di
Lorenzo Banducci
E’
finita. La corsa di queste elezioni primarie si è definitamente conclusa con in
successo al ballottaggio di Pierluigi Bersani.
Bersani
ha sconfitto il cambiamento promosso da Renzi, ma ora dovrà inevitabilmente
accettarlo. Quali problemi affliggeranno il nuovo leader della sinistra
italiana nei prossimi mesi?
Li
provo ad elencare qua sotto:
1- Il centro-sinistra ha un nuovo/vecchio
leader. Ma sarà davvero considerabile un candidato premier a
tutti gli effetti? Come la mettiamo con la legge elettorale? Quella attuale (il
porcellum) darebbe valore alle primarie, ma se dovesse cambiare? Se cambiassimo
la legge verso un sistema maggiormente proporzionale queste primarie sarebbero
state una inutile perdita di tempo e di forze.
2- Il cambiamento.
Bersani dovrà per forza di cose ascoltare il vento di novità promosso da Renzi
e dal suo attivismo. Meritocrazia, più spazio ai giovani, nuovo patto fra le
generazioni. Questi dovranno essere i punti da sottoscrivere per rilanciare il
futuro della coalizione e del PD.
3- Le alleanze.
Davvero Bersani pensa di poter governare con un’alleanza così eterogenea con
dentro Vendola e i socialisti di Nencini, ma anche l’apertura (dopo il voto) ai
nuovi moderati di Montezemolo e Riccardi e a Casini? Capisco che il progetto di
un PD maggioritarista sia finito nuovamente in soffita con questa vittoria
bersaniana, ma non sarebbe forse meglio (soprattutto se dovesse permanere
questa legge elettorale) rispolverarlo un pochino? Il nostro Paese ha bisogno
come il pane di una maggioranza solida, coesa e che lo guidi nelle tempeste che
ancora ci attendono dopo Monti. Sarà capace il centro-sinistra di accettare
questa sfida?
4- Berlusconi. E’
inutile girarci intorno, la vittoria di Bersani apre enormi possibilità per un
rientro di Berlusconi sulla scena politica nostrana. Questo ha, nel processo di
crescita della democrazia in Italia, solo degli esiti negativi. Innanzitutto
perché prolunga ulteriormente questa fase del nostro paese. Siamo ai tempi
supplementari della seconda Repubblica, mi verrebbe da dire. Poi perché
conoscendo Berlusconi sappiamo che sposterà tutta la campagna elettorale non
sui programmi o sulle idee, ma sui giudici, sui giornali e sui comunisti
(questi ultimi piatto forte dell’ex premier).
5- I cattolici. Nel
centro-sinistra i cattolici hanno contribuito, insieme ad altri, a costruire il
PD. Finchè il centro-sinistra continuerà ad accogliere il loro contributo essi
continueranno a far sentire la propria voce. Essi infatti (per dirla come
Michele Nicoletti) credono che la storia dell’umanità non sia abbandonata al caso né sia
condannata al male, e che quindi vi sia speranza che l’offesa nei confronti di
un essere umano non costituisca l’ultima parola della nostra esistenza; che
un’altra vita diversa da quella umiliata dal dolore e dalla morte sia
possibile; che l’amore per l’altro non sia atto da idioti ma il senso più alto
che possiamo dare alla nostra esistenza; che ogni persona, la più piccola, la
più debole o deforme abbia una dignità infinita e che davanti ad essa la
politica non possa che mettersi in ginocchio a servirla e che quindi ogni
società, ogni istituzione, ogni denaro, ogni cosa non sia che uno strumento,
perché la vita delle persone possa meglio fiorire liberamente.
I cattolici sono ancora qua pronti a portare le loro idee anche in questo nuovo centro-sinistra, pronti a non accettare che l'Italia finisca nuuovamente in mano ad un centro-destra fuori controllo, inesistente e di nuovo berlusconiano, pronti combattere contro il populismo e il plebiscitarismo di Grillo, pronti a ridare nuovo slancio alla politica come "più alta forma di carità". Il centro-sinistra riparte anche con loro e se non li ascolterà, se non accoglierà la loro sensibilità finirà per diventare un'entità differente rispetto alla sua origine.
Per vincere e per governare al meglio il nostro Paese il
centro-sinistra e il suo leader Bersani dovranno sciogliere al meglio questi
nodi. A noi cittadini non resta che sperare…
(Lorenzo Banducci)
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