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Salire in politica



Comincia con questa intervista a Mario Agostino, un caro amico della FUCI e un vero “Nipote di Maritain”, questa rubrica del nostro blog dedicata, a pochi giorni dal voto, alle prossime elezioni politiche. Impariamo a conoscere alcuni candidati al Parlamento e tramite le loro parole apprendiamo anche il programma politico del partito di riferimento, visto che i quotidiani ne parlano poco o nulla in questi giorni.


 

Cosa ti ha spinto a candidarti nella lista “Scelta civica per Monti”?
 
Cari amici, vi ringrazio intanto per l’interesse che mostrate nei confronti della politica, “questa sconosciuta” per tanti nostri coetanei. Forse qualcuno di voi è a conoscenza delle motivazioni che mi hanno spinto a questa scelta, conoscendo la mia indole ed i miei trascorsi associativi, ma sono ad ogni modo assolutamente contento di condividere con voi le motivazioni fondanti rispetto a questo impegno che ho deciso di prendere. Si è trattato di una scelta personale che ho accettato di sostenere per ideale di libertà, giustizia e fraternità rispetto ai contesti in cui siamo chiamati a rispondere responsabilmente. Sono gli stessi valori che mi hanno sempre motivato a dare tutto me stesso per le cause in cui credessi, fossero personali, comunitarie, associative o professionali. In altri termini, la radicata propensione a giocarsi per una ragione di miglioramento delle nostre comunità è per me riassumibile in una ragione d’amore, la stessa essenza che imputiamo di fatto a Dio, da cui siamo convinti discenda la possibilità di tradurre in azioni il nostro libero arbitrio. Ho deciso di espormi nel campo più insidioso delle relazioni e dell'impegno, quello più dibattuto e anche a mio avviso più delicato per la nostra società: la politica. Il presupposto necessario a muovermi è stata la convinzione che essa sia strategicamente la sfera più efficace per sopperire a gravissime lacune sistemiche che l’uomo stesso, mosso da ben altre ragioni al di fuori dell’amore, ha provocato nei decenni in questo nostro straordinario ma talvolta così contraddittorio Paese. Ho così accettato, invitato dal gruppo vicino ad Andrea Riccardi, Ministro proveniente dall'esperienza della Comunità di Sant'Egidio, di sostenere per la Toscana la Scelta Civica con Monti per l'Italia, come candidato alla Camera: una candidatura di solo servizio, di sostegno, si direbbe, senza alcuna possibilità di accesso in Parlamento, dato che si tratta di posizione 26 in una lista bloccata grazie alla sciagurata legge elettorale che i maggiori partiti non hanno voluto cambiare neanche in quest'ultimo anno, nonostante i continui richiami del Presidente della Repubblica e l'indirizzo dato in merito dal governo Monti, incaricato un anno fa.

 

Di quali idee ti fai promotore per il futuro del nostro paese?

Come idee prospettiche, innanzitutto la ferma convinzione che non esistono molteplici etiche a seconda dei contesti d’impegno: le doppie morali, ad esempio tra vita privata e vita politica, sono a mio avviso tendenze di schizofrenia etica che sottendono compromessi inaccettabili sul piano del rispetto della collettività. In questo senso, tornare a finalizzare la politica esclusivamente ad una visione comunitaria del servizio che si compie è essenziale per ricostituirne la vocazione al servizio di quel celeberrimo ed abusato concetto di “bene comune”. Testimoniare a partire dai vertici delle istituzioni la volontà di impegnarsi al servizio degli altri e condurre per etica ogni quotidiana attività è a mio avviso fondamentale per recuperare il rapporto compromesso tra società civile e classe politica. Come idee specifiche, sono numerosi i settori che necessitano di radicale revisione ed intervento ma per non essere generico mi atterrò alle domande specifiche nel merito e vi invitò a consultare criticamente i siti www.agenda-monti.it e www.sceltacivica.it

 

Cosa proponi invece per la Toscana?

