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Invece al discepolo che lo riconosce come Signore ma vorrebbe mettere la sepoltura di suo padre terreno come prioritaria rispetto a Dio, Gesù invita a lasciare che i morti seppelliscano i loro morti. Parole forti, che però ci ricordano l'urgenza e le vere priorità nella vita. Seppellire il proprio padre è una cosa sacrosanta, di pietà umana e anche religiosa. Gesù non condanna questo, ma quel mettere tale tradizione come prioritaria rispetto alla vita con Dio. Oltre a liberarci dalle ingombranti eredità di relazioni passate che possono ostacolare o condizionare il nostro cammino (come un genitore violento o un tradimento che ora ci rende diffidenti verso tutto), Gesù ci libera anche dalle belle scuse che troviamo sempre per non seguirlo. Ben vengano allora le opere buone e le tradizioni, basta che non siano scuse; ricordiamoci quindi che sono secondarie rispetto alla novità della fede, che è la vera Tradizione, dalla quale esse scaturiscono. Altrimenti sono opere morte.
Lunedì 2 luglio 2018
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,18-22+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
commento a cura di Piotr Zygulski
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