Una
legge con cui sono in disaccordo, la vogliono abolita, senza se e
senza ma. Guai, a scendere ad un compromesso, anche se è un
compromesso che va a loro favore. Preferiscono gloriarsi di essere
netti, severi, irriducibili. O tutto o niente. Così, magari
rinunciano anche a votare per le forze politiche di governo, ritenute
- quando va bene - troppo molli. Anzi, si chiamano fuori sin dal
principio da qualsivoglia reale dibattito politico, ché ad entrarvi
e ad ottenere lì dentro risultati concreti, dovrebbero per forza di
cose sporcarsi le mani, intaccare quei valori che per loro sono un
totem sia nella vita privata che in quella pubblica.
Essi
sposano, di fatto, forse inconsciamente, la regola (brigatista!) del
"tanto peggio, tanto meglio". Se per qualche ragione si
facesse un piccolo passo in avanti nella loro direzione, ecco che di
colpo perderebbero ogni credibilità nel loro costante affermare "O
tempora, o mores". Dunque, a loro conviene preservare lo status
quo, per poter gridare il loro continuo scandalo e disprezzo per
questa "società senza valori".
Naturalmente,
nonostante il clamore che sono in grado di suscitare, il loro reale
peso politico è minimale, poiché il loro comportamento paradossale
non fa altro che dipingerli agli occhi di tutti come invasati senza
speranza. Ed ecco che, in questo modo, essi scatenano un naturale -
per quanto sovente scomposto - sentimento di anti-reazione, che le
forze progressiste non perdono tempo a catturare, accelerando così
la creazione di un'opinione pubblica a loro favorevole.
Dunque,
sono anche gli invasati clericali a diffondere l'anticlericalismo,
pure quello più becero e blasfemo. Sono anche i fanatici
antiabortisti a polarizzare un'opinione favorevole all'aborto,
rinunciando peraltro a qualsiasi soluzione che non sia l'abolizione
totale, e con questo contribuendo alla preservazione dello stato
attuale. Sono anche i paladini della morale, a scatenare la voglia di
liberarsi totalmente di qualsiasi morale.
E
invece, una morale qualsiasi - per quanto migliorabile, per quanto
imperfetta - è comunque meglio di nessuna morale.
(Francesco Genovese)
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