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Commento al vangelo 16 luglio 2018 - Beata Vergine Maria del Monte Carmelo: Gv 19,25-27

Siamo saliti sul monte per l'intronizzazione del Re. La madre e le altre due Marie stavano, in piedi, ritte come quel trono a forma di Croce, ad assistere al compimento di questo momento solenne. Eppure a tutti sembra un momento così buio, così tenebroso, così mortificante. Solo tre donne e il discepolo amato - quello più fragile, inquieto, affettuoso, anche fisicamente - escono, senza essere visti, infiammati d'amore per quel Re: lasciano tutto per seguire la sua Gloria, conduca dove conduca. Tutto pèrdono, tutto perdóno, vincono il mondo. Perché scoprono che quel trono luminoso del Nulla, dove sono stati condotti, è colmo di Essere; sono discesi sulla vetta Monte e da laggiù hanno iniziato a vedere la realtà con gli occhi splendenti della Croce, fissi al centro di tutto, senza vaneggiare sulle nuvole né mettere la testa sotto terra. Svuotandosi di ogni cosa, il Re esprime per loro la sua volontà: una relazione che trasfigura le relazioni. La Donna, educata ad essere madre, non avrà difficoltà ad accogliere il discepolo amato come Figlio; il discepolo amato, educato dall'insegnamento di Gesù a vivere filialmente e nell'atmosfera asettica abituato ad avvertire il minimo sospiro dello Spirito, non avrà difficoltà ad accogliere la Donna come madre. È il dolce incontro della maternità e della verginità: si consegnano l'un l'altra, nude e nudi; quando lo saremo anche noi, in quell'utero siamo chiamati ad entrare, sigillati nel dolce incontro che trasfigura le relazioni. Questo, del resto, è il testamento di Gesù - affinché tutti siano uno - visto nella pratica dell'amore. Ecco allora che quando siamo entrati nel Nulla ci ritroviamo nella carezza della Chiesa, l'unico spazio in cui la vita tra Figlio e il Padre viene consegnata a noi, in braccio alla Madre, nello Spirito di tutta la sua passione. Nel ricordo incessante di Nostra Signora del Monte Carmelo, fenditura femminile indispensabile in quell'ora tanto luminosa e tanto oscura, più del big bang, continuamente impariamo ad infiammarci d'amore. Io lo vedo, io la vedo, quella fiamma, anche se è notte. Accarezzami, mamma!

Lunedì 16 luglio 2018
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,25-27
In quell’ora: stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa..

commento a cura di Piotr Zygulski

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