La
teologia è una scienza che trae i propri principi dalla scienza di
Dio e dei beati
La
dottrina sacra è una scienza. Bisogna però sapere che vi è un
doppio genere di scienze. Alcune infatti procedono da princìpi noti
attraverso il lume naturale dell‘intelletto, come l‘aritmetica e
la geometria, altre invece procedono da princìpi conosciuti alla
luce di una scienza superiore: p. es. la prospettiva si basa su
princìpi di geometria e la musica su princìpi di aritmetica. E in
questo modo la dottrina sacra è una scienza: in quanto poggia su
princìpi conosciuti alla luce di una scienza superiore, cioè della
scienza di Dio e dei beati. Come quindi la musica ammette i princìpi
che le fornisce la matematica, così la dottrina sacra accetta i
princìpi rivelati da Dio.
La
teologia si occupa di tutte le cose che possono essere rivelate da
Dio
La
dottrina sacra è un‘unica scienza. Infatti l‘unità della
potenza e dell‘abito deve essere desunta in relazione all‘oggetto
non preso nella sua materialità, ma sotto l‘aspetto formale di
oggetto: così, p. es., l‘uomo, l‘asino e la pietra convengono
nella medesima ragione formale di colorato, oggetto [formale unico]
della vista. Siccome dunque la Scrittura o dottrina sacra considera
alcune cose precisamente in quanto sono rivelate da Dio, come si è
detto , tutte le cose che possono essere rivelate da Dio convengono
per l‘oggetto formale che è proprio di questa scienza. Quindi
rientrano sotto la dottrina sacra come sotto una scienza unica.
La
teologia è più speculativa che pratica
Abbiamo
già detto che la dottrina sacra, pur essendo una, si estende agli
oggetti delle varie scienze filosofiche a motivo della ragione
formale, o aspetto speciale, sotto cui li riguarda, cioè in quanto
conoscibili mediante il lume divino. Per questo, sebbene tra le
scienze filosofiche vi sia distinzione fra quelle speculative e
quelle pratiche, tuttavia la dottrina sacra comprende sotto di sé i
due aspetti: come anche Dio con la medesima scienza conosce se stesso
e le sue opere. Tuttavia è più speculativa che pratica, poiché si
occupa più delle cose divine che degli atti umani, dei quali tratta
solo in quanto attraverso di essi l‘uomo è ordinato alla perfetta
conoscenza di Dio, nella quale consiste la beatitudine eterna.
La
teologia è superiore a tutte le scienze
Questa
scienza, essendo parimenti speculativa e pratica, sorpassa tutte le
altre, sia speculative che pratiche. Infatti fra le scienze
speculative una è più degna dell‘altra sia per la certezza, sia
per l‘eccellenza della materia. Ora, questa scienza per tutti e due
i motivi eccelle tra le speculative. Quanto alla certezza, poiché
mentre le altre scienze la derivano dal lume naturale della ragione
umana che può errare, essa la trae dal lume della scienza di Dio,
che non può ingannarsi. Parimenti le supera per la dignità della
materia, poiché si occupa prevalentemente di cose che per la loro
sublimità trascendono la ragione, mentre le altre discipline
trattano di cose accessibili alla ragione. Tra le discipline pratiche
poi è superiore quella che è ordinata a un fine più remoto, come
la politica è superiore alla scienza o arte militare, poiché il
bene dell‘esercito è destinato a procurare il bene dello Stato.
Ora, il fine di questa scienza, in quanto è scienza pratica, è
l‘eterna beatitudine, alla quale sono diretti i fini di tutte le
scienze pratiche. Per cui sotto ogni aspetto si fa palese la sua
superiorità.
