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Il cardinal Meisner permette una forma di “pillola del giorno dopo”


di Joachim Meisner

 
in “www.domradio.de” del 31 gennaio 2013 (traduzione: www.finesettimana.org)


Il cardinale e arcivescovo di Colonia Joachim Meisner ha deciso che in futuro la “pillola del
giorno dopo” è permessa, se questo medicinale non ha l'effetto di far abortire, ma solo di impedire una fecondazione conseguente a violenza. Domradio.de documenta testualmente questa presa di posizione.


 

“Alla luce degli eventi recenti, ho discusso con esperti sulla questione della prescrizione della cosiddetta “pillola del giorno dopo”. Si è quindi evidenziato che questa definizione comprende diversi preparati con differenti principi attivi, i cui effetti diretti e collaterali vengono man mano sempre più chiariti nella discussione scientifica. Da ciò si possono trarre conseguenze etiche.

Se dopo una violenza viene impiegato un preparato il cui principio attivo è l'impedimento di un concepimento, con l'intenzione di impedire la fecondazione, questo è a mio avviso giustificabile. Se un preparato, il cui principio attivo è l'impedimento all'annidamento, viene usato con l'intenzione di impedire l'annidamento dell'ovulo già fecondato, questo continua a non essere giustificabile, perché in tal modo all'ovulo fecondato, cui spetta la protezione dovuta alla dignità di essere umano, viene attivamente tolto il fondamento vitale. Il fatto che capiti anche in maniera naturale che ovuli fecondati anche senza intervento umano non si annidino, non giustifica l'imitazione da parte dell'uomo di questo processo naturale. Perché la fine di una vita umana per via naturale viene chiamata evento naturale. Mentre la sua imitazione intenzionale si chiama uccisione.

I medici in istituti cattolici sono invitati ad andare incontro senza riserve al bisogno di donne violentate e ad attenersi, nel loro comportamento medico, ai principi sopra indicati, tenendo conto del nuovo stato della scienza medica. Oltre a ciò non c'è nulla da obiettare che essi in questo caso informino anche su metodi, che secondo la concezione cattolica, non sono giustificabili, e sulla loro accessibilità, se essi in questo, senza esercitare nessuna pressione, spiegano in maniera adeguata e argomentata anche la posizione cattolica. In ogni caso negli istituti cattolici l'aiuto a donne violentate deve andare naturalmente ben al di là della discussione su tali questioni.

 

Colonia, 31 gennaio 2013

 

Cardinale Joachim Meisner, Arcivescovo di Colonia”

 

L’antefatto…..

 

La pillola del giorno dopo

 

La cosiddetta pillola del giorno dopo, farmaco che può essere somministrato alle vittime di stupro per prevenire una eventuale gravidanza, è al centro della disputa. Il 15 dicembre scorso, una donna di 25 anni si era rivolta a un ambulatorio nei dintorni di Colonia, affermando di essere stata stuprata. La dottoressa in servizio, Irmgard Maiworm, notificò l'accaduto alla polizia e prescrisse il contraccettivo d'emergenza. La dottoressa informò poi il vicino ospedale di San Vincenzo, gestito dalle Cellitine, che avrebbe trasferito la paziente presso quella struttura per la verifica dell'evidenza di stupro. Ma la controparte cattolica si rifiutò di accogliere la paziente. Anche l'Ospedale del Santo Spirito, ugualmente gestito dalle suore, non volle accogliere la donna. «Non potevo crederci», ricorda la dottoressa Maiworm. La riluttanza dei medici cattolici è conforme alla linea di Joachim Meisner, l'arcivescovo ultraortodosso di Colonia. «Le vittime di stupro vengono trasferite in altre strutture», dichiara il portavoce del vescovo, «quando l'intenzione di assumere la pillola del giorno dopo è evidente».

Forti le proteste delle organizzazioni per i diritti delle vittime. «Il rifiuto di somministrare la pillola del giorno dopo alle donne che sono state stuprate costituisce una mancanza di assistenza del tutto ingiustificabile da parte di chi professa valori biblici e cristiani», afferma Annegret Laakmann dell'associazione nazionale Frauenwürde. «Con questa posizione, la Chiesa ufficiale discrimina ancora una volta le donne vittime di stupro». Anche Annette Diehl di Frauennotruf, telefono di emergenza per le donne, auspica un cambiamento nelle politiche della Chiesa. «Una donna che ha  subito violenza sessuale ha un comprensibile bisogno di assistenza. Non può semplicemente essere messa alla porta per motivi religiosi, nel mezzo del trattamento o del colloquio».

Le organizzazioni cattoliche gestiscono qualcosa come 420 ospedali in tutta la Germania. Nei contratti di assunzione, ai loro 165 mila dipendenti è solitamente imposto di condividere le linee guida dei vescovi e delle altre autorità religiose. In molte aree del Paese, la Chiesa cattolica esercita una grande influenza sul sociale. La Chiesa monopolizza intere aree rurali nelle quali gestisce praticamente tutte le strutture, dagli asili nido fino alle case di riposo passando per gli ospedali. Ciò complica la situazione dei dipendenti. Dal momento che spesso medici, educatori e infermieri non hanno alternative al lavoro per le organizzazioni cattoliche, si trovano in pratica obbligati ad accondiscendere alle linee guida.

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