Una
scelta di coraggio invocata nei giorni scorsi da vari politici cattolici
militanti nel PD. Ieri il Partito Democratico ha presentato quattro nuove
candidature, provenienti dal mondo cattolico, tutte innovative e forti.
In pratica una buona fetta della storia del cattolicesimo democratico ha scelto di sporcarsi le mani e di occuparsi, all’interno del centro-sinistra, del futuro del nostro paese.
In pratica una buona fetta della storia del cattolicesimo democratico ha scelto di sporcarsi le mani e di occuparsi, all’interno del centro-sinistra, del futuro del nostro paese.
Si
tratta di Emma Fattorini, Edo
Patriarca, Ernesto Preziosi e Flavia Nardelli. Le loro biografie, in breve sono
state riportate su articolo di oggi de “La Stampa” e desideriamo condividerle
con voi:
La Fattorini, 60 anni, professore ordinario di storia contemporanea alla Sapienza di Roma, romagnola d’origine, ha studiato a Firenze con La Pira ed è una studiosa della storia del movimento cattolico. Si è occupata anche di temi bioetica ed è membro del Comitato nazionale di bioetica. Ha pubblicato volumi dedicati a Pio XI, ma anche alla religiosità popolare. Il suo ultimo lavoro, «Italia devota», racconta come la religiosità abbia favorito e non ostacolato l’identità nazionale e abbia rappresentato un elemento unificante tra le élite intellettuali e i ceti popolari. Fattorini è anche membro del Comitato scientifico della Treccani e dell’Istituto Sturzo.
La Fattorini, 60 anni, professore ordinario di storia contemporanea alla Sapienza di Roma, romagnola d’origine, ha studiato a Firenze con La Pira ed è una studiosa della storia del movimento cattolico. Si è occupata anche di temi bioetica ed è membro del Comitato nazionale di bioetica. Ha pubblicato volumi dedicati a Pio XI, ma anche alla religiosità popolare. Il suo ultimo lavoro, «Italia devota», racconta come la religiosità abbia favorito e non ostacolato l’identità nazionale e abbia rappresentato un elemento unificante tra le élite intellettuali e i ceti popolari. Fattorini è anche membro del Comitato scientifico della Treccani e dell’Istituto Sturzo.
Con Edo Patriarca, 59 anni, il Pd mette in lista un esponente del mondo
cattolico organizzato impegnato nel sociale e in particolare nel terzo settore,
che ha sempre guardato verso il centrosinistra. Patriarca è stato presidente
dell’Agesci (gli scout cattolici), portavoce del Forum del terzo settore ed è
attualmente presidente del Centro nazionale del volontariato. Dal 2009 è anche segretario
delle Settimane Sociali dei cattolici italiani e ha lavorato pure per «Scienza
& Vita».
Proviene invece dalle file
dell’Azione Cattolica Ernesto Preziosi,
57 anni, segretario generale dell’Istituto Toniolo, la «cassaforte» dell’Università
Cattolica del Sacro Cuore. Dopo aver a lungo militato nell’Ac a Pesaro, sua
città d’origine, Preziosi ne è divenuto per nove anni vicepresidente generale
nonché responsabile dell’archivio «Paolo VI» dell’associazione. Storico di
formazione, è autore di vari saggi sul movimento cattolico nonché di studi e di
una biografia del beato Giuseppe Toniolo, economista cattolico recentemente
elevato agli altari da Papa Ratzinger. Nel processo canonico Preziosi ha svolto
l’incarico di vice postulatore della causa. «Credo che la nostra possa essere
una presenza significativa all’interno del Partito democratico – spiega a “La
Stampa” il neocandidato – perché non sia caratterizzato solo dalle spinte a
sinistra. La cultura del cattolicesimo politico ha un importante contributo da
dare, nel dialogo e nel confronto con tutti, in particolare su temi quali la
vita e la famiglia ma anche la pace, la questione sociale e l’emergenza
carceri».
Infine Flavia Nardelli, 66 anni, segretario generale dell’Istituto Sturzo.
Di origini trentine, figlia di Flaminio Piccoli, coordina e gestisce progetti
di ricerca e valorizzazione di patrimoni culturali, archivistici e bibliotecari
in Italia e all’estero, ed è membro del Comitato di redazione della rivista Civitas.
Lo Sturzo è l’Istituto che conserva la biblioteca del fondatore del Partito
Popolare italiano e che negli ultimi decenni ha acquisito importanti archivi di
personalità che hanno fatto la storia dell’Italia nel dopoguerra, come quello
di Giulio Andreotti.
A questi
quattro nomi va poi aggiunto quello di Santini
della CISL così da completare questo legame nuovo e forte che si sta creando fra
le associazioni di ispirazione cattolica impegnate nella società e il PD.
Aspettando
la composizione delle liste delle altre forze politiche il PD ha dimostrato di comprendere
a pieno il senso dell’indipendenza dell’associazionismo cattolico rispetto al
mondo della politica, scegliendo candidati che lo rappresentassero, ma
lasciando autonomia e libertà piena alle associazioni medesime. Non si può dire
la stessa cosa per altri leader di altri movimenti cattolici che hanno incentrato
interamente i loro orizzonti più recenti sui loro interessi personali e sulla
conseguente perdita di identità da parte delle loro associazioni appiattitesi
sul sostegno incondizionato a Monti (anche a costo di “mischiarsi” con
Montezemolo).
Occorre infine aggiungere la bella notizia dell’esiguità della componente
del PSI guidato da Nencini all’interno
delle liste del Partito Democratico (saranno solo 3 i candidati socialisti).
Ancora troppi, per quanto mi riguarda, vista la loro totale mancanza di
radicamento sul territorio e l’incapacità di rappresentare concretamente la
società civile, ma sempre meglio dei dieci previsti. Nencini aveva provato a “gabbare”
il PD come aveva fatto qualche anno fa per le elezioni regionali in Toscana, ma
stavolta gli è andata male. Speriamo solo adesso di non ritrovarcelo come
ministro…
(Lorenzo Banducci)
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