La
teologia è sapienza
Questa
dottrina, fra tutte le sapienze umane, è sapienza in sommo grado, e
non già in un solo genere, ma in modo assoluto. Siccome infatti
spetta al sapiente ordinare e giudicare, e d‘altra parte si
giudicano le cose ricorrendo alle loro cause superiori, sarà
sapiente in un dato genere colui che considera le cause supreme di
quel genere. Come in fatto di edifici colui che dà il disegno della
casa è il sapiente, e prende il nome di architetto in confronto agli
operai sottoposti, che piallano il legname e preparano le pietre. Per
cui S. Paolo [1 Cor 3, 10] dice: «Come sapiente architetto ho posto
il fondamento». Parimenti, rispetto al complesso della vita umana,
sapiente è l‘uomo prudente che indirizza tutti gli atti umani al
debito fine. Da cui il detto [Pr 10, 23 Vg]: «La sapienza è
prudenza per l‘uomo». Colui dunque che considera la causa suprema
dell‘universo, che è Dio, è il sapiente per eccellenza: per cui,
al dire di S. Agostino [De Trin. 12, 14], la sapienza è conoscenza
delle realtà divine. La dottrina sacra poi si occupa in modo
sommamente proprio di Dio in quanto causa suprema, poiché non si
limita a quanto se ne può conoscere attraverso le creature (cosa che
hanno fatto anche i filosofi, come dice l‘Apostolo [Rm 1, 19]: «Ciò
che di Dio si può conoscere è loro manifesto»), ma si estende
anche a ciò che di se stesso egli solo conosce, e ad altri viene
comunicato per rivelazione.
In
teologia tutto viene trattato sotto il punto di vista di Dio
Dio
è il soggetto di questa scienza. Esiste infatti fra il soggetto e la
scienza il medesimo rapporto che passa tra l‘oggetto e la facoltà
o l‘abito. Ora, l‘oggetto proprio di una facoltà o di un abito è
ciò che fa rientrare ogni altro oggetto sotto quella facoltà o
quell‘abito: come l‘uomo e la pietra dicono relazione alla vista
in quanto colorati, motivo per cui il colorato è l‘oggetto proprio
della vista. Ora, nella dottrina sacra tutto viene trattato sotto il
punto di vista di Dio: o perché è Dio stesso, o perché dice ordine
a lui come a principio e fine. È chiaro dunque che Dio è il
soggetto della dottrina sacra. — E ciò risulta evidente anche
considerando i princìpi di questa scienza, che sono gli articoli
della fede, la quale riguarda Dio: identico infatti è il soggetto
dei princìpi e dell‘intera scienza, essendo tutta la scienza
virtualmente contenuta nei princìpi. Altri tuttavia, guardando più
agli argomenti trattati da questa scienza che al punto di vista sotto
il quale vengono considerati, ne hanno assegnato diversamente il
soggetto: chi le cose e i segni, chi le opere della redenzione, chi
il Cristo totale, cioè il Capo e le membra. Di tutte queste cose
infatti tratta la dottrina sacra, ma in quanto dicono ordine a Dio.
Di
fronte all'incredulo la teologia non può portare argomenti a favore
degli articoli di fede ma si limita a respingere le obiezioni
Come
le scienze profane non devono dimostrare i loro princìpi, ma dai
loro princìpi argomentano per dimostrare altre tesi, così la
dottrina sacra non dimostra i suoi princìpi, che sono gli articoli
di fede, ma da essi procede alla dimostrazione di qualche altra cosa,
come fa l‘Apostolo [1 Cor 15, 12], che dalla risurrezione di Cristo
prova la risurrezione di tutti. Tuttavia è da considerarsi che nelle
scienze filosofiche le inferiori non solo non provano i loro
princìpi, ma nemmeno discutono contro chi li nega, delegando questo
compito a una scienza superiore; la scienza suprema invece, cioè la
metafisica, discute con chi nega i suoi princìpi se l‘avversario
ammette qualcosa; se invece non ammette nulla non può discutere con
lui, ma può solo risolvere le sue argomentazioni. Ora, la dottrina
sacra non ha un‘altra scienza al disopra di sé, per cui essa
disputa contro chi nega i suoi princìpi argomentando rigorosamente
[solo] se l‘avversario ammette qualche verità della rivelazione —
come quando ricorrendo all‘autorità della dottrina sacra
disputiamo con gli eretici, o quando basandoci su un articolo ammesso
combattiamo contro chi ne nega qualche altro —. Se invece
l‘avversario non crede nulla di ciò che è rivelato da Dio, allora
la scienza sacra non ha più modo di portare argomenti a favore degli
articoli di fede, e non le resta che controbattere le ragioni che le
si possono opporre. È chiaro infatti che, fondandosi la fede sulla
verità infallibile, ed essendo impossibile dimostrare il contrario
di una cosa vera, le prove che vengono portate contro la fede non
sono delle vere dimostrazioni, ma degli argomenti risolvibili.
Tommaso
D'Aquino,Summa theologiae
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