La nostra regione viene da anni e anni di incontrastato governo delle sinistre. Questo ha portato evidenti vantaggi ma anche clamorose storture, inerenti soprattutto la gestione del potere che, non si dimentichi, non è fine delle politica ma strumento di cui servirsi con grande equilibrio e buon senso, sotto l’occhio della legge. Eppure sul piano infrastrutturale, parlo tanto di dissesto idrogeologico come di gestione della sanità, sul piano della commistione tra politica locale e banche, pensiamo al caso Monte Paschi, abbiamo riscontrato inaccettabili e nauseanti gestioni. La dispersione di fondi europei, la mancanza di una strategia regionale sul piano delle vie di comunicazione (pensiamo agli aereoporti e alle ferrovie), e della stessa carenza sul piano dell’approccio e della trasparenza della comunicazione del nuovo millennio (pensiamo alla gestione Open Data da adottare nelle pubbliche) chiamano in causa le nostre coscienze: reputiamo necessario proporre nuove personalità e soprattutto contenuti atti a unire nel nome di provvedimenti, contro nessuno ma a vantaggio di tutti. Settori poi come artigianato e turismo, spesso mortificati dalla commistione colpevole tra politici locali e lobby poco raccomandabili anche di origine internazionale, non possono non essere rilanciate in un’ottica di sviluppo collettivo in chiave occupazionale soprattutto per i nostri stessi coetanei, i quali hanno ricominciato a lasciare la Toscana, come emerge dall’ultimo Rapporto sulle Migrazioni della Toscana.

 

Come vedi la prospettiva di un pareggio al Senato fra centro-sinistra e centro-destra? Pensi che sia accettabile un governo Bersani appoggiato da Monti o ritieni che sia giusto tornare alle urne in caso di pareggio?

Sono convinto che i sondaggi vadano accolti con beneficio di inventario e che dunque qualsiasi considerazione in merito vada fatta dopo il voto, anche se prepararsi a più scenari credo sia proprio di chi è chiamato a guidare le sorti di un Paese: personalmente credo che, anche se non in modo netto, la coalizione delle sinistre di Bersani abbia ad ora più possibilità degli altri di il maggior numero di consensi. Vedremo come vorranno perciò loro portare avanti le sorti del nostro Paese, una volta investite della carica; certamente noi abbiamo a cuore non contenitori ma contenuti di cui il Paese, a rischio bancarotta solo un anno fa, ricrdiamolo, come ora accade nella Grecia attuale, non può fare a meno se non vuole essere di nuovo in balìa di sistemi globali che nulla hanno a che vedere con il bene comune degli italiani sopra citato.

 

Come pensi di rilanciare l’occupazione giovanile?

Innanzitutto cambiando certi meccanismi del mercato del lavoro, in modo che siano più tutelati quelli che (peraltro come me stesso) adesso sono precari o sono del tutto disoccupati. Rendere meno ‘ingessato’ il mercato del lavoro è una priorità generale, ma meglio dare subito linee specifiche. Partirei dal “Fondo opportunità giovani”, ossia lo stanziamento di risorse che la Scelta Civica con Monti s’impegna a realizzare per giovani bisognosi e meritevoli, in particolare del Sud, che sarà finanziato con risorse erogate dallo Stato a partire dal primo anno della scuola media: sostanzialmente le somme versate sul fondo terranno conto del reddito della famiglia e dei risultati scolastici ottenuti e questa dotazione diverrà disponibile al diciottesimo anno di età cosicché il fondo sarà strumento per i giovani provenienti da famiglie con reddito medio basso al fine di coprire almeno in parte i costi di formazione o istruzione universitaria o per mettere su piccole attività economiche. Ritengo poi che tagliando alcune spese storiche della politica (come il 25% in meno di auto blu realizzato da Monti), le province e diverse voci delle regioni, si generano condizioni di favore per noi giovani. La Scelta Civica peraltro propone in Agenda un “Piano straordinario per l’occupazione dei giovani”: attuare le linee d’azione indicate e in parte finanziate dall’Unione Europea (Youth Guarantee), perché a ciascun giovane sia offerto un servizio efficiente di orientamento scolastico e professionale ed entro quattro mesi una opportunità di lavoro, apprendistato, o formazione mirata agli sbocchi effettivamente esistenti. Un punto specifico dell’Agenda di lavoro del Professor Monti riguarda anche le imprese giovanili, estremamente favorite anche grazie a tagli molteplici di imposte per l’avvio, e il rilancio delle politiche agricole, per non dilungarmi rispetto alle quali vi rimando all’Agenda Monti, che trovate su www.agenda-monti.it. Dato che si parla di noi giovani, ritengo importante lo scioglimento per la nostra generazione dei debiti che il sistema pensionistico precedente di vincolava ad avere: se oggi noi giovani, spesso precari, non dovremo pagare le pensioni anche di chi è andato in pensione a 45 anni, questo sarà dovuto alla tanto criticata Riforma Fornero dello scorso anno.

