di
Lorenzo Banducci
Ieri
sera mi sono divertito e commosso. Divertito perché Roberto Benigni con quel
suo accento fieramente toscano riuscirebbe a far sorridere chiunque anche se
leggesse l’elenco telefonico. Commosso, perché quando si sente parlare in questi
termini della nostra Costituzione non si può far altro che battere le mani ed
essere felici. Benigni ci ha fatto volare alto e ci ha ricordato che qualche
motivo per essere fieri del nostro Paese lo abbiamo e dobbiamo tenercelo ben
stretto nonostante l’attuale crisi morale e nonostante questa continua
decadenza dei costumi e della politica.
Il
comico toscano ci ha presentato un excursus nei dodici articoli iniziali della
nostra Costituzione: i “principi fondamentali”. Ed ecco allora che le parole
chiave ribadite con vigore sono state impegno
politico (contro l’indifferenza che ci circonda), pace, lavoro, dignità della persona umana, vita, solidarietà,
autonomia, ricerca scientifica, cultura, ambiente, uguaglianza ed infine laicità.
E’
su quest’ultima parola che vorrei soffermarmi ricordando il testo del nostro
articolo 7 della Costituzione che recita:
“Lo Stato e la Chiesa cattolica sono,
ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.I loro rapporti sono
regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due
parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.”
La
Chiesa e lo Stato sono sovrani ciascuno del proprio ambito. Come ha anche
ricordato Benigni per la Chiesa diventa impossibile prendere posizioni
politiche specifiche e nette su questioni di ambito legislativo o elettorale
riguardanti il nostro paese. “Non deve
essere Dio nelle mani della Chiesa, ma la Chiesa nelle mani di Dio”, così
ha proseguito Benigni ribadendo l’errore che commette talvolta l’istituzione-Chiesa
quando prova ad “usare Dio” tentando di pilotare l’esito di votazioni o di
percorsi legislativi.
Difficile
non riflettere su queste parole che trovo condivisibili in parte. La Chiesa ha,
a mio parere, tutto il diritto di dire la propria sui percorsi legislativi in
atto da parte dei vari paesi, ma deve poi lasciare autonomia ai politici (anche
se cattolici) di compiere le proprie scelte in Parlamento e ai cittadini di
fare altrettanto all’interno delle urne. Entrambi (politici e cittadini)
risponderanno innanzitutto alla propria coscienza, adeguatamente formata, ma
mai delegata.
Alla
Chiesa spetta dunque una sovranità nella formazione delle coscienze. Formare
cristiani che sappiano essere esempi positivi nella società è più
importante dell’ottenimento o dell’abrogazione di una legge non conforme al
pensiero cristiano.
Provo ad usare alcuni esempi: diventano più importanti per la formazione della società le storie di madri che scelgono con
coscienza di non abortire, o di infermi che vogliono continuare a vivere, o di
coppie che dopo una crisi coniugale decidono comunque di rimanere insieme
nonostante esistano leggi che favoriscono questi loro desideri rispetto all'imposizione di leggi che neghino l'aborto, l'eutanasia e il divorzio.
E' la Chiesa che deve lavorare su queste persone, rivolgersi a loro e spiegare
che la vita ha sempre un valore unico e speciale sia nel caso in cui stia
nascendo, sia nel caso in cui stia volgendo al termine o sia resa molto
difficile da condizioni di salute pessime. Per ottenere questo la Chiesa tutta,
dai suoi vertici in Vaticano fino all’ultimo dei fedeli laici, deve imparare a
discutere meno con le grandi istituzioni politiche e a parlare di più con le
persone, a dialogare con tutti senza distinzioni, ad interagire e a conoscere
ogni singola storia perché ognuna è diversa dall’altra.
Una Chiesa militante e
radicata nei territori e nei cuori.
Questo da laico credente in Cristo e
innamorato della Chiesa è il mio auspicio per gli anni a venire, ringraziando
Roberto Benigni che mi ha dato la possibilità di tornare a riflettere ancora su
concetti, che abbiamo messo nero su bianco più di 60 anni fa, ma che faticano
ad entrare nelle nostre vite.
(Lorenzo Banducci)
Commenti
Un saluto
Ogni legge non può essere il frutto di mediazione e del bene possibile in una data situazione tenendo conto di tutte le sensibilità in gioco.
E' un'opera lunga e faticosa ma inevitabile.
Gabriel Salvo Antinori
Da compiangersi sono queste fole, non chi ricorda come le leggi possano e hanno demoralizzato una società.