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Nuove voci per un nuovo cattolicesimo democratico


di Lorenzo Banducci


Una scelta di coraggio invocata nei giorni scorsi da vari politici cattolici militanti nel PD. Ieri il Partito Democratico ha presentato quattro nuove candidature, provenienti dal mondo cattolico, tutte innovative e forti.

In pratica una buona fetta della storia del cattolicesimo democratico ha scelto di sporcarsi le mani e di occuparsi, all’interno del centro-sinistra, del futuro del nostro paese.

Si tratta di Emma Fattorini, Edo Patriarca, Ernesto Preziosi e Flavia Nardelli. Le loro biografie, in breve sono state riportate su articolo di oggi de “La Stampa” e desideriamo condividerle con voi:

La Fattorini, 60 anni, professore ordinario di storia contemporanea alla Sapienza di Roma, romagnola d’origine, ha studiato a Firenze con La Pira ed è una studiosa della storia del movimento cattolico. Si è occupata anche di temi bioetica ed è membro del Comitato nazionale di bioetica. Ha pubblicato volumi dedicati a Pio XI, ma anche alla religiosità popolare. Il suo ultimo lavoro, «Italia devota», racconta come la religiosità abbia favorito e non ostacolato l’identità nazionale e abbia rappresentato un elemento unificante tra le élite intellettuali e i ceti popolari. Fattorini è anche membro del Comitato scientifico della Treccani e dell’Istituto Sturzo.

Con Edo Patriarca, 59 anni, il Pd mette in lista un esponente del mondo cattolico organizzato impegnato nel sociale e in particolare nel terzo settore, che ha sempre guardato verso il centrosinistra. Patriarca è stato presidente dell’Agesci (gli scout cattolici), portavoce del Forum del terzo settore ed è attualmente presidente del Centro nazionale del volontariato. Dal 2009 è anche segretario delle Settimane Sociali dei cattolici italiani e ha lavorato pure per «Scienza & Vita».

Proviene invece dalle file dell’Azione Cattolica Ernesto Preziosi, 57 anni, segretario generale dell’Istituto Toniolo, la «cassaforte» dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dopo aver a lungo militato nell’Ac a Pesaro, sua città d’origine, Preziosi ne è divenuto per nove anni vicepresidente generale nonché responsabile dell’archivio «Paolo VI» dell’associazione. Storico di formazione, è autore di vari saggi sul movimento cattolico nonché di studi e di una biografia del beato Giuseppe Toniolo, economista cattolico recentemente elevato agli altari da Papa Ratzinger. Nel processo canonico Preziosi ha svolto l’incarico di vice postulatore della causa. «Credo che la nostra possa essere una presenza significativa all’interno del Partito democratico – spiega a “La Stampa” il neocandidato – perché non sia caratterizzato solo dalle spinte a sinistra. La cultura del cattolicesimo politico ha un importante contributo da dare, nel dialogo e nel confronto con tutti, in particolare su temi quali la vita e la famiglia ma anche la pace, la questione sociale e l’emergenza carceri».

Infine Flavia Nardelli, 66 anni, segretario generale dell’Istituto Sturzo. Di origini trentine, figlia di Flaminio Piccoli, coordina e gestisce progetti di ricerca e valorizzazione di patrimoni culturali, archivistici e bibliotecari in Italia e all’estero, ed è membro del Comitato di redazione della rivista Civitas. Lo Sturzo è l’Istituto che conserva la biblioteca del fondatore del Partito Popolare italiano e che negli ultimi decenni ha acquisito importanti archivi di personalità che hanno fatto la storia dell’Italia nel dopoguerra, come quello di Giulio Andreotti.

 
A questi quattro nomi va poi aggiunto quello di Santini della CISL così da completare questo legame nuovo e forte che si sta creando fra le associazioni di ispirazione cattolica impegnate nella società e il PD.

 
Aspettando la composizione delle liste delle altre forze politiche il PD ha dimostrato di comprendere a pieno il senso dell’indipendenza dell’associazionismo cattolico rispetto al mondo della politica, scegliendo candidati che lo rappresentassero, ma lasciando autonomia e libertà piena alle associazioni medesime. Non si può dire la stessa cosa per altri leader di altri movimenti cattolici che hanno incentrato interamente i loro orizzonti più recenti sui loro interessi personali e sulla conseguente perdita di identità da parte delle loro associazioni appiattitesi sul sostegno incondizionato a Monti (anche a costo di “mischiarsi” con Montezemolo).

 
Occorre infine aggiungere la bella notizia dell’esiguità della componente del PSI guidato da Nencini all’interno delle liste del Partito Democratico (saranno solo 3 i candidati socialisti). Ancora troppi, per quanto mi riguarda, vista la loro totale mancanza di radicamento sul territorio e l’incapacità di rappresentare concretamente la società civile, ma sempre meglio dei dieci previsti. Nencini aveva provato a “gabbare” il PD come aveva fatto qualche anno fa per le elezioni regionali in Toscana, ma stavolta gli è andata male. Speriamo solo adesso di non ritrovarcelo come ministro…


(Lorenzo Banducci)

Commenti

Raffaele Savigni ha detto…
Congratulazioni a queste nuove voci: sono persone che anch'io stimo. Ma continuo a ritenere che l'attuale linea del PD sia troppo squilibrata verso sinistra.E non condivido il giudizio velatamete negativo sull'aclista Oliviero e sulla comunità di Sant'Egidio. Mischiarsi con Montezemolo non è di per sé più contaminante di quanto non lo sia mischiarsi con Vendola. Vorrei che il PD invece di polemizzare con Monti cercasse di definire meglio la propria immagine e la proporia linea politico-culturale in termini inclusivi e non troppo condizionati dall'eredità del passato degli ex-comunisti.

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