di Mario Iannuzziello
LaCostituzione Conciliare Lumen Gentium già dal titolo presenta la Chiesa sotto una nuova luce: la Chiesa come Luce delle Genti. La Chiesa, infatti, è mistero, popolo di Dio, comunione: mistero perché la Chiesa è la comunità dell’amore divino, che appare “un popolo radunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (LG 4); Popolo di Dio perché la Chiesa procede dall’alto, dal disegno di Dio e questa definizione mette in risalto sia il carattere di mistero sia quello di soggetto storico, che in ogni circostanza la Chiesa concretizza in modo indivisibile; comunione, ex LG nn. 14-15, perché consiste nella partecipazione alla vita divina e quindi alla fraternità ne nasce.
Da
ciò deriva una nuova concezione della Chiesa, non più societas iuridice perfecta, ma Mistero e Popolo di Dio, ovvero
segna il passaggio da un’ecclesiologia
societario – universalistica ad una ecclesiologia di comunione, nella triplice accezione: mistica, eucaristico - sacramentale ed ecclesiologica.
societario – universalistica ad una ecclesiologia di comunione, nella triplice accezione: mistica, eucaristico - sacramentale ed ecclesiologica.
I
Laici, di cui si tratta al capitolo IV, vengono per la prima volta definiti in
modo positivo, infatti si legge “Col nome
di laici si intende qui l'insieme dei cristiani ad esclusione dei membri
dell'ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa, i fedeli cioè,
che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo
di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico
e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la
missione propria di tutto il popolo cristiano.” (LG 31) a cui pertiene “l’indole secolare”.
Anche
il Catechismo della Chiesa cattolica, ai nn. 897 – 913, riflette questa nuova
ecclesiologia, in particolare al n. 899 in cui si legge “I fedeli laici si trovano sulla linea più avanzata della vita della
Chiesa; grazie a loro, la Chiesa è il principio vitale della società. Per
questo essi soprattutto devono avere una coscienza sempre più chiara non
soltanto di appartenere alla Chiesa, ma di essere la Chiesa, cioè la comunità
dei fedeli sulla terra sotto la guida dell'unico capo, il Papa, e dei vescovi
in comunione con lui. Essi sono la Chiesa”, ma ancor di più quando tratta
del sacerdozio comune dei fedeli in esplicazione dei tria munera ricevuti durante il Battsimo.
L’ecclesiologia espressa dal Concilio si riflette all’interno del Codex Juris
Canonici ed in particolare nel libro II: infatti dalla Lumen Gentium prende il titolo (De populo Dei), deriva il principio
fondamentale dell’uguaglianza nella dignità e nell’agire di tutti i fedeli, la
dottrina della Chiesa come comunione e la determinazione delle relazioni
intercorrenti fra i diversi membri del Popolo di Dio. La struttura stessa del
libro II si muove su tre concetti chiave che costituiscono le tre parti del
libro: i fedeli, la costituzione gerarchica della Chiesa, gli Istituti di Vita
Consacrata e le Società di Vita Apostolica; quindi una radicale riforma dal
Codex del 1917 in cui la struttura era chierici, religiosi e laici. Il canone
204, che apre il libro, definisce il Christifidelis
come “coloro che, essendo stati
incorporati a Cristo mediante il battesimo, sono costituiti popolo di Dio e
perciò, resi partecipi nel modo loro proprio dell'ufficio sacerdotale, profetico
e regale di Cristo, sono chiamati ad attuare, secondo la condizione propria di
ciascuno, la missione che Dio ha affidato alla Chiesa da compiere nel mondo.”
Ed ancora il canone 208, sul principio di uguaglianza “ Fra tutti i fedeli, in forza della loro rigenerazione in Cristo,
sussiste una vera uguaglianza nella dignità e nell'agire, e per tale
uguaglianza tutti cooperano all'edificazione del Corpo di Cristo, secondo la
condizione e i compiti propri di ciascuno.”,
i canoni 224-231 sugli obblighi ed i diritti dei fedeli laici, in particolare
il can. 225, che disciplina la missione dei laici, ne individua il fondamento,
la Cristoconformazione battesimale, LG n. 31, ne indica le modalità e gli
ambiti di esercizio: quindi emerge che i laici non hanno una missione
suppletiva, ma attraverso i laici è la stessa Chiesa, mistero e Popolo di Dio,
che si rende presente nel Mondo.
Ed
è da questa nuova concezione di Chiesa che nascono documenti come l’Apostolicam Actuositatem sull’apostolato
dei laici e l’esortazione apostolica Christifideles
laici del Beato Giovanni Paolo II.
(Mario Iannuzziello)
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