Noi
crediamo in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatore
delle cose visibili, come questo mondo ove trascorre la nostra vita
fuggevole, delle cose invisibili quali sono i puri spiriti, chiamati
altresì angeli (Cfr. Dz.-Sch. 3002), e Creatore in ciascun uomo
dell’anima spirituale e immortale.
Noi
crediamo che questo unico Dio è assolutamente uno nella sua essenza
infinitamente santa come in tutte le sue perfezioni, nella sua
onnipotenza, nella sua scienza infinita, nella sua provvidenza, nella
sua volontà e nel suo amore. Egli è Colui che è, come Egli
stesso lo ha rivelato a Mosè (Cfr. Ex. 3, 14); ed Egli è Amore,
come ce lo insegna l’Apostolo Giovanni (Cfr. 1 Io. 4, 8):
cosicché questi due nomi, Essere e Amore, esprimono ineffabilmente
la stessa Realtà divina di Colui, che ha voluto darsi a conoscere a
noi, e che «abitando in una luce inaccessibile» (Cfr. 1 Tim.
6, 16) è in Se stesso al di sopra di ogni nome, di tutte le cose e
di ogni intelligenza creata. Dio solo può darci la conoscenza giusta
e piena di Se stesso, rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito
Santo, alla cui eterna vita noi siamo chiamati per grazia di Lui a
partecipare, quaggiù nell’oscurità della fede e, oltre la morte,
nella luce perpetua, l’eterna vita. I mutui vincoli, che
costituiscono eternamente le tre Persone, le quali sono ciascuna
l’unico e identico Essere divino, sono le beata vita intima di Dio
tre volte santo, infinitamente al di là di tutto ciò che noi
possiamo concepire secondo l’umana misura (Cfr. Dz-Sch. 804).
Intanto rendiamo grazie alla Bontà divina per il fatto che
moltissimi credenti possono attestare con noi, davanti agli uomini,
l’Unità di Dio, pur non conoscendo il mistero della Santissima
Trinità.
Noi
dunque crediamo al Padre che genera eternamente il Figlio; al Figlio,
Verbo di Dio, che è eternamente generato; allo Spirito Santo,
Persona increata che procede dal Padre e dal Figlio come loro eterno
Amore. In tal modo, nelle tre Persone divine, coaeternae sibi et
coaequales (Dz-Sch. 75), sovrabbondano e si consumano, nella
sovreccellenza e nella gloria proprie dell’Essere increato, la vita
e la beatitudine di Dio perfettamente uno; e sempre «deve essere
venerata l’Unità nella Trinità e la Trinità nell’Unità»
(Dz-Sch. 75).
Noi
crediamo in Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio. Egli è il
Verbo eterno, nato dal Padre prima di tutti i secoli, e al Padre
consustanziale, homoousios to Patri (Dz-Sch. 150); e
per mezzo di Lui tutto è stato fatto. Egli si è incarnato per opera
dello Spirito nel seno della Vergine Maria, e si è fatto uomo:
eguale pertanto al Padre secondo la divinità, e inferiore al Padre
secondo l’umanità (Cfr. Dz.-Sch. 76), ed Egli stesso uno, non
per una qualche impossibile confusione delle nature ma per l’unità
della persona Cfr. Ibid.).
Egli
ha dimorato in mezzo a noi, pieno di grazia e di verità. Egli ha
annunciato e instaurato il Regno di Dio, e in Sé ci ha fatto
conoscere il Padre. Egli ci ha dato il suo Comandamento nuovo, di
amarci gli uni gli altri com’Egli ci ha amato. Ci ha insegnato la
via delle Beatitudini del Vangelo: povertà in spirito, mitezza,
dolore sopportato nella pazienza, sete della giustizia, misericordia,
purezza di cuore, volontà di pace, persecuzione sofferta per la
giustizia. Egli ha patito sotto Ponzio Pilato, Agnello di Dio che
porta sopra di sé i peccati del mondo, ed è morto per noi sulla
Croce, salvandoci col suo Sangue Redentore. Egli è stato sepolto e,
per suo proprio potere, è risorto nel terzo giorno, elevandoci con
la sua Resurrezione alla partecipazione della vita divina, che è la
vita della grazia. Egli è salito al Cielo, e verrà nuovamente,
nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, ciascuno secondo i
propri meriti; sicché andranno alla vita eterna coloro che hanno
risposto all’Amore e alla Misericordia di Dio, e andranno nel fuoco
inestinguibile coloro che fino all’ultimo vi hanno opposto il loro
rifiuto.
E
il suo Regno non avrà fine.
