L‘eretico
che rinnega un articolo di fede non ha l‘abito della fede, né
formata né informe. E ciò perché la specie di un abito dipende
dalla ragione formale dell‘oggetto, eliminata la quale la specie
dell‘abito non può sussistere. Ora, l‘oggetto formale della fede
è la prima verità in quanto si rivela nella Sacra Scrittura e
nell‘insegnamento della Chiesa. Perciò chi non aderisce come a
regola infallibile e divina all‘insegnamento della Chiesa, che
scaturisce dalla prima verità rivelata nella Sacra Scrittura, non ha
l‘abito della fede, ma ne accetta le verità per motivi diversi
dalla fede. Come se uno conosce una conclusione senza il termine
medio che la dimostra non ne ha evidentemente la scienza, ma solo
un‘opinione. Ora, è chiaro che chi aderisce all‘insegnamento
della Chiesa come a una regola infallibile accetta tutto ciò che la
Chiesa insegna. Altrimenti, se di quanto la Chiesa insegna accetta o
non accetta quello che vuole, non aderisce più all‘insegnamento
della Chiesa come a una regola infallibile, ma segue la propria
volontà. È quindi evidente che l‘eretico, il quale nega
pertinacemente un articolo, non è disposto a seguire in tutto
l‘insegnamento della Chiesa (se infatti lo negasse senza pertinacia
non sarebbe un eretico, ma solo un errante). E così è chiaro che
chi è eretico in un articolo non ha la fede negli altri, ma solo una
certa opinione secondo la propria volontà.
Tommaso D'Aquino,Summa theologiae, seconda sezione della seconda parte,Questione 5 Articolo 3
Commenti
Questa affermazione sembra un sofisma: il presupposto che l'oggetto primo della fede sia l'infallibilità della Chiesa è una affermazione arbitraria o meglio una verità di fede a sua volta. L'eretico per definizione non crede in questa infallibilità, quindi certamente può essere accusato a rigore di non essere cattolico, ma non di non avere fede, perché ovviamente la sua concezione di oggetto di fede non comprenderà l'infallibilità della Chiesa.
( S. Agostino., In Psal. 54, n. 19; PL 36, 641).
Sempre l'Ipponate spiega che se non avesse ricevuto le Scritture dalla Chiesa non gli sarebbero valse a nulla, a suffragio di quanto l'Angelico, da par suo, qui ribadisce con stringenza sillogistica.