di Niccolò Bonetti
Sulla
civiltà occidentale spira, da diversi decenni un'aria di morte:
l'aborto si è ormai affermato come diritto inviolabile della persona
in quasi tutti i paesi occidentali (il mito crudele
dell'autodeterminazione) mentre sta prendendo sempre più piede la
depenalizzazione dell'eutanasia , fatto che mostra chiaramente
quanto la sofferenza sia stata privata di ogni valore salvifico e
umanizzante e quanto si stia affermando sempre di più una visione
individualistica e libertaria della morte.
Il
cristiano non può accettare questa eclissi dell'inviolabile diritto
alla vita, non può accettare né può in alcun modo essere partecipe
del grave smarrimento valoriale che in questo ambito ha colpito
l'Occidente.
Egli
deve testimoniare il valore sacro e inviolabile della vita e
l'assolutezza del precetto “non uccidere” anche con scelte
coraggiose e controcorrente e annunziare che la vita, in qualunque
situazione , anche la più tragica e disperata, vale la pena di
essere vissuta perché Dio ha chiamato tutti\e anche i più
sventurati\e e sofferenti, ad una comunione di vita, di gioia, di
amore e di libertà con Lui.
La
fede cristiana , infatti, annunzia che coloro che sono ritenuti dal “pensiero
dominante” gli “inutili”,i falliti, gli scarti della società,
i rifiuti umani; ebbene costoro saranno i primi nel Regno dei Cieli,
regno che non è solo e non tanto una realtà “trascendente” ma è
soprattutto un avvenimento che irrompe nel tempo per mutare
radicalmente la storia degli uomini, una storia costantemente segnata
dal sangue di tanti agnelli sacrificali.
Passerà
la scena di questo mondo , un modo tanto disperato e illuso, con le
sue sciocche vanità e le sue idolatrie e coloro che erano carne da
macello, gli ultimi della terra, gli sfruttati, gli aborti, coloro
che hanno subito l'eutanasia per liberarsi di un costo economico, i
tanti feti affetti da sindrome di Down abortiti per “non farli
soffrire da grandi” e tanti altri sventurati si leveranno e
giudicheranno con implacabile ma retto giudizio gli uomini perversi
della nostra generazione condannandoli alle fiamme dell'inferno e
alla comunione con Satana.
In
uno scritto apocrifo, l'Apocalisse di Pietro si legge :"Proprio
lì vicino [agli assassini] vidi un altro luogo recinto, dove
confluiva il fetido marciume di quelli che erano puniti e vi formava
una specie di lago. Ivi giacevano donne immerse fino al collo in
quella sanie. Di fronte a loro giacevano un gran numero di bambini,
nati prima del termine, che gridavano. Da questi partivano getti di
fiamma che colpivano le donne negli occhi. Erano quelle che avevano
concepito fuori del matrimonio e avevano ucciso i propri nati"
Ogni
iniziativa che ricordi quanto la nostra società sia pregna e
impastata di sangue innocente e anzi si regga e si alimenti su un
quotidiano olocausto di tanti infelici, soppressi solo perché non
conformi ai valori degenerati di moda nel nostro secolo non può che
essere lodevole e quindi anche la marcia della vita di domani a Roma
che ha proprio come fine il ribadire che la vita umana è un dono di
Dio ed è sacra e inviolabile. non può che essere un'iniziativa
lodevole.
Tuttavia
, per quanto lodevole e apprezzabile, la cultura pro life ha al suo
interno, specialmente nell'area cattolica, concezioni e idee
estremamente discutibili.
Si
pensi solo all'idea che si è affermata nel Magistero negli ultimi
decenni ma che non è condivisa dalla tradizione cattolica precedente
e neanche da autori quali Maritain, Haring o Rahner per cui il
concepito sarebbe già persona umana.
Prima
della formazione della stria primitiva dal quattordicesimo al
sedicesimo giorno di vita è possibile la formazione di gemelli
identici per cui, pur essendo l'embrione geneticamente uno, esso non ha
ancora acquisito un' individualità determinata e fissa e non può
essere quindi definito “individuo” cioè “non diviso”.