Noi
crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dona la vita; che è
adorato e glorificato col Padre e col Figlio. Egli ci ha parlato per
mezzo dei profeti, ci è stato inviato da Cristo dopo la sua
Resurrezione e la sua Ascensione al Padre; Egli illumina, vivifica,
protegge e guida la Chiesa, ne purifica i membri, purché non si
sottraggano alla sua grazia. La sua azione, che penetra nell’intimo
dell’anima, rende l’uomo capace di rispondere all’invito di
Gesù: «Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste»
(Matth. 5, 48).
Noi
crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre Vergine, del Verbo
Incarnato, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo (Cfr. Dz.-Sch.
251-252) e che, a motivo di questa singolare elezione, Ella, in
considerazione dei meriti di suo Figlio, è stata redenta in modo più
eminente (Cfr. Lumen gentium, 53), preservata da ogni macchia
del peccato originale (Cfr. Dz.-Sch. 2803) e colmata del dono
della grazia più che tutte le altre creature (Cfr. Lumen
gentium, 53).
Associata
ai Misteri della Incarnazione e della Redenzione con un vincolo
stretto e indissolubile (Cfr. Lumen gentium, 53, 58, 61), la
Vergine Santissima, l’Immacolata, al termine della sua vita terrena
è stata elevata in corpo e anima alla gloria celeste (Cfr. Dz.-Sch.
3903) e configurata a suo Figlio risorto, anticipando la sorte futura
di tutti i giusti; e noi crediamo che la Madre Santissima di Dio,
Nuova Eva, Madre della Chiesa (Cfr. Lumen gentium, 53, 56, 61,
63; cfr. Pauli VI, Alloc. in conclusione III Sessionis Concilii
Vat. II: A.A.S. 56, 1964, p. 1016; Exhort. Apost. Signum
Magnum, Introd.), continua in Cielo il suo ufficio materno riguardo
ai membri di Cristo, cooperando alla nascita e allo sviluppo della
vita divina nelle anime dei redenti (Cfr. Lumen gentium, 62;
Pauli VI, Exhort. Apost. Signum Magnum, p. 1, n. 1).
Noi
crediamo che in Adamo tutti hanno peccato: il che significa che la
colpa originale da lui commessa ha fatto cadere la natura umana,
comune a tutti gli uomini, in uno stato in cui essa porta le
conseguenze di quella colpa, e che non è più lo stato in cui si
trovava all’inizio nei nostri progenitori, costituiti nella santità
e nella giustizia, e in cui l’uomo non conosceva né il male né la
morte. È la natura umana così decaduta, spogliata della grazia che
la rivestiva, ferita nelle sue proprie forze naturali e sottomessa al
dominio della morte, che viene trasmessa a tutti gli uomini; ed è in
tal senso che ciascun uomo nasce nel peccato. Noi dunque professiamo,
col Concilio di Trento, che il peccato originale viene trasmesso con
la natura umana, «non per imitazione, ma per propagazione», e che
esso pertanto è «proprio a ciascuno» (Dz-Sch. 1513).
Noi
crediamo che nostro Signor Gesù Cristo mediante il Sacrificio della
Croce ci ha riscattati dal peccato originale e da tutti i peccati
personali commessi da ciascuno di noi, in maniera tale che - secondo
la parola dell’Apostolo - «là dove aveva abbondato il peccato, ha
sovrabbondato la grazia» (Rom. 5, 20).
Noi
crediamo in un sol Battesimo istituito da Nostro Signor Gesù Cristo
per la remissione dei peccati. Il battesimo deve essere amministrato
anche ai bambini che non hanno ancor potuto rendersi colpevoli di
alcun peccato personale, affinché essi, nati privi della grazia
soprannaturale, rinascano «dall’acqua e dallo Spirito Santo» alla
vita divina in Gesù Cristo (Cfr. Dz-Sch. 1514).
Noi
crediamo nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, edificata
da Gesù Cristo sopra questa pietra, che è Pietro. Essa è il Corpo
mistico di Cristo, insieme società visibile, costituita di organi
gerarchici, e comunità spirituale; essa è la Chiesa terrestre,
Popolo di Dio pellegrinante quaggiù, e la Chiesa ricolma dei beni
celesti; essa è il germe e la primizia del Regno di Dio, per mezzo
del quale continuano, nella trama della storia umana, l’opera e i
dolori della Redenzione, e che aspira al suo compimento perfetto al
di là del tempo, nella gloria (Cfr. Lumen gentium, 8 e 5). Nel
corso del tempo, il Signore Gesù forma la sua Chiesa mediante i
Sacramenti, che emanano dalla sua pienezza (Cfr. Lumen gentium,
7, 11). È con essi che la Chiesa rende i propri membri partecipi del
Mistero della Morte e della Resurrezione di Cristo, nella grazia
dello Spirito Santo, che le dona vita e azione (Cfr. Sacrosanctum
Concilium, 5, 6; Lumen gentium, 7, 12, 50). Essa è dunque
santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non
possiede altra vita se non quella della grazia: appunto vivendo della
sua vita, i suoi membri si santificano, come, sottraendosi alla sua
vita, cadono nei peccati e nei disordini, che impediscono
l’irradiazione della sua santità. Perciò la Chiesa soffre e fa
penitenza per tali peccati, da cui peraltro ha il potere di guarire i
suoi figli con il Sangue di Cristo ed il dono dello Spirito Santo.