 

Per te che provieni dal mondo dell’associazionismo cattolico (FUCI. AC e MEIC) pensi che la lista Monti (piena di ex-MSI o di rappresentati del mondo finanziario ed imprenditoriale, oltre che di politici riciclati provenienti da altre fazioni) possa rappresentare questa componente del cattolicesimo democratico?

 

Premetto che, a causa dell’enorme campagna anti-Monti di molti imponenti agglomerati mediatico-partitici, ci sono alcuni concetti da chiarire: nella “Scelta Civica con Monti” per la Camera non c’è alcun Parlamentare, mentre al Senato la coalizione “Con Monti” vede Udc (sotto il 3%) e FLI (intorno all’1%) essere stati accettati da Monti per sostenere l’omonima Agenda programmatica e le riforme relative. Monti ha lanciato contenuti rintracciabili su due siti e il movimento nuovo chiamato Scelta Civica (la prima nella storia della Repubblica per le elezioni nazionali), non è andato a sostenere partiti già esistenti ma sono stati piuttosto Casini e Fini a proporsi come sostenitori e a ricevere l’accettazione in quanto mai d’ostacolo in un anno di governo tecnico per le riforme. A proposito, permettetemi di confidare che ritengo comunque meno grave questo minimo rimasuglio di nomenclatura vetero-partitica, che da altre parti ripropone come appoggio invece la Lega Nord o le stesse correnti di sinistra che hanno tradito Prodi due volte (nella prima, quando eravamo bambini, Vendola sedeva con Bertinotti in Parlamento, ora si ripropone come sostegno, rinnega l'europeismo riformatore di Monti e impone al PD stesso, che aveva sostenuto Monti, di tradire la visione riformatrice europea di cui Monti si è fatto garante proprio nei confronti della Merkel).

Circa i componenti specifici, condivido perplessità su qualche nome dunque, ma certamente molto meno che altrove, dando per ovvia l’inesistenza di perfezione in politica come altrove. Circa la condizione agiata di alcuni candidati, vi basti pensare, amici, che molti candidati sono liberi professionisti precari come me, senza alcuna promessa o rimborso, senza alcuna segreteria di sostegno (dato che il nuovo movimento ha solo un mese di vita), e che hanno tutto da perdere sul piano personale ed economico da questa esposizione. Ritengo che a fare da garante sia l’attenzione ai contenuti e la testimonianza di servizio alla collettività, più che ai contenitori, per un “cattolico democratico”, proprio perché tendo a diffidare delle categorizzazioni a priori: cosa significa oggi essere di centro, di sinistra o di destra, quando si è pronti a propugnare eventuale superiorità di una geografia parlamentare piuttosto che di un’altra senza prendere in esame poi le concrete proposte e l’effettiva garanzia dei protagonisti che se ne fanno carico agli occhi dell’elettorato? Quale destra è quella che ha ripetutamente tradito la “rivoluzione liberale” e la semplificazione burocratica, appesantendo invece la macchina statale e accettando monopoli evidenti sul piano mediatico e non solo? Quale sinistra è quella a tratti lobbista e settaria che sui territori delle regioni centrali, come spesso in ambito nazionale, non si è opposta, quando non si è addirittura avvantaggiata, di conflitti d’interessi mai contrastati con riforme giuridiche all’altezza; quale sinistra è quella disposta a fare estinguere la produttività in nome di alcuni minuti di pausa caffè in meno, facendo così mancare a medio termine il pane agli operai stessi che dovrebbe difendere? Quale sinistra è quella radicata in posizioni sindacaliste estreme volte nei fatti a costringere noi giovani a pagare il debito accumulato da generazioni precedenti? Credo che la Scelta Civica imponga attenzione a contenuti radicalmente innovativi e conceda finalmente spazio a voci cattoliche democratiche spesso relegate a parte minimale in altri agglomerati, come quelle di amici di Azione Cattolica nel Pd ad esempio, resi costantemente non incisivi quando non semplici “portatori d’acqua” al mulino di vecchie ideologie che tengono bloccato lo stesso PD e la sua vocazione a proporsi qualche anno fa come partito in grado di esaltare due anime storiche. In termini di area politica, la presenza promotrice e di primaria importanza nella Scelta Civica di due figure dell’associazionismo cattolico attivo in ambito sociale, come Olivero e Riccardi, è garanzia in questo senso.

 

 

Come ti poni nei confronti dei temi eticamente sensibili (unioni/matrimoni omosessuali,procreazione assistita, fine vita, aborto e divorzio breve)?