Va
tutelato ma, non come persona umana, bensì' come persona in divenire,
progettualità di vita umana che sta sviluppando: Tommaso, non a
caso, scriveva che gli embrioni che non hanno ricevuto l'anima
razionale non risorgeranno nell'ultimo giorno.
Oppure
pensiamo all'idea per cui ogni legge positiva che ammetta l'aborto è
sempre inaccettabile: eppure anche su questo punto la tradizione
cattolica ha sempre distinto fra principio di di diritto naturale e
la sua applicazione umana e positiva in cui bisogna tener conto del
contesto socio-culturale, del pluralismo morale, delle possibili
eccezioni, delle tolleranze per evitare danni ancora peggiori.
E'
evidente che è assurdo e folle pretendere una traduzione letterale e
automatica della legge naturale salvo si voglia distruggere la stessa
società umana che si regge sempre su una difficile mediazione fra
ideale e situazione concreta in cui è inevitabile che trovino spazio
tanti mali ineliminabili.
Come
dice Toni Servillo nel “Il Divo” cogliendo una parte di verità:
“Bisogna amare così tanto Dio per capire quanto sia necessario il
male per avere il bene “.
In
tale prospettiva anche un atteggiamento meno reticente del Magistero
in materia di contraccezione in contesti fortemente degradati avrebbe
potuto aiutare nella lotta all'aborto; fra due mali da tollerare, è
infinitamente più preferibile ricorrere la contraccezione piuttosto
all'aborto.
Inoltre,
qualunque discorso sull'aborto è ipocrita se non è corredato da
proposte in materia di assistenza sociale nell'ambito della
maternità: troppo facile e moralistico è lanciare anatemi contro
l'interruzione di gravidanza senza denunciare le grandi carenze, i
grandi vuoti, nelle strutture sociali e giuridiche che non sono
adeguate a tutelare chi sceglie di portare a termine la gravidanza.
Anche
in materia di eutanasia, a mio parere, esistono delle zone oscure che
sembrano scomparire nelle argomentazioni di tanti pro life.
La
vita è un dono di Dio ma , se essa è veramente un dono che noi abbia
ricevuto, accettato pienamente e fatto nostro integralmente, di essa
noi siamo diventati gli amministratori e i responsabili.
Questa
responsabilità nel gestire la nostra vita implica una responsabilità
anche nel gestire la propria morte e nell'evitare di ricorrere alla
tecnica per prolungare vite che ormai non possono essere ritenute più
umane ma puramente vegetali.
Accettare
la morte, accettare il proprio destino, cessare di mantenere in vita
corpi svuotati da ogni carattere umano è riconoscere da una parte la nostra finitezza e mortalità e dall'altra accettare che ciò che
ci fa uomini è la razionalità, non i mezzi della tecnica che possono al massimo prolungare apparenze di vita; diverso è il caso dell''eutanasia attiva ciò ogni atto volto al togliere volontariamente la vita, atto che non implica accettare una morte già
segnata ma infliggersela o infliggerla quando è ancora lungi da venire.
Chi
, distrutto dal dolore e dalla sofferenza, si uccide va rispettato ma
questo atto non può essere moralmente accettato perché amministrare
il dono della vita(e della morte..) non significa diventarne
proprietari senza doveri e farsi signori del proprio inizio e della propria fine.
Ma
tutelare e proteggere la vita non significa solo impedire aborti e
eutanasie ma anche combattere le strutture di peccato che nelle
nostre società sono responsabili di miseria, morte e disperazione.
Se
esistono persone che vivono in condizioni tali da non poter
soddisfare i propri bisogni primari,da rischiare la propria
sopravvivenza, i più benestanti sono direttamente responsabili di
questa situazione.