Erede
delle promesse divine e figlia di Abramo secondo lo spirito, per
mezzo di quell’Israele di cui custodisce con amore le Scritture e
venera i Patriarchi e i Profeti; fondata sugli Apostoli e
trasmettitrice, di secolo in secolo, della loro parola sempre viva e
dei loro poteri di Pastori nel Successore di Pietro e nei Vescovi in
comunione con lui; costantemente assistita dallo Spirito Santo, la
Chiesa ha la missione di custodire, insegnare, spiegare e diffondere
la verità, che Dio ha manifestato in una maniera ancora velata per
mezzo dei Profeti e pienamente per mezzo del Signore Gesù. Noi
crediamo tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio, scritta o
tramandata, e che la Chiesa propone a credere come divinamente
rivelata sia con un giudizio solenne, sia con il magistero ordinario
e universale (Cfr. Dz-Sch. 3011). Noi crediamo
nell’infallibilità, di cui fruisce il Successore di Pietro, quando
insegna ex cathedra come Pastore e Dottore di tutti i
fedeli (Cfr.Dz.-Sch. 3074), e di cui è dotato altresì il Collegio
dei vescovi, quando esercita con lui il magistero supremo (Cfr. Lumen
gentium, 25).
Noi
crediamo che la Chiesa, che Gesù ha fondato e per la quale ha
pregato, è indefettibilmente una nella fede, nel culto e nel vincolo
della comunione gerarchica. Nel seno di questa Chiesa, sia la ricca
varietà dei riti liturgici, sia la legittima diversità dei
patrimoni teologici e spirituali e delle discipline particolari lungi
dal nuocere alla sua unità, la mettono in maggiore evidenza
(Cfr. Lumen gentium, 23; cfr. Orientalium Ecclesiarum, 2,
3, 5, 6).
Riconoscendo
poi, al di fuori dell’organismo della Chiesa di Cristo, l’esistenza
di numerosi elementi di verità e di santificazione che le
appartengono in proprio e tendono all’unità cattolica (Cfr. Lumen
gentium, 8), e credendo alla azione dello Spirito Santo che nel cuore
dei discepoli di Cristo suscita l’amore per tale unità (Cfr. Lumen
gentium, 15), Noi nutriamo speranza che i cristiani, i quali non sono
ancora nella piena comunione con l’unica Chiesa, si riuniranno un
giorno in un solo gregge con un solo Pastore.
Noi
crediamo che la Chiesa è necessaria alla salvezza, perché Cristo,
che è il solo Mediatore e la sola via di salvezza, si rende presente
per noi nel suo Corpo, che è la Chiesa (Cfr. Lumen gentium,
14). Ma il disegno divino della salvezza abbraccia tutti gli uomini:
e coloro che, senza propria colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la
sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e sotto l’influsso della
sua grazia si sforzano di compiere la sua volontà riconosciuta nei
dettami della loro coscienza, anch’essi, in un numero che Dio solo
conosce, possono conseguire la salvezza (Cfr. Lumen gentium,
16).
Noi
crediamo che la Messa, celebrata dal Sacerdote che rappresenta la
persona di Cristo in virtù del potere ricevuto nel sacramento
dell’Ordine, e da lui offerta nel nome di Cristo e dei membri del
suo Corpo mistico, è il Sacrificio del Calvario reso
sacramentalmente presente sui nostri altari. Noi crediamo che, come
il pane e il vino consacrati dal Signore nell’ultima Cena sono
stati convertiti nel suo Corpo e nel suo Sangue che di lì a poco
sarebbero stati offerti per noi sulla Croce, allo stesso modo il pane
e il vino consacrati dal sacerdote sono convertiti nel Corpo e nel
Sangue di Cristo gloriosamente regnante nel Cielo; e crediamo che la
misteriosa presenza del Signore, sotto quello che continua ad
apparire come prima ai nostri sensi, è una presenza vera, reale e
sostanziale (Cfr.Dz.-Sch. 1651).
