Passa ai contenuti principali

Commento al vangelo XV Domenica Tempo Ordinario B: Mc 6,7-13

Quando Francesco di Roma dice che evangelizzazione e proselitismo sono l'uno l'opposto dell'altro, è proprio quello che intende dire Gesù nella pagina di vangelo di oggi. Per il prolungamento della sua missione nel mondo ci chiede solo l'essenziale. Una testimonianza leggera, perché la Chiesa deve essere leggera, come insegna il vescovo Gero di Savona-Noli. Mandandoci in mezzo alla quotidianità degli uomini, ci aspetteremmo un Gesù che ci dà un libretto di istruzioni retoriche o un riassuntino della sua dottrina per catechizzare; è così ma solo in un certo senso, che ci sconvolge: basterà lo stile silenzioso della libertà a parlare. Questa leggerezza ci libera dalla schiavitù dei pesi del superfluo; svaniscono interessi di arricchimento economico personale, smanie organizzative, aspettative eccessive, ideologie preconcette, rancori e divisioni. Abbiamo solamente una tunica, un bastone e un paio di sandali; per camminare leggeri e con la massima fiducia verso chi incontreremo. Non è marketing, ma l'essenziale che non ci può essere tolto. Non andiamo da soli, ma due a due. Questo non per controllarci o per spalleggiarci a vicenda, né per suggerirci la battuta retoricamente più efficace per impressionare gli altri, ma perché sia sufficiente la semplice fraternità tra noi a testimoniare la libertà che ci è stata donata. Che, nonostante qualche rifiuto, non verrà meno, perché in essa scorre la stessa vita dell'amore trinitario. Il quale può germogliare anche in tutti loro, perché ovunque già sono presenti i semi quei semi della vita vera. Talvolta sarà necessario comparire o scomparire, nel momento opportuno, come Gesù. Ci formeremo così, in cammino, lasciandoci il gusto della sorpresa per imparare, passo passo, in mezzo al Popolo, dagli incontri che faremo. A partire dagli sfiniti e dai malati, sui quali vedremo splendere lo spirito di Cristo; pure i delusi dalla Chiesa hanno molto da insegnarci. Questa nostra conversione continua concreta è precondizione per la conversione altrui. Conversione sempre a Dio, non a noi, mi raccomando.

Domenica 15 luglio 2018
+ Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

commento a cura di Piotr Zygulski

Commenti

Post popolari in questo blog

Curzio Nitoglia, un cattivo maestro

di Andrea Virga Questo articolo, come quello su Don Gallo 1 , non avrebbe reale ragione d’essere. Anche qui, le gravi affermazioni dottrinali del sacerdote in questione non meriterebbero più d’uno sberleffo, vista la loro palese incompatibilità con la retta dottrina. E tuttavia, anche qui è il caso di un prete consacrato – e stavolta tuttora vivente – che attira proseliti, specie fra i giovani, grazie alle sue opinioni estremiste ed ereticali, con il risultato di diffondere in lungo e in largo i suoi errori. Per questo, ritengo che sia il caso di dedicare una mezz’oretta a mettere in guardia i meno provveduti, che magari preferiscono internet ad un buon padre spirituale, rispetto a questo personaggio: Don Curzio Nitoglia. Il paragone con Don Gallo, però, non riesca troppo offensivo al defunto sacerdote genovese, che aveva almeno il merito di essere molto attivo in ambito sociale e di non aver mai lasciato la Chiesa (cosa non troppo difficile, visto il permissivismo dei suoi super

Il noviziato Agesci: tempo e idea tra scoutismo e Chiesa

C’è un momento strano nel cammino scout Agesci ed è quello del noviziato: sì, il nome riprende proprio il linguaggio monastico; sì, l’ispirazione è proprio quella; sì, è un periodo di introduzione e studio.  Si tratta del primo momento nella branca rover e scolte, i più grandi nel nostro scoutismo: dura un anno. Di noviziato in Agesci si parla  –  e si sparla  –  in continuazione, non c’è un tema altrettanto trattato e maltrattato, anche nella prassi.È speciale e irrinunciabile e può essere una fonte di riflessione importante anche al di fuori dell’associazione. Cercherò ora di dare a questa riflessione un taglio ecclesiale, per plasmare un avvio di confronto su temi scoutisticamente ed ecclesialmente poco trattati. Il noviziato è un tempo e come tutti i tempi è prezioso. Lo è il nostro, figuriamoci quello dei ragazzi. Con un po’ di ironia, potremmo dire che l’importanza del tempo l’ha capita anche il Papa: in Evangelii Gaudium Francesco scrive che «il tempo è superiore allo

Lettera a frate Raimondo da Capua: l'esecuzione di un condannato a morte

È una lettera al frate che fu direttore spirituale di Caterina e che poi divenne suo seguace. Vi si racconta in modo appassionato e sconvolgente l’assistenza a un condannato a morte, Nicolò di Toldo,giustiziato a Siena per aver partecipato a un movimento di rivolta nel 1375 circa. Il condannato, travolto dall’entusiasmo mistico di Caterina, finisce con l’accettare con letizia la morte come momento di congiunzione – anzi, di nozze – con la divinità. Il consueto motivo devoto del sangue di Cristo si fonde qui con quello del sangue della decapitazione. Il sangue del giustiziato alla fine si riversa sul corpo della santa: nella fusione del sangue di Nicolò con quello di Caterina e con quello di Gesù si realizza l’unità mistica dell’uomo con Dio. Al nome di Gesù Cristo crucifisso e di Maria dolce. A voi, dilettissimo e carissimo padre e figliulo mio caro in Cristo Gesù. Io Caterina, serva e schiava de' servi di Dio, scrivo a voi e racomandomivi nel pretioso sangue del Figliuolo di