Premetto che a mio avviso la difesa della vita non è confinabile al esclusivo richiamo di due o tre mediaticamente cosiddetti “valori non negoziabili”, che certo ho a cuore e difendo, ma piuttosto essa sia una forma mentis in nome della quale la politica è chiamata a curare ogni momento della vita umana, sia essa nei frangenti che la vedono mortificata dalla sopraffazione di associazioni a delinquere, piuttosto che nella disperazione di immigrati che lasciano la propria terra per non soffrire la fame o per una vita ove i diritti umani siano maggiormente tutelati, o ancora nella ricerca affannosa da parte dei giovani delle possibilità per formare una famiglia, dei più anziani di curarsi in caso di malattia o di tanti concittadini di vedersi aiutare in caso di disabilità. In altri termini, non vorrei che in nome di due valori “non negoziabili” che attengono ad inizio e fine vita, noi definiti “cattolici democratici” sacrifichiamo ancora, come spesso accaduto negli ultimi 20 anni, tutta la vita che vi sta in mezzo, e alla quale la politica è chiamata a dare risposte attuative più che dialettiche, in nome di questa o quella “linea di partito” spesso molto ideologica e poco vicina alla realtà. La difesa della vita dunque riguarda per me anche la contrarietà all’aborto e all’eutanasia, che vorrei tuttavia ben distinguere dall’accanimento terapeutico, cui non possiamo non opporci come la Scienza e la stessa Dottrina Sociale della Chiesa propongono. Affermo questo perché convinto che la vita non appartenga all’uomo ma a Colui che ne ha voluto la venuta al mondo come creatura unica e irripetibile: la vita è un bene supremo non disponibile, da cui discende la stessa libertà dell’uomo nella relazione, che gli impone di non “disporre” mai di se stesso o di altri ma piuttosto di farsi strumento per l’altro. Non si dà infatti, sappiamo, cristianesimo senza alterità e approccio comunitario all’esistenza. Tutto, in questo senso, richiama l’etica: tutto è vita, se in vita, degna di difesa seppure mai di accanimento. Circa i matrimoni omosessuali, ritengo ci sia una distorsione giuridica oltreché concettuale di partenza: credo che il nostro Paese, grazie alla comune riflessione e volontà dei padri costituenti comunisti, liberali e cattolici, abbia a disposizione forse la più grande Costituzione della Storia. Questo splendido testo, inapplicato nella maggior parte dei sui sacri punti, recita ai punti 29-30 e 31 cosa si intende per famiglia e unioni familiari, sancite da matrimonio. Io da laico e garante della Costituzione, ma anche da umile allievo di psicologi, antropologi e sociologi, concepisco come unione familiare la cellula formata da uomo, donna ed eventuali figli tramite matrimonio, civile o religioso che sia. Come assunzione di diritti e doveri, non condivido perciò forme alternative per coppie eterosessuali. Se si parla di coppie omosessuali, dunque “coppie” e non famiglia, credo che il nostro Paese debba rafforzare alcune garanzie di diritti per queste persone, sulle quali è indietro. In questo senso, condivido la possibilità di prendere in esame riconoscimenti specifici per le coppie omosessuali da parte dello Stato, da definire secondo autonomia di coscienza e maggiore accordo parlamentare possibile.

 

Quali idee portate per le politiche familiari?

La famiglia non può essere un punto programmatico ma è piuttosto una categoria politica stessa di ogni Ministero, a nostro giudizio. Quersto perché l’istituzione familiare rapresenta la forma primaria e basilare di welfare, agenzia educativa e ragione di stabilità relazionale, giuridica ed economica per uno Stato. L’impegno portato da Scelta Civica con Monti per l’Italia abbraccia perciò con assoluta convinzione le istanze indicate dal Forum per le associazioni familiari, che ha chiesto l’attuazione di politiche atte alla promozione di quella che reputiamo la prima cellula basilare della nostra società, la famiglia. Prima su tutti la considerazione riguardante il Quaziente familiare: viviamo un tempo in cui un single che percepisce 800 euro al mese è più benestante di un padre di famiglia che ne percepisce 2000 ma ha a carico moglie e due figli ad esempio. I punti cui ho dato la mi adesione con altri candidati, e per i quali mi sono fatto promotore per l’esattezza sono 7 e potete trovarli rapidamente al link: http://www.forumtoscanofamiglie.it/forum/attachments/article/61/Piattaforma%20estratto%20pol.2013.pdf

 

Quale visione di Europa avete in mente?

