Agostino, Genesi alla lettera
Accade
infatti assai spesso che, riguardo alla terra, al cielo, agli altri
elementi di questo mondo, al moto e alla rivoluzione o anche alla
grandezza e distanza degli astri, intorno alle eclissi del sole e
della luna, al ciclo degli anni e delle stagioni, alla natura degli
animali, delle piante, delle pietre e di tutte le altre cose di tal
genere, anche un pagano abbia tali conoscenze da sostenerle con
ragionamenti indiscutibili e in base ad esperienza personale. Orbene,
sarebbe una cosa assai vergognosa e dannosa e da evitarsi a ogni
costo, se quel pagano sentisse quel tale parlare di questi argomenti
conforme - a suo parere - al senso delle Scritture cristiane dicendo
invece tali assurdità che, vedendolo sbagliarsi - come suol dirsi -
per quanto è largo il cielo, non potesse trattenersi dal ridere.
Ma
è spiacevole non tanto il fatto che venga deriso uno che sbaglia,
quanto il fatto che da estranei alla nostra fede si creda che i
nostri autori [sacri] abbiano sostenuto tali opinioni e, con gran
rovina di coloro, della cui salvezza noi ci preoccupiamo, vengano
biasimati come ignoranti e rigettati. Quando infatti, riguardo ad
argomenti ben noti ad essi, i pagani sorprendono un cristiano che
sbaglia e difende una sua opinione erronea appoggiandola ai nostri
Libri sacri, in qual modo potranno prestar fede a quei Libri quando
trattano della risurrezione dei morti, della speranza della vita
eterna e del regno dei cieli, dal momento che penseranno che questi
scritti contengono errori relativi a cose che hanno potuto già
conoscere per propria esperienza o in base a sicuri calcoli
matematici? Non può dirsi abbastanza qual pena e tristezza rechino
ai fratelli assennati questi cristiani temerari e presuntuosi quando,
allorché vengono criticati e convinti d'errore a proposito delle
loro erronee e false opinioni da parte di coloro che non sono
vincolati dall'autorità dei nostri Libri sacri. Costoro inoltre, al
fine di sostenere ciò che affermano con sventatissima temerarietà e
chiarissima falsità, si sforzano di addurre i medesimi Libri sacri
con cui provare le loro opinioni e arrivano perfino a citare a
memoria molti passi da loro ritenuti come valide testimonianze in
proprio favore, senza
comprendere né quel che dicono né ciò che danno per sicuro.
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