Se
non soccorriamo e aiutiamo gli ultimi della terra, se non doniamo
tanto da far si che la società dei consumi,dipendente com'è dal
fatto che le persone spendono soldi in banalità invece che ad
aiutare le vittime delle carestie, si indebolisca e forse perisca del
tutto, se non lottiamo per una società radicalmente diversa, siamo
responsabili singolarmente di tante morti, di tanti omicidi, di tante
tragedie di tanti nostri fratelli e sorelle.
Ben
pochi compiono ciò; la maggior parte delle persone(me compreso) sono
troppo impegnati a trovare scuse per non farlo che a pensare a quale
contributo dare.
Non
importa; ciò non toglie che siamo colpevoli, colpevoli e abbiamo le
mani sporche di sangue come la donna che ha abortito e come lei
abbiamo bisogno della misericordia salvifica di Dio per non essere
definitivamente separati dall'amore di Cristo.
Buona
marcia a tutti gli amici.
Commenti
http://anisama.wordpress.com/2013/05/12/alcune-riflessioni-sulla-marcia-per-la-vita-e-sullaborto/
:D
alle tavole della Legge si preferisce Andreotti: abbiam capito che avete problemi a distinguere l'io da Dio.
miserere.
Il vero Maritain vi bacchetterebbe per un errore così grave in metafisica. L'uno è un trascendentale, ovvero uno di quegli attributi che appartengono all'ente in quanto tale e che pertanto sono coestensivi all'ente stesso: "ens et unum convertuntur". Ogni ente, in quanto ente, è uno e quindi individuo. Un ente che non sia individuo ha la stessa realtà di un cerchio quadrato.
«Si autem modus entis accipiatur [...] secundum ordinem unius ad alterum, hoc potest esse dupliciter. Uno modo secundum divisionem unius ab altero; et hoc exprimit hoc nomen aliquid: dicitur enim aliquid quasi aliud quid; unde sicut ens dicitur unum, in quantum est indivisum in se, ita dicitur aliquid, in quantum est ab aliis divisum.» - De veritate, q. 1 a. 1 co.
Dire che un ente materiale informato da una forma umana non sia individuo, e quindi persona, è assurdo tanto quanto dire che un lombrico non è un individuo perché se lo si taglia a metà dà origine a due lombrichi (se vi sembra irriverente paragonare l'uomo al lombrico, sappiate che Tommaso usava questo esempio parlando dell'Eucarestia, per spiegare come una specie eucaristica contenga tutto il Corpo di Cristo, e che se la si divide in due allora entrambe le parti saranno, anche separatamente prese, tutto il Corpo di Cristo stesso).
Riguardo a Maritain viene solitamente strumentalizzato il seguente passo, tratto da "Idea tomista dell’evoluzione", in "Approches sans entraves, scritti di filosofia cristiana":
«Ammettere che il feto umano dall'istante della sua concezione riceva l'anima intellettiva, quando la materia non è ancora in nulla disposta a questo riguardo, è ai miei occhi, un'assurdità filosofica. È tanto assurdo come chiamare "bebé" un ovulo fecondato».
Peccato però che poi si ometta sempre di menzionare il fatto che in quello stesso scritto Maritain spiegava:
«Notate bene che San Tommaso non dice che l'embrione è un semplice vegetale durante una certa fase, e poi un semplice animale prima di diventare un essere umano. Una simile interpretazione sarebbe grossolanamente inesatta. San Tommaso dice, il che è completamente diverso, che possedendo sin dall'inizio la natura umana virtualmente, durante una certa fase l'embrione vive della vita vegetativa e durante la fase seguente vive della vita sensitiva. È un essere che fin dal primo istante è fatto per essere uomo e che diviene formalmente ciò che che fin dall'inizio è già virtualmente per lo slancio primordiale da cui dipende; diviene formalmente uomo un corpo informato da un'anima intellettiva, dopo aver attraversato una fase in cui il suo corpo è informato transitoriamente e in divenire (in via) da un'anima vegetativa ed un'altra fase in cui il suo corpo è informato transitoriamente e in diventire (in via) da un'anima sensitiva. Ecco il movimento evolutivo della generazione umana».