Secondo noi l’Italia, Paese fondatore, deve essere protagonista di un fase di riforma dell’UE, come l’Agenda Monti indica proprio come primo punto (certo indicativo!). L’Unione deve essere garante di volontà di crescita economica e sviluppo sociale secondo il modello dell’economia sociale di mercato che le sue tradizioni propugnano e che l’Agenda Monti delinea come cardine. L’Italia deve battersi per un’Europa più comunitaria, meno intergovernativa meno distante dai cittadini, attraverso un’autentica Unione economica e monetaria, basata su una più intensa integrazione fiscale, bancaria, economica e politico istituzionale. Ma l’influenza sulle decisioni comuni nasce dalla credibilità, dal saper far valere peso economico e politico, da idee su cui creare alleanze. Per questo non si può prescindere da finanze pubbliche sane ed una maggiore solidarietà finanziaria attraverso forme di condivisione del rischio, maggiore attenzione all’inclusione sociale e alla sostenibilità ambientale. La Scelta Civica con Monti si caratterizza per il principio secondo cui le politiche economiche di ciascuno Stato Membro dell’Unione sono una questione di interesse comune dell’Unione europea e come tali soggette a coordinamento, orientamento e monitoraggio da  parte della stessa, che non certo a caso rivolge ogni anno   all’Italia, come a tutti gli altri Stati Membri, raccomandazioni e disposizioni.   

 

 Per quale visione di politica internazionale il nuovo governo si dovrà adoperare?

 

Sappiamo tutti quanto il Governo Monti si sia speso moltissimo sul fronte internazionale, convinto che il destino di ogni Paese non si decida più nei suoi confini ma soprattutto attraverso relazioni globali in cui è inserito. L’aggettivo “italiano” nel mondo è indicativo per lo sviluppo del nostro Paese, per questo è stata data priorità a rafforzare la posizione dell’Italia dentro l’Unione europea ed al legame con gli USA. Ma la nostra posizione al centro del Mediterraneo ci conduce a guardare con una visione strategica ai grandi cambiamenti della Primavera araba sostenendone i percorsi di vera democratizzazione. Confermato il multilateralismo come ottica nelle Nazioni Unite, nel G8 e nel G20. Non si vive di italianismo ma la cultura italiana può portare attraverso l’Europa una visione che concili vocazione a mantenere la Pace e a portare attenzione sul rispetto dei diritti umani. Ma perché qualsiasi sogno di unione della famiglia umana abbia gambe, dobbiamo assicurare credibilità e stabilità: questo non si fa vendendo illusioni o promettendo la Luna ma lavorando con competenza per testimoniare buone pratiche ed affidabilità.

          

        

Come pensate di fermare il declino del sistema produttivo e industriale italiano?

Sono molti e precisi i punti fondamentali in questo ambito, cerco di sintetizzarli: innanzitutto ridurre la pressione fiscale sul reddito da lavoro, attraverso progressiva riduzione dell’IRPEF a partire dai redditi medio-bassi, mentre per le imprese di ridurre progressivamente ma significativamente l’IRAP: l’obiettivo primario è eliminare il monte salari dalla base imponibile dell’IRAP. Per favorire i redditi più bassi, le famiglie e gli anziani, a conti ora stabili è possibile intervenire sull’IMU a partire dal 2013 aumentando la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro e raddoppiando le detrazioni per figli a carico da 50 a 100 euro per figlio, introducendo una detrazione di 100 euro per anziani soli e persone con disabilità, il tutto fino ad un massimo di 800 euro. Complessivamente la riduzione del gettito IMU sarà di circa 2.5 miliardi di euro.

Non verrà introdotto alcun condono fiscale mentre per creare nuova occupazione e contrastare la precarietà proponiamo “un nuovo contratto di lavoro a tempo indeterminato, con tre caratteristiche: più basso costo previdenziale e fiscale; più flessibililtà del contratto indeterminato standard e con tutele del posto crescenti nel tempo; ma soprattutto indeterminato e con le tipiche tutele ad esso associate (maternità, malattia, pensione, tutele contro le discriminazioni, ecc.)”.

