Strappate i cuori, guarite il mondo

in “Il Sole 24 Ore” del 14 marzo 2013 Questo è il testo dell'omelia che il Cardinale Jorge Mario Bergoglio ha pronunciato a Buenos Aires il 13 febbraio 2013 nella funzione del mercoledì delle Ceneri. È il messaggio quaresimale dell'Arcivescovo ai sacerdoti, ai consacrati e ai laici dell'Arcidiocesi argentina. Attraverso i mezzi di comunicazione, piano piano ci abituiamo a sentire e a vedere la cronaca nera della società contemporanea, che si presenta quasi come una gioia malvagia, e ci abituiamo anche a toccarla e sentirla nelle cose che ci circondano e nella nostra propria carne. Il dramma si sente nelle strade, nei quartieri, nella nostra casa e, perché no, nel nostro cuore. Conviviamo con la violenza che uccide, che distrugge le famiglie, ravviva le guerre e i conflitti in tanti Paesi del mondo.

Extra omnes!

di Lorenzo Banducci   EXTRA OMNES! Due semplici parole in latino daranno via al prossimo Conclave della Chiesa Cattolica che porterà all’elezione di un nuovo Pontefice. I Cardinali riuniti nella Cappella Sistina faranno interamente posto nei loro cuori e nelle loro menti alla luce dello Spirito che guiderà la loro scelta.

Elezione del Papa: lettera ai cardinali

di Bureau de la fédération “Réseaux du Parvis” in “www.reseaux-parvis.fr” del 4 marzo 2013 (traduzione: www.finesettimana.org )   Signor Cardinale,   I cattolici, ma non solo loro, si chiedono chi sarà il nuovo Papa e quale sarà il volto della Chiesa che risulterà da questa elezione. Ognuno immagina la somma delle pressioni di tutti i tipi e dei punti di vista contraddittori che Lei deve gestire per prendere la sua decisione. In “Chrétiens des Parvis” , riuniamo nella nostra Federazione donne e uomini preoccupati di vivere il Vangelo nel mondo di oggi, e desideriamo condividere con Lei le nostre preoccupazioni e le nostre speranze.

Il Regno come vita in Cristo

di Vladimir Zelinskij dal sito www.dimensionesperanza.it Il paese del Regno è escatologico, esso si trova al centro della nostra fede e nello stesso tempo sulla terra nuova e nei cieli nuovi. Ma ci sono i segni del Regno lasciati sulla terra vecchia.

I canoni di Dordrecht

Lo scopo del Sinodo tenuto a Dordrecht era quello di comporre una controversia che era sorta nelle chiese olandesi dopo la diffusione delle dottrine dell'Arminianesimo. Dopo la morte di Jacob Arminio, i suoi seguaci avevano sollevato obiezioni alla Confessione di fede belga e all'insegnamento di Giovanni Calvino, Beza e i loro seguaci. Queste obiezioni erano state pubblicate in un documento chiamato "la Rimostranza" nel 1610 ed i suoi propositori erano stati chiamati "Rimostranti". Gli oppositori calvinisti, guidati dal professor Francis Gomar dell'Università di Leida, divennero conosciuti come i "Controrimostranti". Nella "Rimostranza" e in altri scritti più tardi, gli arminiani avevano pubblicato un'alternativa alle dottrine calviniste della Confessione di fede belga su cinque punti. Insegnavano che l'elezione di Dio era basata solo sulla previsione che Dio aveva fatto della fede di chi poi avrebbe eletto; la redenzione

L'ordinazione delle donne diacono nella tradizione bizantina

Questo è il rito di ordinazione per le diaconesse come venne ricostruito nel 1647 da Giacomo Goar utilizzando almeno sette manoscritti. Goar afferma di essersi servito dei documenti presenti nella biblioteca reale ( di Francia ?) , e delle collezioni Barberini, Grottaferrata, di San Marco a Firenze, Tilliana, Allaziana e Coresiana .Vi sono inclusi, senza dubbio, i manoscritti de Nicolis e Giorgio Varo , ed altri ancora. Il testo greco venne pubblicato, assieme alla traduzione in latino di Goar , in Euchologion sive Rituale Graecorum, Parigi 1647; pp. 262-264; con delle note pp. 264-267. commenti ‘ Preghiera di Ordinazione( cheirotonia ) di una diaconessa’ Tutti gli ordini maggiori erano conferiti all'interno della chiesa, dinnanzi all'altare. Dopo l'offertorio sacro, quando le porte della chiesa sono state aperte, davanti al Diacono comincia la litania 'Tutti Santi' ; la donna che è ordina