E prosegue poi, badate che questo è importante:
«Virtualmente vuol dire realmente, benché non formalmente. Uccidere un essere che possiede virtualmente (realmente-virtualmente) la natura umana ed è fatto per essere uomo, è evidentemente lo stesso delito che uccidere un uomo».
I Nipoti di Maritain bocciati in metafisica, che paradosso! Povero Maritain...
Avanti Nipoti! Questi sanno solo insultare e giudicare!
@ Ilaria: ok, i nipoti sarebbero paraculi. Invece chi una volta all'anno va in Piazza a dire quanto e' brutto l'aborto ( e ci voleva la Marcia per la Vita...) e si dice per l'abolizione della 194 sic et simpliciter cosa dimostra? coglionismo? voglia di esserci? Si abolisce la 194 e che succede? si diminuiscono gli aborti, cosi' diffusi e cosi' da sempre tanto da essere proibiti fin dai tempi della Didache'? Cazzate; o si faranno all'estero (al prezzo ormai di un volo ryanair; vedi l'Irlanda, o la Polonia) o si fanno come da che mondo e mondo da mammane-medici compiacenti etc.
Ricorderei ai cattolicissimi indignati che esiste una cosa che si chiama peccato originale; e che quindi l'uomo e' peccatore, l'uomo e' fragile, l'uomo fa tante merdate; tra queste anche l'aborto, che a differenza di tanti altri crimini e' molto piu' facile da far passare in silenzio (quindi il parallelo con l'omicidio non regge; non tanto perche' l'aborto non sia omicidio, ma perche' nel caso dell'aborto e' piu' facile 'nascondere le tracce, e' piu' facile' da compiere o perlomeno da tentarsi...e in sintesi un crimine piu' subdolo).
Eliminare la 194 contribuirebbe solo a rendere questo problema ancor piu' sommerso e ricacciarlo nel 'si fa ma non si dice'; una donna che vuole abortire adesso va nei consultori, e spesso molte donne cambiano idea; una donna che back in the days voleva abortire andava...dalla mammana, spesso morendo lei e il pupo. quindi la 194 e' il tanto terribile male minore, di fronte ad un fenomeno che per sua stessa natura non si puo', purtroppo, proibire manu militari.
Se la Marcia per la Vita proponesse roba tipo assegni familiari SERI alle famiglie (e non le elemosine odierne), aiuti seri alle ragazze madri etc, io probabilmente ci sarei; ma cosi', mi sembra solo un dirsi l'ovvio (l'aborto e' male)proponendo qualcosa che al tempo stesso e' sia improbabile quanto , purtroppo, inefficace ( la proibizione dell'aborto). Speriamo almeno vi siate divertiti, che ve devo di'....
Che c'entra allora la storiella dei quattordici giorni? Niente. Come spesso succede in questo blog, la realtà, non ci vuole molto a capirlo, è che l'articolo è affetto dal maanchismo di veltroniana memoria: l'aborto è un male però... l'embrione è persona ma... e così via, insinuando il dubbio, confondendo le idee, così che chi vi segue impari a prescindere dalla verità, chiudendosi nel soggettivismo e nel relativismo. Mescolate vero e falso, così da una parte potete spacciarvi per cattolici, ma nel frattempo con tutti i vostri distinguo insegnate che sì c'è il bene e il male, ma alla fine va bene tutto, quindi vivi e lascia vivere.
Meglio essere completamente atei che seguire questa robaccia. Ripeto, articolo penoso.
In realtà per Tommaso l’aborto è un grave peccato mortale, ma non perché equiparabile all'omicidio volontario perché incide su un processo naturale che avrebbe condotto di per sé a una vita umana.
Argomentazione scivolosa che porterebbe ad affermare l'immoralità di interferire nei processi biologici (contraccezione, fecondazione assistita).
Il problema è capire quando l'embrione diventa una sostanza e come tale autonoma, indipendente e indivisibile e questo secondo la maggior parte dei bioeticisti è intorno al 14-16esimo giorno.
