Gesù
ha unito l'annuncio del regno di Dio con la sua chiesa. Dopo la morte
e la risurrezione di Gesù si ricompose l'unione del popolo di Dio,
nel nome di Gesù Cristo. La chiesa degli ebrei e dei gentili fu
intesa come un'opera di Dio e come la comunità nella quale si
sperimenta l'azione del Signore elevato al cielo e del suo Spirito.
Alla fede in Gesù Cristo, mediatore universale della salvezza, si
unisce il battesimo nel suo nome, come mediazione per partecipare
alla sua morte redentrice, per ricevere il perdono dei peccati e per
entrare nella comunità di salvezza (cf. Mc 16,16; Gv 3,5). Perciò
il battesimo è paragonato all'arca salvatrice (1Pt 3,20-21). Secondo
il Nuovo Testamento la necessità della chiesa per la salvezza si
fonda sull'unica mediazione salvifica di Gesù Cristo.
Si
parla della necessità della chiesa per la salvezza in due sensi: la
necessità dell'appartenenza alla chiesa per quelli che credono in
Gesù, e la necessità, per la salvezza, del ministero della chiesa
che, per incarico di Dio, dev'essere al servizio della venuta del
regno di Dio.
Nell'enciclica Mystici
corporis Pio XII affronta la questione della relazione con la
chiesa di quelli che raggiungono la salvezza fuori della comunione
visibile con essa, e dice che questi sono ordinati al corpo mistico
di Cristo attraverso un non consapevole anelito e desiderio (Denz
3821). L'opposizione del gesuita americano Leonard Feeney, che
insiste nella sua interpretazione esclusivistica della frase 'extra
Ecclesiam nulla salus', dà occasione alla lettera del sant'Uffizio
all'arcivescovo di Boston dell'8 agosto 1949, la quale respinge
l'interpretazione di Feeney e precisa l'insegnamento di Pio XII. La
lettera distingue tra la necessità dell'appartenenza alla chiesa per
la salvezza ('necessitas praecepti') e la necessità dei mezzi
indispensabili per la salvezza ('intrinseca necessitas'). Riguardo a
tali mezzi, la chiesa è un aiuto generale per la salvezza (Denz
3867-3869): nel caso di un'ignoranza invincibile, basta il desiderio
implicito di appartenere alla chiesa, e questo desiderio è sempre
presente quando un uomo aspira a conformare la sua volontà a quella
di Dio (Denz 3870). La fede però, nel senso di Eb 11,6, e l'amore
sono sempre necessari con necessità intrinseca (Denz 3872).
Il
concilio Vaticano II fa sua la frase 'extra Ecclesiam nulla salus',
ma con essa si rivolge esplicitamente ai cattolici e ne limita la
validità a coloro che conoscono la necessità della chiesa per la
salvezza. Il concilio osserva che l'asserto si fonda sulla necessità
della fede e del battesimo affermata da Cristo (Lumen gentium, n.
14). In tal modo il concilio si colloca in continuità con
l'insegnamento di Pio XII, però mette in rilievo più chiaramente il
carattere parenetico originale di questa frase.
A
differenza di Pio XII, il concilio rinuncia a parlare di 'votum
implicitum' e applica il concetto di 'votum' soltanto al desiderio
esplicito dei catecumeni di appartenere alla chiesa (Lumen gentium,
n. 14). Dei non cristiani si dice che, in modo diverso, sono ordinati
al popolo di Dio. Secondo i vari modi in cui la volontà salvifica di
Dio abbraccia i non cristiani, il concilio distingue quattro gruppi:
in primo luogo gli ebrei; in secondo luogo i musulmani; in terzo
luogo quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e non
conoscono la chiesa, ma cercano Dio con cuore sincero e si sforzano
di compiere la sua volontà conosciuta attraverso la coscienza; in
quarto luogo quelli che, senza colpa, non sono ancora giunti a
conoscere espressamente Dio, ma ciò nonostante si sforzano di
condurre una vita retta (Lumen gentium, n. 16).
I
doni che Dio offre a tutti gli uomini per condurli alla salvezza si
fondano, secondo il concilio, sulla sua volontà salvifica universale
(Lumen gentium, nn. 2.3.16; 'Ad gentes', n. 7). L'affermazione che
anche i non cristiani sono ordinati al popolo di Dio si fonda sul
fatto che la chiamata universale alla salvezza include la vocazione
di tutti gli uomini all'unità cattolica del popolo di Dio (Lumen
gentium, n. 13). Il concilio osserva che l'intima relazione delle due
vocazioni si fonda sull'unica mediazione di Cristo, che si rende
presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la chiesa (Lumen
gentium, n. 14).
Così
si restituisce alla frase 'extra Ecclesiam nulla salus' il suo senso
originale: esortare alla fedeltà i membri della chiesa (31). Questa
frase, integrata all'interno di quella più generale 'extra Christum
nulla salus', non è più in contraddizione con la chiamata di tutti
gli uomini alla salvezza.
Il Cristianesimo e le religioni,Commissione teologica internazione,1997
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