da "Pacem in terris", Giovanni XXIII
82. Le linee dottrinali
tracciate nel presente documento scaturiscono o sono suggerite da esigenze
insite nella stessa natura umana, e rientrano, per lo più, nella sfera del
diritto naturale. Offrono quindi ai cattolici un vasto campo di incontri e di
intese tanto con i cristiani separati da questa Sede apostolica quanto con
esseri umani non illuminati dalla fede in Gesù Cristo, nei quali però è
presente la luce della ragione ed è pure presente ed operante l’onestà
naturale. "In tali rapporti i nostri figli siano vigilanti per essere
sempre coerenti con se stessi, per non venire mai a compromessi riguardo alla
religione e alla morale. Ma nello stesso tempo siano e si mostrino animati da
spirito di comprensione, disinteressati e disposti ad operare lealmente nell’attuazione
di oggetti che siano di loro natura buoni o riducibili al bene" .
83. Non si dovrà però mai
confondere l’errore con l’errante, anche quando si tratta di errore o di
conoscenza inadeguata della verità in campo morale religioso. L’errante è
sempre ed anzitutto un essere umano e conserva, in ogni caso, la sua dignità di
persona; e va sempre considerato e trattato come si conviene a tanta dignità.
Inoltre in ogni essere umano non si spegne mai l’esigenza, congenita alla sua
natura, di spezzare gli schemi dell’errore per aprirsi alla conoscenza della
verità. E l’azione di Dio in lui non viene mai meno. Per cui chi in un
particolare momento della sua vita non ha chiarezza di fede, o aderisce ad
opinioni erronee, può essere domani illuminato e credere alla verità. Gli
incontri e le intese, nei vari settori dell’ordine temporale, fra credenti e
quanti non credono, o credono in modo non adeguato, perché aderiscono ad
errori, possono essere occasione per scoprire la verità e per renderle omaggio.
84. Va altresì tenuto
presente che non si possono neppure identificare false dottrine filosofiche
sulla natura, l’origine e il destino dell’universo e dell’uomo, con movimenti
storici a finalità economiche, sociali, culturali e politiche, anche se questi
movimenti sono stati originati da quelle dottrine e da esse hanno tratto e
traggono tuttora ispirazione. Giacché le dottrine, una volta elaborate e
definite, rimangono sempre le stesse; mentre i movimenti suddetti, agendo sulle
situazioni storiche incessantemente evolventisi, non possono non subirne gli
influssi e quindi non possono non andare soggetti a mutamenti anche profondi.
Inoltre chi può negare che in quei movimenti, nella misura in cui sono conformi
ai dettami della retta ragione e si fanno interpreti delle giuste aspirazioni
della persona umana, vi siano elementi positivi e meritevoli di approvazione?
85. Pertanto, può verificarsi che un avvicinamento o un incontro
di ordine pratico, ieri ritenuto non opportuno o non fecondo, oggi invece lo
sia o lo possa divenire domani. Decidere se tale momento è arrivato, come pure
stabilire i modi e i gradi dell’eventuale consonanza di attività al
raggiungimento di scopi economici, sociali, culturali, politici, onesti e utili
al vero bene della comunità, sono problemi" che si possono risolvere
soltanto con la virtù della prudenza, che è la guida delle virtù che regolano
la vita morale, sia individuale che sociale. Perciò, da parte dei cattolici
tale decisione spetta in primo luogo a coloro che vivono od operano nei settori
specifici della convivenza, in cui quei problemi si pongono, sempre tuttavia in
accordo con i principi del diritto naturale, con la dottrina sociale della
Chiesa e con le direttive della autorità ecclesiastica. Non si deve, infatti,
dimenticare che compete alla Chiesa il diritto e il dovere non solo di tutelare
i principi dell’ordine etico e religioso, ma anche di intervenire
autoritativamente presso i suoi figli nella sfera dell’ordine temporale, quando
si tratta di giudicare dell’applicazione di quei principi ai casi concreti.
Commenti