In tema di ammortizzatori sociali, ci proponiamo di consentire che, nei nuovi rapporti di lavoro, l’impresa che si trova a dover licenziare sostituisca il contratto di lavoro con un contratto di ricollocazione. Per incrementare produttività e competitività vogliamo favorire lo sviluppo di reti di “business angels” che sostengano finanziariamente la nascita di start up innovative ed introdurre misure che aiutino le imprese a trovare finanziamenti per crescere di dimensione e migliorare i loro processi produttivi. Le liberalizzazioni sono un punto cardine del programma ed in sede di Unione europea ci batteremo affinché al Fiscal Compact si accompagni sempre di più una strategia credibile e operativa per la crescita (investimenti pubblici, Mercato Unico) così come l’Italia è riuscita a fare al Consiglio europeo nel giugno 2012.

 Per dotare il sistema produttivo di nuove infrastrutture,  ci proponiamo di incrementare complessivamente il rapporto investimenti pubblici/PIL circa dello 0.8% nel corso della legislatura, a fronte del dimezzamento avvenuto nei 9 anni passati. Sarà fondamentale rivedere la spesa pubblica centrale e locale: il contenimento della spesa pubblica avverrà sia sul versante delle quantità di beni e servizi acquistate dalle Amministrazioni centrali e locali che sul versante del prezzo pagato dalle Amministrazioni a fornitori nazionali e internazionali. Il taglio dei costi della politica sarà tra i primi obiettivi nel processo di contenimento della spesa corrente. Anche in questo caso vi rimando al preciso link pubblicato: http://www.agenda-monti.it/posts/1384

 

 

Come vi ponete di fronte alla tematica della flexicurity?

Per Scelta Civica è una missione fondativa il superamento del dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro: abbiamo letto e sentito da Monti e non solo come “occorre consentire a imprese e lavoratori di sperimentare un contratto di lavoro a tempo indeterminato meno costoso (riduzione del cuneo fiscale e previdenziale) e più flessibile, anche per rendere possibile l'assorbimento nell’area del lavoro dipendente regolare di centinaia di migliaia di collaborazioni autonome continuative irregolari, senza perdite di occupazione dovute ad aumenti di costi e/o di rigidità”. In questo senso, il Professor Monti ed il Professor Ichino hanno dettato questa precisa Agenda Lavoro che vi invito a scorrere rapidamente: http://www.agenda-monti.it/posts/1366

 

Come vi ponete di fronte al tema dei diritti dei migranti?

Credo che su questa terra siamo tutti, di fatto, migranti. Non solo in una prospettiva escatologica cristiana ma in una laicissima considerazione di società globale che ci chiama per studio, lavoro, relazioni a spostarci per il globo. Chi parla di arresto delle migrazioni nella maggior parte dei casi è uno sprovveduto senza alcune nozioni storico-geografiche, se non un uomo in malafede in quanto xenofobo. Uno Paese che guarda alla sua collocazione storico temporale non può non conciliare accoglienza con giustizia, due facce della stessa medaglia che se distinte allontanano soluzioni possibili. Grazie in particolare alla sensibilità del Ministro uscente Andrea Riccardi e dell’ex Presidente ACLI Olivero, entusiasti promotori della Scelta Civica, è tratto identitario del nuovo movimento nato con Monti promuovere in questo senso un piano finalmente radicale, che potete rapidamente consultare a questo link: http://www.sceltacivica.it/agenda-immigrazione?utm_source=NL+candidati+1402&utm_campaign=sceltacivica&utm_medium=email

 

Qual è la vostra idea sul fronte della riforma della giustizia?

Il governo Monti è stato l’unico dopo anni e anni a varare un pacchetto anticorruzione, reso purtroppo più tiepido del previsto dall’incomprensibile (?) serie di veti che il PDL, forza di governo tecnico, ha imposto. Ciò che propone al Paese è suddiviso in 4 aree. Su giustizia civile: rendere più rapida e vicina riorganizzando distribuzione,