Poi esistono tanti altri modi per determinare quando abbiamo di fronte una vita umana ma non è cosa facile come non è cosa facile capire quando si ha di fronte un cadavere: la vita e la morte non possono essere determinate in maniera netta e precisa.
Solo Dio conosce questi momenti ma è sicuramente necessaria la massima prudenza.
Siamo "nipoti" cioè veniamo due generazioni dopo Maritain: Maritain sarebbe stato un modello negli anni '30, '40, '50 ; oggi rimane un autore apprezzabile ma non l'unico a cui ispirarsi.
Una persona è una sostanza individuale di natura razionale; l'individualità è problematica prima del termine di cui sopra(perché qualunque cellula potrebbe essere separata e svilupparsi come un individuo) e la razionalità è data dallo sviluppo della corteccia celebrale che inizia fra il 15-25esimo giorno.
Questa non vuol dire che prima di questo termine molto approssimativo non si abbia a che fare con delle vita umana ma solo che è dubbio che , in questa fase, l'embrione abbia un'anima immortale, pur essendo ordinato a diventare persona.
Sulla questione dell'individuazione avevo già chiarito più sopra, e l'esempio del lombrico è più che sufficiente a spazzare via tutte le vostre obiezioni. Volendo essere ancora più chiari, l'embrione diventa un uomo perché è già informato da un'anima razionale, che è presente realmente-virtualmente e solo poi realmente-formalmente secondo le definizioni di Maritain. Enrico Berti preferisce invece parlare di potenza attiva. Se non fosse informato da una forma umana allora il suo sviluppo non procederebbe verso l'umano. L'anima infatti è forma, ma la forma è anche fine, entelechia, come diceva Aristotele.
Dite poi che l'embrione non è un individuo perché se alcune cellule si staccano danno origine ad un altro individuo? Le stesse cellule si comportano in modo diverso a seconda se siano unite ad altre cellule oppure se ne siano separate, questo dimostra che l'embrione non è affatto un semplice agglomerato di cellule, ma la sua unità è causata dalla forma, per la quale ogni parte è in vista delle altre ed in vista del tutto, come direbbe Aristotele. È la forma che dà unità. Guardate, è molto semplice, quando l'embrione è tutto unito allora è un individuo, quando una parte si separa, allora si hanno due individui, non c'è niente di complicato.
Riguardo ai bioeticisti che a maggioranza accettano la tesi del 14° giorno c'è dire primo che tali questioni non si decidono a maggioranza, secondo che il Comitato di bioetica ha invece rifiutato questa tesi dicendo che l'embrione va considerato persona sin dal concepimento.
Considerate l'embrione un grumo di cellule, parlate come i Radicali e vi definite cattolici. Potrei dire che pure voi siete di grumi di cellule, non è forse vero? Anzi siete dei grumi di atomi, come qualsiasi sasso.
Siete solo dei cripto-protestanti, siate allora coerenti: seguite il Magistero oppure fondatevi la vostra comunità ecclesiale riformata, perché vi ostinate a tenere un piede in due scarpe? Ne ricavate qualche vantaggio nella tradizione del peggior clericalismo?
E poi chi te lo ha detto che chi va alla marcia non si batte per un sostegno serio alla maternità e alla famiglia? Ed era anche pieno di volontari che ogni giorno fanno assistenza. Quindi di che stai parlando? Se le cose non le sai, taci.
1) aborto illegale= aborti clandestini=fenomeno tanto diffuso quanto incontrollabile, spesso morte di mamma e pupo
2) aborto legale; fenomeno controllabile , con annessa possibilita' di far cambiare idea ed offrire alternative alle donne che intendono abortire (chiedi agli amigos tuoi volontari)
delle due, la seconda mi sembra il male minore, di un fenomeno che comunque e' male; che le leggi possono arginare/controllare, non eliminare; se fosse stato cosi' semplice pensi che nostro Signore ci avrebbe mandato Suo Figlio ( a cui, da quello che leggo nel tuo interessante blog, neanche credi, tu che a differenza mia del cattolicesimo hai capito tutto...)a farsi ammazzare? sarebbero bastati un Platone o un Aristotele....