Pertanto
Cristo non può essere presente in questo Sacramento se non mediante
la conversione nel suo Corpo della realtà stessa del pane e mediante
la conversione nel suo Sangue della realtà stessa del vino, mentre
rimangono immutate soltanto le proprietà del pane e del vino
percepite dai nostri sensi. Tale conversione misteriosa è chiamata
dalla Chiesa, in maniera assai appropriata,transustanziazione. Ogni
spiegazione teologica, che tenti di penetrare in qualche modo questo
mistero, per essere in accordo con la fede cattolica deve mantenere
fermo che nella realtà obiettiva, indipendentemente dal nostro
spirito, il pane e il vino han cessato di esistere dopo la
consacrazione, sicché da quel momento sono il Corpo e il Sangue
adorabili del Signore Gesù ad esser realmente dinanzi a noi sotto le
specie sacramentali del pane e del vino (Cfr. Dz-Sch. 1642,
1651-1654; Pauli VI, Litt. Enc. Mysterium Fidei), proprio come
il Signore ha voluto, per donarsi a noi in nutrimento e per
associarci all’unità del suo Corpo Mistico (Cfr. S. Th. III,
73, 3).
L’unica
ed indivisibile esistenza del Signore glorioso nel Cielo non è
moltiplicata, ma è resa presente dal Sacramento nei numerosi luoghi
della terra dove si celebra la Messa. Dopo il Sacrificio, tale
esistenza rimane presente nel Santo Sacramento, che è, nel
tabernacolo, il cuore vivente di ciascuna delle nostre chiese. Ed è
per noi un dovere dolcissimo onorare e adorare nell’Ostia santa,
che vedono i nostri occhi, il Verbo Incarnato, che essi non possono
vedere e che, senza lasciare il Cielo, si è reso presente dinanzi a
noi.
Noi
confessiamo che il Regno di Dio, cominciato quaggiù nella Chiesa di
Cristo, non è di questo mondo, la cui figura passa; e che la sua
vera crescita non può esser confusa con il progresso della civiltà,
della scienza e della tecnica umane, ma consiste nel conoscere sempre
più profondamente le imperscrutabili ricchezze di Cristo, nello
sperare sempre più fortemente i beni eterni, nel rispondere sempre
più ardentemente all’amore di Dio, e nel dispensare sempre più
abbondantemente la grazia e la santità tra gli uomini. Ma è questo
stesso amore che porta la Chiesa a preoccuparsi costantemente del
vero bene temporale degli uomini. Mentre non cessa di ricordare ai
suoi figli che essi non hanno quaggiù stabile dimora, essa li spinge
anche a contribuire - ciascuno secondo la propria vocazione ed i
propri mezzi - al bene della loro città terrena, a promuovere la
giustizia, la pace e la fratellanza tra gli uomini, a prodigare il
loro aiuto ai propri fratelli, soprattutto ai più poveri e ai più
bisognosi. L’intensa sollecitudine della Chiesa, Sposa di Cristo,
per le necessità degli uomini, per le loro gioie e le loro speranze,
i loro sforzi e i loro travagli, non è quindi altra cosa che il suo
grande desiderio di esser loro presente per illuminarli con la luce
di Cristo e adunarli tutti in Lui, unico loro Salvatore. Tale
sollecitudine non può mai significare che la Chiesa conformi se
stessa alle cose di questo mondo, o che diminuisca l’ardore
dell’attesa del suo Signore e del Regno eterno.
Noi
crediamo nella vita eterna. Noi crediamo che le anime di tutti coloro
che muoiono nella grazia di Cristo, sia che debbano ancora esser
purificate nel Purgatorio, sia che dal momento in cui lasciano il
proprio corpo siano accolte da Gesù in Paradiso, come Egli fece per
il Buon Ladrone, costituiscono il Popolo di Dio nell’aldilà della
morte, la quale sarà definitivamente sconfitta nel giorno della
Resurrezione, quando queste anime saranno riunite ai propri corpi.
Noi
crediamo che la moltitudine delle anime, che sono riunite intorno a
Gesù ed a Maria in Paradiso, forma la Chiesa del Cielo, dove esse
nella beatitudine eterna vedono Dio così com’è (Cfr. 1
Io. 3, 2; Dz.-Sch. 1000) e dove sono anche associate,
in diversi gradi, con i santi Angeli al governo divino esercitato da
Cristo glorioso, intercedendo per noi ed aiutando la nostra debolezza
con la loro fraterna sollecitudine (Cfr. Lumen gentium, 49).
Noi
crediamo alla comunione tra tutti i fedeli di Cristo, di coloro che
sono pellegrini su questa terra, dei defunti che compiono la propria
purificazione e dei beati del Cielo, i quali tutti insieme formano
una sola Chiesa; noi crediamo che in questa comunione l’amore
misericordioso di Dio e dei suoi Santi ascolta costantemente le
nostre preghiere, secondo la parola di Gesù: Chiedete e
riceverete(Cfr. Luc. 10, 9-10; Io. 16, 24). E con la fede e
nella speranza, noi attendiamo la resurrezione dei morti e la vita
del mondo che verrà.
Sia
benedetto Dio Santo, Santo, Santo. Amen.
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