informatizzando uffici giudiziari, monitorando funzionamento dei Tribunali delle imprese; occorre riforma organica della magistratura onoraria, punto di riferimento importante per la giustizia civile e incidere più direttamente sulla durata dei procedimenti e realizzare una revisione della normativa sulla mediazione obbligatoria. La mediazione rappresenta uno strumento importante per alleggerire la giustizia tradizionale, come mostrano esperienze europee. Sulla giustizia penale: indispensabile ridurre la durata del processo, snellire i processi, introdurre una riforma della prescrizione con l’obiettivo di superare gli elementi di irrazionalità contenuti nell’attuale disciplina, accompagnare la legge anti-corruzione, con una disciplina più incisiva dei reati a monte e a valle del fenomeno corruttivo e quindi incriminare il reimpiego di capitali illeciti nel circuito economico; occorre revisione dell’attuale disciplina del falso in bilancio e disciplinare prevenzione del conflitto di interesse. Importante l’introduzione di una disciplina sulla attività di lobby, come già accade in molti paesi europei, e incriminare lo scambio politico-mafioso di voti. Per migliorare la situazione delle carceri, tema ineludibile, proponiamo interventi infrastrutturali e normativi, quali misure alternative intervento sul sistema sanzionatorio che riguarderà l’ampliamento del catalogo delle pene principali ma anche la compiuta realizzazione del piano per l’edilizia carceraria. Ma è giustizia, non scordiamolo per favore, accogliere i suggerimenti provenienti dalle istituzioni europee, orientati ad una sempre maggiore apertura dei servizi professionali alle istanze concorrenziali e di trasparenza, rivedendo le modalità di accesso alle professioni. Non sono un giurista e vi ho citato le più urgenti ed evidenti quesitoni ma, a differenza delle altre coalizioni, anche in questo caso è pubblicato online il piano preciso che potete consultare integralmente a questo link: http://www.sceltacivica.it/agenda-giustizia

 

Quale contributo può dare l'ispirazione cristiana al cristiano che fa politica?

Domenica 20 Gennaio a Bergamo, invitato da Monti con gli altri 900 candidati di Scelta Civica (tra i quali nessun Parlamentare), per l'inizio della campagna elettorale: la parola con cui è iniziato il suo intervento è stata Speranza. Senza alcun dubbio credo che, oltre ad essere un virtù teologale, essa sia una delle cifre più significative con le quali un cristiano testimonia la sua Fede, a prescindere dai valori in cui afferma di credere. “Sempre pronti a dare ragione della Speranza che è in voi”, siamo stati esortati nella nostra qualità cristiana: io ritengo che al cristiano non sia concesso il pessimismo, non solo per ragioni escatologiche. Credo siamo chiamati a vivere nella nostra quotidianità la Fede in un Annuncio che ci rende depositari dei sogni e delle preoccupazioni del famoso “prossimo”, che poi altri non è che la persona che incrociamo in casa, appena fuori, ma anche dall’altra parte della chat globale se in qualche modo essa attiene alla nostra sfera d’influenza. Siamo chiamati a prenderci cura del Creato, perché come scriveva a Diogneto l’anonimo della celebre lettera che descriveva lo svilupparsi delle attività delle prime comunità cristiane, i cristiani “sono nel mondo ma non del mondo”. E’ cosciente di questa libertà radicata nella gioia che credo un cristiano debba affrontare l’impegno politico: cosciente che la diversità è la stessa condizione che rende necessaria la prossimità nella relazione, tutt’al più in politica, ove la dialettica deve tradursi in un alto compromesso finalizzato al bene comune. A tale contributo di servizio non possiamo voltare la testa: per qualcuno la vocazione politica segnerà la possibilità di servire il prossimo in maniera più incisiva e sappiamo che il peccato di omissione è forse il più sottovalutato ma il più frequente e spesso si cela dietro la tentazione di rifiutare le responsabilità di scegliere. Così ho scelto, amici: un “nipote di Maritain” che ha fatto una Scelta Civica è il tratto che condivido con voi in risposta alle vostre domande. Mi scuso per la fretta con la quale sono stato costretto a rispondere, talvolta con qualche riga più lunga ma d’obbligo, alle vostre puntuali ed esigenti domande e spero avremo modo di dibattere ancora per l’impegno in questa terra che ci accomuna.

 


