di Lorenzo Banducci
Monti
ha deciso di scendere (o meglio di salire) in campo.
Lo
ha fatto con una scelta netta e decisa destinata anche a fare pochi prigionieri
fra gli alleati centristi (Casini e Fini) pronti a cedere una bella fetta
dell’autonomia delle loro forze politiche al leader (cosa che entrambi non
hanno fatto fino in fondo con Berlusconi consumando per questo motivo la
frattura con l’allora leader da incensare).
Ma
Monti è diverso da Silvio. Ad esempio non ha una lista personalistica… Ah no
scusate quella ce l’ha: “Scelta civica Monti per l’Italia” ed è stata
battezzata proprio ieri…
Ma
allora non fa battute come quelle di sentirsi “obbligato” a occuparsi della
politica per salvare l’Italia dal baratro… Evidentemente nemmeno questo dopo la
frase (un po’ infelice) di ieri sera in cui ha detto: “Non ho la passione per
la politica, me la impongo…”.
Battute
a parte l’ingresso in politica di Monti ha senza dubbio dei lati positivi per
la nostra sgangherata democrazia italica. Proviamo a valutarli con calma:
1- Innanzitutto
la spaccatura netta e definitiva fra il
centro democratico e la destra radicale, populista e antieuropea. Negli
ultimi 20 anni abbiamo avuto in Italia solo una destra populista, acostituzionale,
egoista ed estranea ai principi di solidarietà e unità del Paese. Spero solo
che gli ideatori di tale mossa non abbiano agito per puro timore di una
“sinistra di governo”, ma per impedire piuttosto il ritorno in campo di una
destra destabilizzante per l’Italia e per l’Europa.
2- La lista Monti potrebbe poi essere
decisiva (paradossalmente) nello stabilizzare la vicenda politica
post-elettorale consentendo al centro-sinistra di vincere
anche nelle regioni in bilico e spalancando la strada al governo Bersani e a
una salda maggioranza anche al Senato. “Bersani non pensi di governare se non
ha la maggioranza anche al Senato” va ripetendo Casini come una litania in
questi giorni... E pensare che lui spera di farlo da minoranza in entrambe le
Camere!!
3- La lista Monti potrebbe ricondurre al
voto numerosi italiani sfiduciati dall’andamento della
politica nostrana, delusi dalle istituzioni, abbattuti da una legge elettorale
vergognosa e che non lascia il diritto di scegliere alle persone.
Ma i
pregi della novità montiana finiscono qui. Come già analizzato da Niccolò Bonetti per il nostro blog il programma dell’ex presidente del Consiglio presenta problematiche importanti da sciogliere e domande alle quali anche luinon può rispondere.
Vincerà
le elezioni chi sarà capace di parlare alla gente di come far ripartire
l’economia e l’occupazione, di come lottare contro la spudorata evasione
fiscale (così da far diminuire le tasse per tutti), di come combattere
l’eccesso di privilegi e di abusi riguardanti coloro che ancora oggi
amministrano le nostre istituzioni ad ogni livello, di come promuovere una
maggior integrazione europea, valorizzare il nostro enorme patrimonio
culturale, combattere le mafie, restituire civiltà alle carceri, riconoscere
come cittadini quei giovani extracomunitari nati in Italia.
Pensiamo
davvero ancora di affidarci all’ “uomo solo” che ci trascina fuori dalla melma
paludosa nella quale siamo precipitati? Pensiamo che un movimento davvero
“civico, responsabile e popolare” possa essere guidato da chi non ha “passione
per la politica”? Io a queste domande mi sono già risposto…
(Lorenzo Banducci)
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