Di Niccolò Bonetti
Il disturbo dell'identità di genere
(DIG) è la diagnosi utilizzata da psicologi e medici per descrivere
le persone che soffrono di una disforia di genere: in altri termini
coloro che presentano una forte e persistente identificazione nel
sesso opposto a quello biologico cioè a quello assegnato
anagraficamente alla nascita soffrono di questo disturbo.
Prima analizzare meglio le
caratteristiche di questo disturbo, è bene spiegare che cosa si
intendere per gender e sex.
Tradizionalmente le persone vengono
divisi in uomini e donne sulla base delle loro differenze biologiche
e anatomiche. Nel sentire comune, infatti, il sesso e il genere
costituiscono un tutt'uno. Gli studi di genere propongono invece una
suddivisione tra questi due aspetti dell'identità:
1)sesso(sex) è basato sul corredo
genetico, sull' insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici
che producono un binarismo maschio / femmina. Il sesso è assegnato a
seconda del corredo cromosomico(XX o XY) e in base ai genitali;
tuttavia alcuni individui hanno combinazioni di cromosomi, ormoni e
genitali che sono difficilmente inquadrabili in un
sex(intersessualità).
2)il genere (gender) è un
prodotto della cultura umana,rappresenta una costruzione culturale e
sociale, una rappresentazione, definizione e incentivazione di
comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo
status di uomo / donna. Ad ogni genere competono dei ruoli.
Come scrivono gli psichiatri americani :“Sex is assigned at birth, refers to one’s biological status as either male or female, and is associated primarily with physical attributes such as chromosomes, hormone prevalence, and external and internal anatomy.Gender refers to the socially constructed roles, behaviors, activities, and attributes that a given society considers appropriate for boys and men or girls and women. These influence the ways that people act, interact, and feel about themselves. While aspects of biological sex are similar across different cultures, aspects of gender may differ”.
Sesso e genere non vanno
contrapposte ma costituiscono due realtà interdipendenti :sulla
prima si innesta infatti la seconda. Maschi e femmine si nasce,uomini
e donne si diventa e il concetto di genere,di ciò che è maschile e
femminile variano a seconda dei contesti socio-culturali. Ogni
persona si identifica in un genere ma non sempre il sesso
biologico(sex) e l'identità di genere corrispondono.
L'orientamento
sessuale(etero-omo-bi-ase) è di solito sganciato dalla gender.
Il ruolo di genere riguarda dunque un
insieme di elementi che suggeriscono esteriormente, quindi agli
altri, la categorizzazione sessuale di un individuo(una certa cosa "è
da femmina", un'altra cosa "è da maschio" e così
via, definiti secondo gli stereotipi di maschio e femmina) .
Queste caratteristiche proprie del
ruolo di genere riguardano ad esempio i capelli,i vestiti,il
linguaggio,gli atteggiamenti.
Ovviamente i ruoli di genere variano a
seconda del contesto(una gonna è un abito femminile in Italia ma può
essere un abito maschile in Scozia) ma devono essere sempre conformi
al sesso biologico pena essere ritenuti sconvenienti e oggetto di
pubblico biasimo.
La categorizzazione rigida uomo-donna è
stata prevalente tradizionalmente ma con alcune eccezioni:si pensi al
caso degli eunuchi.
La maggior parte degli individui sono
dei cisdender cioè in essi si verifica una concordanza tra
l'identità di genere e il comportamento o ruolo considerato
appropriato per il proprio sesso .
Se però non c'è corrispondenza fra
sex e gender si ha un disturbo di disforia di genere.
Secondo il DSM-IV, i criteri
diagnostici per identificare il disturbo dell'identità di genere
sono i seguenti:
1)Il soggetto si identifica in maniera
intensa e persistente con individui di sesso opposto a quello
biologico.
2)Questa identificazione non deve essere
semplicemente un desiderio di qualche presunto vantaggio culturale
derivante dall'appartenenza al sesso opposto a quello biologico.