Il tuo ragionamento non fila semplicemente perché non sei capace di indentificare correttamente le cause. È assurdo dire che l'aborto si combatta permettendolo: come può un fenomeno diminuire per il semplice fatto di essere permesso? Non c'è alcun nesso causale. Ciò che fa diminuire gli aborti è l'aiuto che viene fornito alle donne, è lapalissiano. Perché allora fornire aiuto alle donne solo perché vanno ad abortire? A che pro creare strutture dove è possibile abortire per poi cercare di dissuadere dall'aborto? (Ammesso poi che si tenti davvero di dissuadere, e che politicanti tipo Vendola non mettano i bastoni fra le ruote). Si creino allora delle strutture di aiuto per tutte le madri (e le famiglie quando ci sono). La storia insegna: come affrontarono i cristiani la piaga nell'antichità molto diffusa degli infanticidi? Allestendo strutture in cui le madri potessero legalmente uccidere i figli in modo indolore? Ovviamente no! Ma si cercava in ogni modo di creare strutture che aiutassero le madri e si occupassero dei figli, e per le donne che proprio non volevano o non potevano assolutamente tenere il figlio si crearono le ruote degli esposti, che ancora esistono e permettono di salvare tanti bambini: un grandissimo progresso che giusto a qualche mente bacata che lavora all'ONU è venuto in testa, non molto tempo fa, di criticare perché sarebbe contro i diritti umani (per quale motivo non è dato sapere, ma se uno lavora all'ONU ci sono buone probabilità che non sia un tipo tanto sveglio).
1) l'hai detto tu, non io
2) perche' solitamente si aiuta chi ha bisogno di aiuto;e se non vuoi portare a termine una gravidanza, sicuro hai bisogno di aiuto, vuoi economico , vuoi 'morale ' in senso lato, piu' di altre persone. L'aborto 'legalizzato' sicuramente permette di aiutare queste donne o provare a farlo,sicuramente piu' dell'aborto illegale, che significa solamente 'aborto nascosto (ma non meno praticato)
'Il male si combatte sempre e quando è inevitabile si tollera, ma non lo si approva mai'
e chi lo approva? Mi hai sentito dire 'che bello l'aborto', o dire che e' moralmente neutro, o cianciare di diritto alla gestione del corpo, 14 giorni versus concepimento et similia? Tollerare non significa approvare; e io l'aborto legale posso al massimo tollerarlo, come posso tollerare prostituzione e pornografia legali; pur considerandoli moralmente inaccettabili, non credo nell'utilita' della proibizione manu militari di questi fenomeni. Non serve a nulla, non solo non 'risolve il problema'ma ne crea anche altri (mercato nero sfruttamento etc).
"Il tuo ragionamento non fila semplicemente perché non sei capace di indentificare correttamente le cause. È assurdo dire che l'aborto si combatta permettendolo: come può un fenomeno diminuire per il semplice fatto di essere permesso?"
Qual'e' la causa dell'aborto? la 194?quindi stando al tuo ragionamento prima del 1978 nessuno avrebbe mai abortito in Italia...
L'assurdo e' pensare che la gente abortisca (o compia 'il male) solo perche' e' permesso, e illudersi che proibire l'aborto farebbe diminuire gli aborti, praticati da sempre e nel silenzio. e io non ho detto che un fenomeno si elimina permettendolo; e che essendo l'aborto un crimine che si commette all'interno del proprio corpo, proibirlo ha lo stesso (non) senso di 'proibire il suicidio' e pensare che questo riduca i suicidi.L'aborto, la prostituzione etc non si 'eliminano', ovvero cancellano con leggi piu' o meno severe; si possono al massimo controllare, piu' o meno efficacemente. La proibizione dell'aborto storicamente si e' qualificato come uno strumento inefficace di controllo del fenomeno 'aborto', nonostante gli sforzi della Chiesa che hai giustamente ricordato.
