di
Lorenzo Banducci
Sessanta malati disabili
gravi (fra cui anche alcuni malati di Sla) hanno deciso di intraprendere uno
sciopero della fame contro i tagli che sta subendo il mondo della disabilità
anche adesso ad opera del governo Monti.
Terribili i dati, riferiti
dal Corriere della Sera, forniti dalla FISH (federazione italiana superamento
handicap).
Il Fondo nazionale per le
politiche sociali, che dovrebbe garantire risorse aggiuntive agli enti locali
per sevizi di supporto, è passato da
929,3 milioni del 2008 a 44,8 milioni previsti per il 2013. Il Fondo per la
non autosufficienza, istituito per fornire sostegno a persone con gravissima
disabilità, disponeva di 400 milioni ed
è da tre anni a zero euro. Questo taglio cieco ha cancellato di fatto il concetto
di solidarietà mettendo in crisi ogni tipo di intervento e di prestazione.
Assordante il silenzio dei
media su questa triste vicenda che rischia di mettere ulteriormente in
ginocchio chi già soffre ed è in difficoltà. Invece di ripartire dai più deboli
la nostra società preferisce, ancora una volta, scegliere la strada Darwiniana
della “selezione naturale”: gli ultimi saranno destinati a perire e sparire.
Sconcertante anche il
silenzio dei media cattolici, delle associazioni pro-life, delle istituzioni
ecclesiali. Dove erano in questi 5 anni mentre venivano tagliati questi
finanziamenti che aprono la strada a nuove storie come quella di Eluana Englaro
o di Piergiorgio Welby? La vera “cultura della morte” si annida anche dietro a
scelte politiche come questa che ottengono come risultato quello di negare ai
disabili e alle loro famiglie una vita dignitosa.
Non sarà per caso che i
nostri politici e governanti non considerino affatto i disabili proprio perché
questi ultimi, da un punto di vista elettorale, valgono poco o nulla?
La rinascita morale della
politica nel nostro Paese avrà nuova vita anche se ripartirà da questi gesti di
aiuto nei confronti degli ultimi e dei più deboli. La qualità di una società la
si valuta soprattutto su questi aspetti legati alla solidarietà verso il
prossimo.
Si tratta innanzitutto (e
come sempre) di amore. L’unico sentimento sul quale costruire le nostre
comunità falcidiate dall’odio e dall’individualismo.
(Lorenzo
Banducci)
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