3)Deve esserci l'evidenza di una
condizione di malessere persistente o di estraneità riguardo al
proprio sesso biologico.
4)L'individuo non deve presentare una
condizione di intersessualità.
5)Deve esserci un disagio clinicamente
significativo o compromissione in ambito sociale, lavorativo e nelle
relazioni interpersonali.
Il trattamento contemporaneo per
disturbo dell'identità di genere è costituito principalmente da
modifiche fisiche per portare il corpo in armonia con la percezione
dell'identità di genere mentale (psicologico, emotivo), piuttosto
che viceversa come invece si tentava di fare fino ad alcuni decenni
fa.La psichiatra da diversi decenni
afferma ormai che la DIG è l'unica patologia classificata come
psichiatrica a non essere curata psichiatricamente.
La cura non è quindi , come per tutte
le altre patologie psichiatriche psichiatrica, ma ormonale e
chirurgica.
Lo psichiatra infatti non guarisce la persona transessuale facendola nuovamente sentire a proprio agio con il suo sesso biologico di origine, bensì avviandola alle terapie endocrinologiche e/o chirurgiche per iniziare il percorso di transizione.
Lo psichiatra infatti non guarisce la persona transessuale facendola nuovamente sentire a proprio agio con il suo sesso biologico di origine, bensì avviandola alle terapie endocrinologiche e/o chirurgiche per iniziare il percorso di transizione.
Ciò che viene curato non è quindi la
mente bensì' il corpo.Erroneamente fino agli anni '20 del 900 la DIG
era curata tentando di adeguare la mente al corpo somministrando
ormoni o mediante la psicoterapia ma i risultati furono sempre
fallimentari.
Quindi oggi ,in caso di diagnosi di DIG, si ha un percorso transizionale che porta una persona a smettere di vivere il ruolo di genere relativo al sesso biologico di appartenenza per arrivare a vivere pienamente nell'identità di genere di elezione riacquistando cosi' l'armonia fra mente e corpo.
Alcune legislazioni, quali ad esempio quella tedesca, permettono la modifica dei dati anagrafici in caso di DIG anche senza intervento chirurgico,altre quali ad esempio quella italiana richiedono prima della riattribuzione del nome l'intervento.
Quindi oggi ,in caso di diagnosi di DIG, si ha un percorso transizionale che porta una persona a smettere di vivere il ruolo di genere relativo al sesso biologico di appartenenza per arrivare a vivere pienamente nell'identità di genere di elezione riacquistando cosi' l'armonia fra mente e corpo.
Alcune legislazioni, quali ad esempio quella tedesca, permettono la modifica dei dati anagrafici in caso di DIG anche senza intervento chirurgico,altre quali ad esempio quella italiana richiedono prima della riattribuzione del nome l'intervento.
Le persone che hanno un sex femminile ,
ma che hanno un gender maschile e vogliono modificare il loro corpo
in tale direzione, sono noti come uomini transessuali o transmen (
FTM).
Le persone che hanno un sex maschile ,
ma che hanno un gender femminile e vogliono modificare il loro corpo
in direzione del gender sono noti come donne transessuali o transmen
(anche noti MTF).
Esistono poi
crossdresser (da non confondere con il feticismo da travestimento che
è una parafilia)denota l'atto o l'abitudine di indossare
alternativamente vestiti comunemente associati al sesso opposto al
proprio ma non riguarda né l'orientamento sessuale né il gender.
Il termine drag queen invece si
riferisce generalmente a uominiche si vestono come donne a scopo
diintrattenere altri al bar, locali, o altri eventi. Le drag king
termine si riferisce a donne che vestirsi come gli uomini al fine di
intrattenere altri al bar, club, o altri eventi.
Diversa è la
questione dei genderqueer : queste persone sostengono una visione dei
generi fluida e che rivendica il diritto di ogni persona di situarsi
in qualsiasi posizione intermedia fra gli estremi maschio/femmina
senza alcuna discriminazione.Il genderqueer o transgender è insomma
la persona incasellabile per eccellenza.