Sugli aiuti alle famiglie e il ruolo della Chiesa, non potrei essere piu' d'accordo, anzi ti e vi chiedo; e da parechio che manco dall'Italia, sono previsti incentivi anche economici per chi decide di non abortire? qui in Uk si.
PS non so se sono un buon cattolico, ma sicuramente tu non sei il Prefetto della CDF. Famo che resti in argomento e non esondi attribuendo patenti di cattolicita' ad minchiam dall'alto dell'autorita'autoconferitati dalo studio matto e disperatissimo della Summa teologica e di Gilson?
fai il classico errore dei cattolici senza Cristo, degli 'atei devoti' e di tutta la compagnia cantante'; prendi il Catechismo come un instrumentum regni, e sembri convinto che traducendolo in legge si possa costruire il Regno di Dio sulla terra. Alas, le cose non sono cosi' semplici..
ma voi continuate pure a pontificare dalle poltrone del vostro salotto. Gomez Dàvila al confronto vostro stava sulle barricate.
abolizione 194 si o abolizione 194 no.
svolgimento: pensierini argomentati a favore o contro l'aborto legalizzato.
la marcia per la vita si pone contro la 194 e per la penalizzazione dell'aborto; quindi, anche se ci vanno tante brave persone, io non ci vado, perche' credo che proibire l'aborto faccia piu' danni che altro.Non sei d'accordo spiega, invece di fare casciara tipo 'quelliaiutanoinveceloStatoaibambinichicipensatiepidimodernistiluogocomunistiealloralefoibe?'
Legalizzare l'aborto significa approvarlo, ovvero fare una legge che autorizza a fare del male, ovvero si confonde il bene con il male, ovvero (per i cristiani) si commette un peccato contro lo Spirito Santo. Più facile di così.
L'aborto diminuisce prima educando al rispetto della vita e alla carità verso il prossimo, e non all'affermazione su tutto e tutti della propria individuale libertà, desideri e capricci. Poi fornendo tutto l'aiuto possibile alle madri e alle famiglie in difficoltà.
Ed infine che proibire l'aborto faccia più danni che permetterlo è solo una balla degli abortisti, ampiamente smentita dai fatti nei paesi dove l'aborto è vietato:
http://www.uccronline.it/2013/04/29/cile-e-irlanda-aborto-illegale-ed-elevata-salute-della-donna/
Poi il tuo discorso non significa nulla, anzi semmai dimostra che l'aborto clandestino non sia una piaga sociale come invece si vuol far credere, a meno di non voler dare ad intendere che il sistema sanitario inglese possa accollarsi pure tutti gli aborti irlandesi se questi non fossero che un piccolo numero, contrariamente a quanto tu sostieni. Del resto è risaputo che gli abortisti abbiano sempre sparato cifre fasulle sugli aborti clandestini, proprio per creare la sensazione che si trattasse di un'ermergenza che invece non esisteva.
Il tuo discorso dimostra che se l'aborto clandestino non è una piaga allora si deve lavorare prima di tutto sul piano educativo per prevenirlo e poi sul piano di aiuti ed incentivi per far desistere le donne che pensino di sottoporsi ad un aborto clandestino. E si dovrebbero infine approvare delle leggi spietate non certo contro le donne che abortiscono, ma contro chi l'aborto lo pratica materialmente o vi contribuisce (compresi quindi quelli che vendono illegalmente le pillole abortive).
non abbia ricordato la Polonia e i suoi 250.000 aborti l'anno ( a proposito de ' aborto illegale=meno aborti)
...comunque, per quanto riguarda l"irlanda
gli aborti delle donne dell'EIRE non sono fatti dall'NHS (il servizio sanitario inglese pubblico) ma in cliniche private, fiorentissimo business gestito da 'associazioni benefiche' tipo la Marie Stopes International (che mi fa pure schifo fargli pubblicita', ma immagino che tu non prenda per buono quello che ti dico quindi verifica pure).