Una conclusione personale

Mi ha motivato una scelta di non ritirarsi "Super Partes", quella di Monti, che ha preferito "salire in politica" rispetto al quieto vivere di Senatore a vita, già gradito alle maggioranze trasversali come Presidente della Repubblica o Commissario Europeo. Sto toccando con mano lo slancio innovativo di una Scelta Civica nata per unire sulla concreta base di contenuti e persone credibili, non per dividere o contro qualcuno: non vi è candidato alcun parlamentare su 900, nessun pregiudicato o con processi in corso: prima i contenuti dell'Agenda, poi la società civile che la porti avanti, poi l'apertura a chi vuole sostenerla; questo lo schema seguito da Monti, Olivero, Riccardi, Montezemolo, Dellai, secondo uno stile sobrio. Credo sia l'unica novità reale rivoluzionaria di cambiamento rispetto ad altri partiti, l'unica via di speranza possibile nel panorama degli equilibri delle coalizioni partitiche presenti nell'attuale scenario: una Scelta Civica e non di contenitori che ripropongono ricette già viste, quasi non fossero stati essi stessi, i maggiori partiti, a chiamare disperatamente un anno fa l'intervento di un Professor Monti che tutto aveva da perdere ad accettare il ruolo "sporco" per tutti. Sono gli stessi agglomerati partitici che non hanno voluto cambiare la legge elettorale e le nomine di segreteria ed ora sembrano piombati a predicare il nuovo, quasi venissero da Marte. Ho accettato l'impegno di testimonianza ed adesione ad una Scelta Civica fatta di competenze e tensioni morali, per la quale ritengo tutti potremmo concentrarci cercando di riportare in politica ciò che ci siamo promessi, secondo stile e contenuti a noi cari ma spesso ignorati o mortificati.
Abbiamo visto i partiti e i loro "politici" chiamare Monti per disperazione, tentare di usarlo bloccando per fini elettorali importanti riforme e ora aggredirlo; io non dimentico cosa ha fatto quest'uomo per noi in chiave di stabilità europea e nazionale e credo che abbia avviato un percorso che dobbiamo sostenere convinti. Concludo qui questa non breve spiegazione politica, che a voi dovevo confidare più dettagliatamente in merito all'appello a partecipare per quei valori di giustizia e libertà cui mi sento chiamato a rispondere e che ho maturato anche grazie a voi negli ambienti associativi che abbiamo vissuto.
Accetto di impegnarmi secondo la libertà intellettuale che mi è stata insegnata proprio in quegli ambienti che mi hanno visto crescere e maturare: ho deciso di dare una testimonianza, senza vincoli o promesse, per sostenere questo movimento nuovo e a mio giudizio radicalmente efficace. Sogno possiamo farlo insieme, partendo proprio da questi primi passi. Se non ci interessiamo alla politica, questa continuerà comunque ad interessarsi di noi. C'era una volta gente pronta a scommettere tutto per un'idea, io ho deciso di fare altrettanto per una ragione d'amore che mi è stato insegnata, senza cedere a compomessi che possano ledere il fine ultimo della nostra eistenza, amare come Lui ci ha amato.





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C’è un momento strano nel cammino scout Agesci ed è quello del noviziato: sì, il nome riprende proprio il linguaggio monastico; sì, l’ispirazione è proprio quella; sì, è un periodo di introduzione e studio.  Si tratta del primo momento nella branca rover e scolte, i più grandi nel nostro scoutismo: dura un anno. Di noviziato in Agesci si parla  –  e si sparla  –  in continuazione, non c’è un tema altrettanto trattato e maltrattato, anche nella prassi.È speciale e irrinunciabile e può essere una fonte di riflessione importante anche al di fuori dell’associazione. Cercherò ora di dare a questa riflessione un taglio ecclesiale, per plasmare un avvio di confronto su temi scoutisticamente ed ecclesialmente poco trattati. Il noviziato è un tempo e come tutti i tempi è prezioso. Lo è il nostro, figuriamoci quello dei ragazzi. Con un po’ di ironia, potremmo dire che l’importanza del tempo l’ha capita anche il Papa: in Evangelii Gaudium Francesco scrive che «i...

Commento al Vangelo 25 novembre 2018 - Cristo Re: Gv 18,33-37

Il quarto vangelo coglie l’occasione del colloquio tra Gesù e Pilato - che nessuno probabilmente udì - per coinvolgerci in un confronto sulla regalità di Cristo. Da un lato, la prospettiva imperiale: il “re dei giudei” crea problemi politici. Ma il pericoloso rivoluzionario è proprio quell’uomo consegnatogli dai giudei? Il governatore Pilato, che giudeo non vuol essere, ne dubita: «Tu, indifeso persino dai tuoi amici, proprio tu saresti il re dei giudei? Cosa avresti fatto? Ci sono davvero delle prove credibili contro di te?». Non ci crede. Gesù, insomma, non gli pare affatto un pretendente al trono. Dall’altro lato, Gesù domanda chi gli ha suggerito che lui sarebbe sovrano. Lo Spirito di Dio o l’Accusatore? Entrambi lo sanno! I Romani che temono una congiura contro Cesare o i sommi sacerdoti che temono il Messia che renderà vano il loro ruolo? I primi stiano tranquilli, gli altri un po’ meno... Gesù dice che il suo regno non è un regno come gli altri che si estendono geogr...