Tornando al DIG ,nel Maggio 2013 uscirà
il nuovo DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali)
e in esso la DIG non sarà più ritenuto un disturbo sancendo cosi'
che, chi abbia una percezione del proprio genere sessuale che non
coincida con il sesso biologico, non sia più diagnosticato come un
soggetto che ha un disturbo dell’identità, come era descritto
nella terza edizione del DSM pubblicata nel 1980 .Coloro che vivono
con disagio questa loro disforia avranno comunque la possibilità di
accedere a cure e interventi terapeutici specializzati per le loro
esigenze come la correzione dei genitali(anche se la
depatologizzazione rischia di non rendere più coperti da
assicurazioni o servizi sanitari interventi che non sono più da
ritenersi medici).Chi invece vive serenamente la sua condizione trans
gender avrà ancora di più la sicurezza di non essere considerato un
malato dalla comunità scientifica.Pare cosi' profilarsi anche per il
disturbo di identità di genere la sorte già toccata
all'omosessualità che fu esclusa nel 1973 dal DSM.
Quale può essere una riflessione
cristiana concernente le persone transessuali?Intanto è giusto dire
che essere uomini e donne è ben lungi dall'essere un concetto
statico e rigido ma è bensì un qualcosa di
complesso,contraddittorio, variegato e plurale che va conquistato
giorno per giorno.
Il che (cioè la distinzione fra
sessualità come biologia e sessualità come processo umano)non
dovrebbe costituire una grande novità per il pensiero cattolico
essendo già anticipata nella Gaudium et spes al n.51 “La
sessualità propria dell'uomo(...) sono meravigliosamente superiori a
quanto avviene negli stadi inferiori della vita; perciò anche gli
atti specifici della vita coniugale, ordinati secondo la vera dignità
umana, devono essere rispettati con grande stima “.
Insomma una lettura della sessualità
umana in chiave puramente biologica è ormai insostenibile come notai
già in altri post perché la sessualità ha un valore
umano,storico,sociale,culturale e morale che trascende e supera il
valore puramente biologico e procreativo.
L'errore ancora una volta di una parte
della teologia cattolica è ancora una volta quello di avere un
approccio riduzionista e fisicalista.
L'errore di questa visione si vede bene
nel Manuale di Bioetica di Sgreccia nel quale si afferma “è
scientificamente ed obiettivamente provato che è il sesso genetico a
determinare le altre componenti biologiche del sesso. Il sesso nasce
prima di noi. Siamo stati maschi o femmine il giorno del concepimento
e lo siamo in maniera irreversibile. Lo sviluppo ormonale, la
centralizzazione neurologica, la ciclicità fisiologica e la
configurazione morfologica della nostra sessualità non sono altro
che fenomeni susseguenti, ma anche conseguenti al fenomeno della
determinazione genetica del sesso“.
In questa prospettiva non c'è alcun
spazio per il gender che viene totalmente ricondotto al sex.
Fallaci sono anche le argomentazioni di
alcuni teologi morali che ritengono l'intervento chirurgico
inammissibile perché un trattamento terapeutico si può fare quando
l’organo è malato, non quando è sano.
Come già emerse nella riflessione
sulla sterilizzazione, queste posizioni dimenticano totalmente che
non si ha a che fare con organi sani o malati ma con persone sane e
malate poiché esse riducono ancora una volta il valore infinito
della persona umana ad una questione puramente biologica di salute o
malattia di alcune parti del suo corpo.
E' dovere delle comunità ecclesiali
rimuovere ogni discriminazione nei confronti delle persone
transessuali,abbandonando ogni anacronistica identificazione di sex e
gender e rendendo le nostre chiese un luogo accogliente per queste
persone che hanno profondamente sperimentato nella loro vita la
sofferenza,il disprezzo e il dolore.
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