Ora: interventi educativi etc tutto, lo ribadisco, giustissimo: ma secondo te chi ha piu' interesse e sopratutto possibilita' di far cambiare idea ad una donna che intende abortire: la dipendente di Marie Stopes, che magari si prende pure le provvigioni su quante ragazze riesce a mandare in Inghilterra ad abortire, o il medico italiano, che appunto invita la donna a pensarci per una settimana, la invita a rivolgersi ad un consultorio etc?
Sulla razionalita', e fattivita' pratica, della penalizzazione a repressione planetaria della produzione di RU484 e dell'aborto, poi,vabbe, la prendo come una boutade...
La stima degli aborti clandestini in Polonia è fasulla, come fasulle erano a suo tempo le crifre qui da noi: http://www.pro-life.pl/resources/italiano/flyers%20ita%20-%20pdf%20files/aborti%20clandestini%20-%20miti%20e%20fatti%20-%20a3.pdf
La storia che serva l'aborto legale per far diminuire gli aborti è ed è sempre stata fasulla, oltre che ovviamente un'assurdità dal punto di vista logico.
Del resto quel che dico fu spiegato a suo tempo da abortisti pentiti come Bernard Nathanson che rivelarono al mondo tutte le strategie comunicative e le bugie raccontate per far approvare l'aborto, ma se tu voi continuare ad illuderti io non ci posso fare nulla, forse stare in Inghilterra ti fa male.
Il comitato dei medici è autorevole, tu puoi pensare quel che vuoi, non cambia nulla, come non cambia il fatto che l'Irlanda sia uno dei paesi con la minore mortalità materna (non vorrai mica sostenere che questo sia "merito" della Marie Stopes?) E anche Nicolosi è autorevole, nel senso che è uno psicologo che fa il suo mestiere, come tanti altri; e ci sono diversi psicologi che seguono le sue teorie, giuste o sbagliate non lo so, è un campo dove è difficile avere certezze ma nel quale di sicuro non conta la maggioranza. Se poi la propaganda omosessualista lavora per infangare Nicolosi in tutti i modi tu mica ci vorrai credere? Raccontavano che fosse stato radiato dall'ordine e non era vero. O forse tu sei uno di quelli che negano la realtà dicendo che non esistono coloro che abbandonano l'omosessualità? Questo è un fatto innegabile.
Non capisco le tabelle che mi proponi, o meglio che rilevanza abbiano; che la salute della donna sia migliorata in generale in occidente, tanto nei paesi in cui l'aborto e' illegale tanto in quelli in cui e' legale, e' un fatto legato a tutta una serie di fenomeni (economici, sociali,medici tipo maggiori controlli e maggiore l'uso dei tanto aborriti anti-concezionali) non certo dalla presenza o meno dell'aborto, che ora da 'clandestino dalle mammane' e' semplicemente 'fatto all'estero' , 'fatto a casa con la Ru'o 'fatto da medico compiacente'.
Il mio discorso e' sempre li, in quella domanda che ti ho fatto prima e che e' rimasta inevasa: come si raggiunge, ed eventualmente si fa cambiare idea,una donna che vuole abortire? Mandandola all'estero e pulendosi la coscienza, come in Irlanda e in Polonia, o affrontando il problema, purtroppo ( e dico purtroppo) affrontando anche il fatto che tra le 500 donne che si rivolgono ad un consultorio, la meta' scegliera' comunque di abortire (fermo restando che di 500 donne che vanno dalla Marie Stopes, 500 abortiranno), per quanti incentivi-aiuti etc si potranno inventare?
in certi casi, la riduzione del danno e' l'unica opzione percorribile.
Ad abolire la 194 io non mi sentirei 'buono', mi sentirei solo uno che nasconde la polvere sotto il tappeto e si e' messo a posto la coscienza, e che crede che un problema nascosto sia un problema risolto.
Ciao
Tuttavia in gran parte dell'Occidente l'aborto ahimè è un diritto e non pare esserci nessuna possibilità di tornare indietro in tempi brevi.
Quindi le uniche strade possibili sono ridurre il danno investendo energie in assistenza sociale per la maternità, educazione sessuale e sviluppando una sensibilità pro life.